giovedì 27 agosto 2009

Legnano allo specchio - Pgt, traffico, servizi sociali: i nodi da affrontare per una Legnano vivibile

Cantiere area Cantoni, anno 2007 - copyright fotoPiErre


Crespi, Forte e Marazzini, esponenti delle minoranze consiliari, sottolineano gli aspetti problematici dell’amministrazione locale. Dopo le vacanze il dibattito politico potrebbe concentrarsi su alcuni nodi prioritari, dall’urbanistica alla qualità della vita.

Tempo di vacanze, tempo di bilanci. Cosa funziona e cosa non va in città? Quali sono le priorità amministrative da af­frontare subito dopo la pau­sa estiva? Polis Legnano ha voluto fare “un giro di con­sultazioni” tra alcuni espo­nenti delle minoranze consi­liari; nel prossimo numero la parola spetterà alla maggio­ranza. Ecco il parere di Sal­vatore Forte (Pd), Franco Crespi (Insieme per Legna­no) e Giuseppe Marazzini (Sinistra ed ecologisti legna­nesi). Emergono talune questioni ricorrenti da affron­tare: Pgt e urbanistica; i costi sempre più elevati del vivere in città (rette, tariffe, par­cheggi); i servizi sociali; la scarsa partecipazione.

La Legnano che verrà. L’elaborazione del Pgt do­vrebbe rappresentare un ter­reno di dibattito, che si an­nuncia aspro, nel prossimo autunno/inverno. Salvatore Forte precisa: «Da esso di­penderà cosa sarà Legnano nei prossimi 20 anni; da es­so dipenderà la viabilità (stiamo cercando di capire cosa succede al traffico in centro dopo la rivoluzione di Corso Italia, l’apertura della Galleria Cantoni e il nuovo regolamento della sosta); da esso dipenderà l’uso o l’abuso della zona del vec­chio ospedale; da esso di­penderà lo stop alla cementi­ficazione eccessiva (penso al prossimo intervento sull’area Bernocchi)».

Anche Insieme per Legnano punta la sua attenzione sul tema urbanistico. Franco Crespi conferma: «Per i prossimi mesi gli argomenti che l’amministrazione co­munale dovrà affrontare so­no soprattutto due: il Pgt e la destinazione del vecchio o­spedale. Su questi argomen­ti ricordiamo prima di tutto che stiamo parlando di que­stioni strettamente legate fra di loro, che rappresentano due grandi occasioni per il futuro di Legnano. Col Pgt proponiamo che si provveda a limitare la costruzione di nuove case, a mettere a di­sposizione dell’housing so­ciale quelle invendute con accordi con i proprietari, a rilanciare le attività produtti­ve, a elaborare un piano dei servizi e quello della viabili­tà». Tutto ciò «per rimediare ai difetti di una città troppo abitata, con troppo traffico e un inquinamento troppo ele­vato. Una città che è anche carente di servizi».

Sull’area del vecchio ospedale Crespi afferma: «Proponiamo che si colga l’occasione per venire incontro alle esigenze di as­sistenza alla cronicità sem­pre più evidente sul nostro territorio, dare una nuova sede all’AsI, attivare servizi poliambulatoriali e socio-as­sistenziali complementari al­la degenza, realizzare strut­ture formative nell’area sanitaria e sociale e servizi ai parenti dei degenti, come ri­storazione e albergo».

Chi comanda in città. Parte da una notizia «apparente­mente poco rilevante» Giuseppe Marazzini. «In vista delle “passeggiate nei quar­tieri” che sono state promos­se dalla Giunta per toccare con mano la realtà legnane­se prima delle decisioni ri­guardanti il Piano territoriale, le contrade saranno le prime a “visitare” la città assieme alle parti politiche e alle con­sulte territoriali». Ovvero «esse sono state elevate a ruolo di conoscitori del territorio, stando alle premesse dell’assessore all’Urbanistica. È chiaro che le contrade possono partecipare a mo­menti come questi, pur non avendo specifiche creden­ziali in merito. Ma devono partecipare anche comitati di quartiere, associazioni di vo­lontariato, soggetti portatori di interessi fra quelli che da anni hanno reale attenzione al territorio. Questi invece saranno (forse) sentiti in un secondo momento e ciò la­scia perplessi sulla oggettivi­tà del documento di piano e sulle modalità di procedere della Giunta».

Al di là delle questioni meto­dologiche, secondo Maraz­zini la preparazione del do­cumento di piano «non farà che rappresentare lo stato di fatto dell’urbanizzazione di Legnano». A suo avviso, es­sendo il territorio già «pe­santemente segnato da quanto realizzato sinora» e dovendo “piegare il capo” a piani integrati o accordi di programma «quali ad esem­pio l’iper nell’Oltrestazione e l’area del vecchio ospedale» ci sarà poco margine di ma­novra. «Ciò lascia pensare a una programmazione depo­tenziata e con pochi spazi per la partecipazione che abbia la possibilità di incide­re sui cambiamenti futuri del­la città».

Il Pgt è «condizio­nato dalla volontà degli ope­ratori economici. Facciamo ancora l’esempio dell’iper: se il piano integrato di inter­vento che oggi riguarda via Liguria si realizza, allora si valorizzerà, come da accor­di, viale Sabotino, si faranno la tangenziale di collega­mento via Novara—Sp12 e altre opere collaterali; altri­menti tali opere non potran­no essere realizzate. Questa è la dimostrazione di come si sono ribaltati i ruoli: non è più il Comune che ha “il pal­lino in mano”, ma tutto è demandato alla volontà e all’iniziativa dell’operatore economico o commerciale».

Marazzini sottolinea che il sindaco Vitali e l’assessore all’Urbanistica Fratus «ave­vano affermato in un incon­tro pubblico nel quartiere San Paolo di essere contrari al progetto-lper, ma nello stesso tempo si infilano in una strada senza uscita».
Le mani nelle tasche. Af­ferma Salvatore Forte: «Nell’ultimo Consiglio comu­nale la maggioranza ha ap­provato la nuova disciplina della sosta aumentando le tariffe orarie fino al 50 per cento in più e allungando il tempo a pagamento fino alle 24 ore al giorno. Andare al cinema costerà più caro, do­vendo aggiungere al prezzo del biglietto quello della so­sta, così come costerà di più un gelato consumato di sera, o anche andare alle messe domenicali nelle chiese del centro.

Questa nuova tassa­zione si aggiunge al fatto che quest’anno le famiglie che mandano i bambini ai centri estivi stanno pagando molto di più di quello che pagavano negli scorsi anni e che gli ambulanti si sono vi­sti raddoppiare la tassa di occupazione del suolo pub­blico. Potrei continuare su questa strada... Il nostro è un dissenso totale a una po­litica che da una parte, a mo’ di spot, dice che non mette le mani nelle tasche dei le­gnanesi, ma che dall’altra invece le mette eccome, colpendo al solito le fasce meno abbienti». Ma il dis­senso basta? «Tutt’altro — replica l’esponente del Parti­to democratico —. Il dissenso non è sufficiente, lo sforzo nostro deve essere quello di incidere nei meccanismi de­cisionali per far sì che anche le ragioni di una minoranza ancora abbastanza ampia possano trovare tempo e modi di espressione».

Il problema della mobilità. Sul tema della mobilità torna Giuseppe Marazzini, richia­mando la necessità di pro­grammare. Si sofferma sul problema del traffico entro e fuori i confini cittadini: «Per i collegamenti tra i comuni occorre una programmazio­ne di area vasta, che com­prenda Legnano, i paesi cir­convicini, il basso Varesotto, agendo sia sul versante del­le infrastrutture, della rete stradale ma più ancora sui collegamenti mediante mez­zi pubblici. Bus efficienti e metro leggero possono es­sere realizzati solo grazie a un accordo ampio, che miri a rendere più snello il traffico e più vivibile la nostra e le città vicine».

La riflessione sui mezzi pubblici vale anche per la mobilità interna alla città, che si complicherà alla ripresa delle scuole e alla riapertura di fabbriche e uffi­ci, vista la concentrazione di esercizi e centri commerciali e nuove residenze nel centro della città.
Nodi al pettine. «Noi siamo convinti — riprende Forte — che una delle molte azioni immediatamente da intra­prendere per migliorare Le­gnano sia quella di attivare un serio lavoro di coinvolgi­mento della città per riabi­tuarla alla partecipazione at­tiva, al confronto al di là del­le proprie convinzioni, all’ascolto dell’altro e allo sfor­zo per trovare, ove possibile, una sintesi che non sia di parte ma sia della città inte­ra».

L’esponente del Pd e­numera una serie di azioni svolte per dar voce ai citta­dini, fra cui il questionario (800 risposte) sul Pgt e la sua presentazione con dibat­tito, l’incontro sul welfare, quelli sull’assistenza agli an­ziani e sui servizi sociali, quello sulla scuola.
Anche Franco Crespi auspi­ca maggiore partecipazione alla vita democratica e chie­de «la massima disponibilità da parte della Giunta ad a­prirsi all’ascolto di tutte le forze politiche, anche quelle non presenti in Consiglio, e a tutte le forze sociali più rappresentative della città».

GIANNI BORSA - Polis Legnano luglio - agosto 2009

Un po' di storia personale ...

Sono nato a Parabiago il 6 gennaio 1948, i miei genitori erano calzolai e gestivano, insieme ad altri tre soci, un piccolo laboratorio artigianale per la produzione di scarpe per donna.
Lavoravano molto, in condizioni disagiate, per guadagni scarsi ed incerti.

I primi diciotto anni li ho trascorsi nella stesso luogo, una casa a ringhiera con cortile sita in via 4 Novembre al numero civico 120, vicinissimo alla ferrovia ed al principale passaggio livello del paese.

Sulla via 4 Novembre non mancava nulla: c’era la scuola elementare A. Manzoni, ancora funzionante, il circolo Umberto I° detto il "circolino", alcuni negozi di generi alimentari, la latteria, il bar S. Anna, il giornalaio, la cappella di S. Anna, la filatura dell’Unione Manifatture di Parabiago e la caserma dei carabinieri.

Da piccolo e poi da ragazzo ho trascorso il mio tempo libero fra le colonie marine, l’oratorio, i giochi sulla ferrovia, i bagni nel canale Villoresi, facendo judo ed infine il servizio militare.
Dopo un periodo fra Cislago e Castellanza, nel 1978 sono venuto ad abitare a Legnano nel rione Canazza, dove tutt’ora risiedo.

Al termine della ferma militare ho ripreso gli studi e mi sono diplomato geometra all’Istituto Carlo Dell’Acqua facendo lo studente lavoratore.
Negli anni successivi ho frequentato l’università seguendo un piano di studi di indirizzo storico-politico, sostenendo 16 prove d’esame sui 23 allora richiesti.

La mia formazione politica non è avvenuta nelle scuole di partito ma in fabbrica ed è iniziata nel momento in cui si dava corso all’applicazione dello Statuto dei Lavoratori (maggio 1970), infatti proprio in quel frangente fui eletto delegato del primo consiglio di fabbrica della Montedison di Castellanza, ero uno dei più giovani delegati eletti in Italia.

L’esperienza e la conoscenza acquisita in fabbrica mi ha permesso di maturare un’ampia formazione in materia di tutela e prevenzione della salute sui luoghi di lavoro e sul territorio, non che in materia di diritti sindacali.

A ciò va aggiunto l’impegno e l’interesse per la ricerca storica e sociale delle classi subalterne che mi ha dato l’occasione non solo di conoscere molte realtà in lotta per l’affermazione della giustizia sociale ma di raccogliere una nutrita documentazione a testimonianza delle loro lotte.
Sono in pensione dal 2001 dopo quasi 38 anni di lavoro dipendente, di cui 5 alla Pensotti Mario di via XXIX Maggio e più di 30 alla Montedison di Castellanza.