giovedì 29 giugno 2017

CENTINAIO, SINDACO PER CASO

di Giuseppe Marazzini
29.06.2017

A furia di evocarli, i “Restauratori” alla fine sono arrivati. Non poteva che finire così. Centinaio aveva vinto 5 anni fa per caso, per le divisioni del centro-destra e per l’aiutino ricevuto dai grillini. Fratus, come lo conosco io, se non si farà trascinare dai “vendicatori” e dagli “arrampicatori”, amministrerà la città con modalità canoniche e cioè con moderata liberalità e forse con più pragmatismo rispetto a Centinaio. La risoluzione della vicenda del “Circolone” sarà la cartina di tornasole del presunto o vero pragmatismo di Fratus. 

Altra storia è la bruciante sconfitta del sindaco uscente Centinaio. Una sconfitta che è maturata anno dopo anno della sua sindacatura e che ha dimostrato come sia stato un mediocre amministratore e un politico di scarse vedute. Come dimenticare, all’inizio del suo mandato, la nomina assessorile di persone con preferenze di “zero virgola” e le prime gaffe: il “giardino dei bambini mai nati” che suscitò parecchio scalpore e cui in seguito dovette rinunciare per le ampie proteste e il patto con Farioli, allora sindaco di Busto Arsizio, per riunificare l’Alto Milanese diviso dal 1927. Un sogno di un’area omogenea con un livello istituzionale intermedio, che presto si tramutò, anche perché snobbate le istituzioni superiori, in un flop politico. In seguito, delegato alle politiche del lavoro nella Città Metropolitana, non mancò di sottolineare la sua condivisione per la cancellazione dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori perché come imprenditore, ne comprendeva la necessità. 

Ma sono state le vicende interne a incrinare il rapporto con i cittadini legnanesi: lo scontro sulla refezione scolastica e la chiusura della sede del giudice di Pace, la polemica sulla sistemazione di viale Cadorna, le incomprensioni sulla gestione della viabilità e del traporto urbano. Le smentite e conferme dei profughi nella scuola Medea, la mancata realizzazione dell’info-point per la sicurezza presso la stazione ferroviaria e l’infinito problema del teleriscaldamento nei palazzi Aler di Mazzafame, che in 5 anni non ha ancora trovato soluzione.  Infine l’aumento delle tasse e il comportamento sciovinista contro il personale Amga. 

Tutte vicende che hanno messo in secondo piano la questione Rom, in buona parte risolta dagli stessi, che si sono allontanati spontaneamente per altri luoghi. Come non ricordare inoltre, la pasticciata gestione della nuova biblioteca nelle ex Fonderie Tosi che ha segnato la fine della sua realizzazione e il susseguirsi di altre ipotesi, che hanno fatto emergere inequivocabilmente lo stato confusionario della Giunta Centinaio. Anche le politiche sociali sono state gestite, guardando più al presenzialismo politico che a risolvere i veri problemi di cui le persone disagiate soffrono. 

Con Centinaio viene sconfitto anche il PD, un partito in coma irreversibile, che, nonostante il malcontento al proprio interno, non ha avuto il coraggio di bloccare la sua ricandidatura, sostituendola con una figura nuova maggiormente inclusiva e capace di costruire vere alleanze. E non è troppo lontano dalla verità il fatto che la sua riconferma, abbia stimolato in contrapposizione, la nascita di liste civiche sostenute anche da figure importanti del PD. Viene sconfitto anche il gruppo di intellettuali facenti capo a “Polis” ed a “Insieme per Legnano”, i cosidetti “spin doctor” di Centinaio, che ridotti a rango di scudieri, non hanno saputo o non hanno voluto interpretare le delusioni e il malcontento che di giorno in giorno crescevano in città. Timidamente avevano segnalato qualche incongruenza, ma senza il coraggio di prendere atto che la situazione era ormai diventata insostenibile e un cambiamento era necessario. 

Escono sconfitte anche quelle figure che nell’associazionismo erano diventate sponsor della politica di Centinaio e che avevano condiviso e appoggiato scelte improntate esclusivamente ad un tornaconto di parte e non di servizio comune. Ciò ha provocato una distorsione nei rapporti tra Istituzioni e Volontariato, mettendo in discussione il principio base che il Volontariato deve stare sopra le parti. 

A Fratus i migliori auguri di buon lavoro e l’invito a tenere lontano dalla città di Legnano, città che iscrive nel proprio albo d’onore per la lotta contro il nazifascismo martiri come Mauro Venegoni e Giuseppe Bollini, le formazioni politiche ed associative contrarie allo spirito della nostra Costituzione.

lunedì 19 giugno 2017

RESTAURAZIONE NO. IMPERO SI?

di Giuseppe Marazzini
19.06.2017

Luminari proprio non lo vedo come giacobino della rivoluzione francese del 1789, impegnato ad emettere dure condanne per monarchi, nobili, preti e controrivoluzionari. L’allarme lanciato alla popolazione legnanese sul pericolo di un ritorno della Restaurazione mi ha divertito parecchio. Luminari deve aver scambiato Centinaio con Napoleone. Nei momenti di euforia e/o depressione elettorale, a qualcuno può anche capitare di avere delle visioni oniriche. 

Napoleone è stato Re, Imperatore e tanto altro; Centinaio, secondo Luminari, ha tentato di emularlo ma pare che, come Napoleone, le faccende politiche non gli siano andate troppo bene. In cinque anni di battaglie il nostro Napoleone casalingo ha di fatto rafforzato il potere degli avversari – nemici, se l’esito del primo scontro campale è stato del 39% per i Restauratori e del 33% per i Napoleonici. Urlare ora che l’Ancien Règime è alle porte, è come ululare alla luna. L’Ancien Règime andava fermato prima con scelte politiche radicali. 

Caro Luminari i Restauratori non se ne sono mai andati, perché il vostro Napoleone ha perpetuato lo stesso sistema di potere. Ha modificato un po’ di regolamenti - dimenticandosi di quello etico - e si è “vendicato” su Amga, ma non intaccando il cuore del sistema, cioè la distribuzione interessata delle prebende. 

Domenica 25 giugno ci sarà lo scontro finale, chi vincerà fra i Napoleonici e i Restauratori non è facile a dirsi, ma se dovessero vincere quest’ultimi mi auguro che siano saggi nel loro agire: molta partecipazione popolare, trasparenza negli incarichi e nella gestione e nessuna “vendetta”. I legnanesi scelgano con coscienza il proprio sindaco senza badare agli strali e agli anatemi di Luminari. 
E poi … dopo la Restaurazione c’è stato il Risorgimento!

mercoledì 14 giugno 2017

GIOVANI E ASTENSIONISMO

di Giuseppe Marazzini
14.06.2017

















I cittadini che sono andati a votare hanno fatto la loro scelta. Purtroppo si sta sempre più consolidando l’astensionismo, a Legnano su 46 mila cittadini aventi diritto al voto, 22 mila, il 48%, non sono andati a votare. Avanti di questo passo si rischia, e gli esperti in materia stanno già facendo proiezioni future, un consolidamento dell’astensionismo fra il 50% e il 60%. A Canegrate l’astensionismo ha già raggiunto il 53%.

La Democrazia in sostanza non è in pericolo, ma un problema grosso c’è per il Paese con la Costituzione “più bella del mondo”. Penso che uno dei fattori che più incentiva l’astensionismo, è il modello di governo delle città sancito dalla riforma Bassanini del 1993, riguardante l’elezione diretta del Sindaco. Con l’andar del tempo però questo sistema, salvo rarissimi casi, ha mostrato le proprie debolezze diventando un sistema “opaco ed opprimente”.

Da diverso tempo i candidati sindaci e consiglieri vengono selezionati, salvi pochi esempi diversi, dai comitati elettorali di riferimento e indicati ai cittadini, ai quali si chiede di votarli sulla parola … È questa la democrazia partecipativa? Così facendo si esclude buona parte degli elettori da un vero confronto reale, e i principali esclusi da tale confronto sono i giovani.

Lo spirito iniziale dell’elezione diretta del sindaco ormai è andato perso, la stessa cosa si può dire anche delle liste civiche, che della loro genuinità iniziale è rimasto solo un bel ricordo. Ormai sono diventate espressione di interessi specifici non sempre trasparenti, di personalismi, di gruppi di pressione, ed utilizzate anche dai partiti per camuffare le loro debolezze.

Tantissimi giovani legnanesi aventi diritto al voto non si sono presentati ai seggi elettorali, dato rilevato da molti scrutatori. Neanche un candidato sindaco giovane come Andrea Grattarola è riuscito a smuoverli. L’assenza dei giovani è un dato, almeno sotto il profilo sociopolitico, che non va assolutamente trascurato. Se i giovani si astengono dal voto, al di là della generica apatia politica, si deve scavare a fondo per comprenderne le ragioni.

Per esempio qualche giovane che non ha votato mi ha spiegato sinteticamente il perché della loro disaffezione al voto: “cosa hanno fatto in tutti questi anni la politica e le amministrazioni per i problemi giovanili sul territorio? Anche quelle che verranno si comporteranno allo stesso modo”. “Il problema del lavoro e della disoccupazione è talmente grosso e impellente, che il senso di abbandono e il malessere fanno passare tutto in secondo piano, comprese le elezioni amministrative …” Sicuramente sono sfoghi di rabbia, ma come poter dare torto a tutti quei giovani, e sono tantissimi, che si trovano in situazioni senza sbocchi lavorativi e sociali immediati né per il futuro? Quanti giovani la pensano allo stesso modo? Non possiamo perdere troppo tempo per riparare i guasti che le generazioni precedenti hanno fatto contro i giovani d’oggi.

Non ho un numero preciso dell’astensionismo giovanile, ma devo supporre che il prossimo sindaco di Legnano verrà scelto da una maggioranza di “anziani”. Il rischio per le future generazioni è quello, dell’avviarsi di un modello politico cittadino gerontocratico senza alternative.