domenica 31 agosto 2014

RENZI PEGGIO DI BERLUSCONI: BENI COMUNI QUOTATI IN BORSA

Giuseppe Marazzini
30.08.2014

di Marco Bersani (Attac Italia) - Venerdì, 29 Agosto 2014 

Renzi peggio di Berlusconi. Se quest’ultimo, non più tardi di due mesi dalla straordinaria vittoria referendaria sull’acqua del giugno 2011, aveva provato a rimettere in campo l’obbligatorietà della privatizzazione dei servizi pubblici locali (bocciata l’anno successivo dalla Corte Costituzionale), Renzi con il “pacchetto 12” contenuto nello “Sblocca Italia” fa molto di più. Questa volta non si parla “solo” di privatizzazione, bensì di obbligo alla quotazione in Borsa: entro un anno dall’entrata in vigore della legge, gli enti locali che gestiscono il trasporto pubblico locale o il servizio rifiuti dovranno collocare in Borsa o direttamente il 60%, oppure una quota ridotta, a patto che privatizzino la parte eccedente fino alla cessione del 49,9%.  

Se non accetteranno il diktat, entro un anno dovranno mettere a gara la gestione dei servizi; se soccomberanno otterranno un prolungamento della concessione di ben 22 anni e 6 mesi! 

Come già Berlusconi, anche Renzi si mette la foglia di fico di non nominare l’acqua fra i servizi da consegnare ai capitali finanziari; ma, a parte il fatto che il referendum non riguardava solo l’acqua, bensì tutti i servizi pubblici locali, è evidente l’effetto domino del provvedimento, sia sulle società multiutility che già oggi gestiscono più servizi (acqua compresa), sia su tutti gli enti locali che verrebbero inevitabilmente spinti a privatizzare tutto, anche per poter usufruire delle somme derivanti dalla cessione di quote, che il Governo pensa bene di sottrarre alle tenaglie del patto di stabilità. 

Nel pieno della crisi sistemica, ecco dunque il cambio di verso dello scattante premier: non più 

L’obsoleta privatizzazione dei servizi pubblici locali, bensì la loro diretta consegna agli interessi dei grandi capitali finanziari, che da tempo attendono di poter avviare un nuovo ciclo di accumulazione, attraverso “mercati” redditizi e sicuri (si può vivere senza beni essenziali?) e gestiti in condizione di monopolio assoluto (per un solo territorio vi è un solo acquedotto, un solo servizio rifiuti). 

Da queste norme, traspare in tutta evidenza l’idea non tanto dell’eliminazione del “pubblico” –quello è bene che rimanga, altrimenti chi potrebbe organizzare il controllo sociale autoritario delle comunità?- bensì della sua trasformazione da erogatore di servizi e garante di diritti, con un’eminente funzione pubblica e sociale, in veicolo per l’espansione della sfera d’influenza degli interessi finanziari sulla società. 

Naturalmente, è ancora una volta la Cassa Depositi e Prestiti ad essere utilizzata per questo enorme disegno di espropriazione dei beni comuni: come già per la dismissione del patrimonio pubblico degli enti locali, è già allo studio un apposito fondo per finanziare anche la privatizzazione dei servizi pubblici locali. 

Emerge, oggi più che mai, la necessità di una nuova, ampia e inclusiva mobilitazione sociale, che deve assumere la riappropriazione della funzione pubblica e sociale dell’ente locale come obiettivo di tutti i movimenti in lotta per l’acqua e i beni comuni, e di una nuova finanza pubblica e sociale, a partire dalla socializzazione di Cassa Depositi e Prestiti. 

E, poiché, il disegno di espropriazione dei servizi pubblici locali viene portato avanti con il pieno consenso dell'Anci, espresso a più riprese dal suo Presidente Piero Fassino, una domanda sorge spontanea: non è il momento per i molti Sindaci che ancora non hanno abdicato al proprio ruolo di primi garanti della democrazia di prossimità per le comunità locali, di iniziare a ragionare su un'aggregazione alternativa degli enti locali, fuori e contro un Anci al servizio dei poteri forti?

sabato 23 agosto 2014

QUESTI SONO I PROBLEMI DA RISOLVERE, ALTRO CHE AGITARSI PER FESTEGGIARE IL 90° DELLA CITTÀ.

Giuseppe Marazzini
22.08.2014

La Prealpina Legnano – sabato 22 agosto 2014 
Quattro legnanesi dormono in strada 
Sono ex imprenditori, disoccupati e separati. Abitano in auto abbandonate o su panchine 

LEGNANO - Sono tutti italiani, tutti tra i trenta e i sessant'anni. Vittime della crisi economica, di matrimoni sbagliati, di scelte che solo cinque anni fa potevano sembrare felici, e che invece poi il tempo ha rivelato disastrose. Di fatto, in questo momento non hanno più nulla: per questo sono letteralmente sulla strada, dove dormono in vecchie auto abbandonate o sulle panchine di un parchetto. Nel ribadire la necessità di dare a tutti un alloggio dignitoso non si può fare a meno di tenere in considerazione un dato che dovrebbe far riflettere: oggi all'anagrafe del Comune di Legnano ci sono quattro cittadini che hanno un domicilio solo formale. Qualcuno ha fissato la sua dimora davanti al portone dell'ultima casa che come imprenditore edile aveva costruito prima di essere travolto dalla crisi, altri hanno invece indicato l'indirizzo di un parcheggio dove hanno fermato l'auto dopo che erano finiti i soldi per pagare la benzina e l'assicurazione.

Quelle dei legnanesi che dormono in strada sono storie diverse: oltre all'imprenditore c'è l'uomo separato che ha lasciato la casa alla moglie e non sa dove andare, c'è quello che un lavoro vero non è mai riuscito ad averlo, c'è chi aveva tentato la fortuna all'estero e poi è stato costretto a rientrare in patria, scoprendo di aver perso la casa e la famiglia. Tutte queste storie sono però accomunate da un particolare: i quattro dormono in vecchie macchine (chi non l'aveva ne ha occupata una abbandonata), si lavano nei bar e mangiano alla mensa della Casa della Carità, sperando che l'estate duri ancora per molte settimane.

Forse chi aveva prenotato l'albergo al mare si aspettava qualcosa di meglio, ma chi donne in una macchina apprezza il clima di questi giorni e si augura che possa continuare così per un pezzo. Perché quando arriverà l'inverno i problemi quotidiani si moltiplicheranno. Il problema non è nuovo, diversi Comuni hanno inventato una via apposta per dare un domicilio ai senzatetto, garantendone al contempo la privacy. Sulla carta d'identità uno si ritrova il ' nome di una strada che non esiste, e così gli uffici capiscono subito la sua situazione.

A Legnano questa soluzione non è mai stata adottata, perché tanto fino a qualche tempo fa il problema era marginale e interessava soprattutto gli stranieri. Una persona che dormiva in strada faceva notizia, chi non ricorda la donna che due anni fa viveva al Parco Castello con il suo cagnolino? Poi i casi hanno cominciato a moltiplicarsi, e contemporaneamente i protagonisti hanno scelto di rintanarsi nell' ombra. A chi interessa ascoltare le disgrazie altrui? A cosa serve fare la coda ogni giorno davanti alla porta degli uffici dei Servizi sociali, se poi manco ti dicono che si può andare a mangiare dai frati? Così ognuno si arrangia come può, nella speranza che presto o tardi le cose si aggiusteranno e le notti passate sui sedili resteranno solo il ricordo di un periodo difficile. 
Luigi Crespi

mercoledì 20 agosto 2014

QUAGLIA LASCIA IL PD

di Giuseppe Marazzini
20.08.2014

Tradito per l’ennesima volta dalla “congrega dei cappellini bianchi” il consigliere comunale Stefano Quaglia abbandona il PD. Nemmeno l’on. Franco Monaco è riuscito a sanare il dissidio fra il sindaco Centinaio e Quaglia. Il terreno di scontro è la mancata candidatura di Quaglia a consigliere della città metropolitana e il mancato sostegno da parte del suo partito che ha invece favorito la candidatura di Centinaio. 

Quindi non si tratta solo di frizioni personali che pure ci saranno, ma di scelte politiche ben precise che stanno ad indicare che il PD legnanese è governato da persone interessate a raggiungere “le poltrone ambite”, come ammette lo stesso Quaglia sul suo blog.

Che ci sia stato unprendo la tessera, tolgo la tesseranel PD locale per ragioni di carriera politica è noto, quello che è meno noto all’opinione pubblica è la modalità con la quale queste persone esercitano il potere politico. Le “poltrone ambite” servono per sistemare le proprie “aree di sostegno”, che sia il circo, o il palio, o i boys scout che diventeranno padroni del parco ILA, o l’associazione calcistica di scuderia, o la stessa Ikea o il volontariato quale cinghia di trasmissione.  Tutto un da farsi per assicurarsi il proprio futuro politico.

Non so se permetteranno a Quaglia di fare l’indipendente nel gruppo consiliare del PD, glielo auguro, perché sarebbe un segnale di comprensione e di accettazione del dissenso, ma con l’aria di “demokratura” che tira nell’era renziana la vedo dura. Il rischio di sentirsi dire “vada nel gruppo misto, non faccia il martire” è reale. 

Mi auguro anche che l’indipendenza di Quaglia possa essere da preludio a una svolta dei lavori del consiglio comunale, che incrini quella rigida contrapposizione dei ruoli fra la maggioranza e minoranza.
Ciò non potrebbe che far bene a Legnano e alla politica.


giovedì 14 agosto 2014

… NON APRIRE QUELLA PORTA!

di Giuseppe Marazzini
14.08.2014

C’è una relazione tra Expo 2015 e i gabinetti pubblici di Legnano?
Sì, una relazione c’è.

I comuni dell’Alto Milanese ritengono Expo 2015 un’occasione irripetibile e di fondamentale importanza per promuovere e valorizzare le eccellenze e le potenzialità istituzionali, economiche e sociali dei territori locali sul piano internazionale. Il sindaco di Legnano, in qualità di Presidente del Patto dei Sindaci per l’Alto Milanese, ha attivato una cabina di regia che vede la partecipazione dei delegati di associazioni di categoria più rappresentative, tra queste la Confindustria, la Confcommercio, la Confartigianato, il Comitato Palio 1176 e “Famiglia Legnanese”. Tutti insieme, coordinati dal consulente di turno, dovranno cogliere l’occasione di Expo 2015 per sviluppare progetti di valorizzazione dell’Alto Milanese che migliorino l’attrattività turistica, ambientale ed economica dei territori. 

Nelle condizioni in cui versano i servizi pubblici a Legnano, ben descritte da Christian Sormani de “Il Giorno”, mi immagino lo stupore del turista giapponese che in visita al Parco Castello bisognoso di un “pissi...pissi” si sente intimare da qualche nostro concittadino  ...”non aprire quella porta, ne va della tua salute! ”…

Immagino anche che l’articolo de “Il Giorno” stia facendo il giro del mondo, così come vedo l’imbarazzo per i legnanesi e la figuraccia internazionale di chi dirige la “baracca”.

Sicuramente non è un buon biglietto da visita per il 90° della Città di Legnano.

Ovviamente non pretendiamo gabinetti pubblici con la tavola riscaldata e con la regolazione della temperatura, apertura/chiusura automatica della tavoletta, musica di sottofondo o pulsante da premere per coprire rumori imbarazzanti - a Tokio sono così! -, ma gabinetti puliti, decorosi e in numero sufficiente come in tutte le Città che si rispettino.

Or dunque, veniamo a noi.

A quando l’avviso pubblico per manifestazione di interesse per il rifacimento e la gestione efficiente ed efficace dei gabinetti pubblici della città?
Ci sarà una associazione che “ama Legnano” pronta ad assumersi l’incarico?
Le associazioni di categoria più rappresentative della città di Legnano sono interessate a fare la loro parte?
Le fondazioni Ticino-Olona e Cariplo sono pronte a finanziare i progetti in questione?


Il Giorno Legnano - martedì 12/08/2014 - pag1



Giorgio Gaber - La marcia dei colitici