14.06.2017
I cittadini che sono
andati a votare hanno fatto la loro scelta. Purtroppo si sta sempre più
consolidando l’astensionismo, a Legnano su 46 mila cittadini aventi diritto al
voto, 22 mila, il 48%, non sono andati a votare. Avanti di questo passo si
rischia, e gli esperti in materia stanno già facendo proiezioni future, un
consolidamento dell’astensionismo fra il 50% e il 60%. A Canegrate
l’astensionismo ha già raggiunto il 53%.
La Democrazia in
sostanza non è in pericolo, ma un problema grosso c’è per il Paese con la Costituzione
“più bella del mondo”. Penso che uno dei fattori che più incentiva l’astensionismo,
è il modello di governo delle città sancito dalla riforma Bassanini del 1993, riguardante
l’elezione diretta del Sindaco. Con l’andar del tempo però questo sistema,
salvo rarissimi casi, ha mostrato le proprie debolezze diventando un sistema “opaco
ed opprimente”.
Da diverso tempo i
candidati sindaci e consiglieri vengono selezionati, salvi pochi esempi diversi,
dai comitati elettorali di riferimento e indicati ai cittadini, ai quali si
chiede di votarli sulla parola … È questa la democrazia partecipativa? Così
facendo si esclude buona parte degli elettori da un vero confronto reale, e i principali
esclusi da tale confronto sono i giovani.
Lo spirito iniziale
dell’elezione diretta del sindaco ormai è andato perso, la stessa cosa si può
dire anche delle liste civiche, che della loro genuinità iniziale è rimasto
solo un bel ricordo. Ormai sono diventate espressione di interessi specifici
non sempre trasparenti, di personalismi, di gruppi di pressione, ed utilizzate anche
dai partiti per camuffare le loro debolezze.
Tantissimi giovani
legnanesi aventi diritto al voto non si sono presentati ai seggi elettorali,
dato rilevato da molti scrutatori. Neanche un candidato sindaco giovane come
Andrea Grattarola è riuscito a smuoverli. L’assenza dei giovani è un dato,
almeno sotto il profilo sociopolitico, che non va assolutamente trascurato. Se
i giovani si astengono dal voto, al di là della generica apatia politica, si
deve scavare a fondo per comprenderne le ragioni.
Per esempio qualche
giovane che non ha votato mi ha spiegato sinteticamente il perché della loro
disaffezione al voto: “cosa hanno fatto in tutti questi anni la politica e le
amministrazioni per i problemi giovanili sul territorio? Anche quelle che
verranno si comporteranno allo stesso modo”. “Il problema del lavoro e della
disoccupazione è talmente grosso e impellente, che il senso di abbandono e il
malessere fanno passare tutto in secondo piano, comprese le elezioni
amministrative …” Sicuramente sono sfoghi di rabbia, ma come poter dare torto a
tutti quei giovani, e sono tantissimi, che si trovano in situazioni senza
sbocchi lavorativi e sociali immediati né per il futuro? Quanti giovani la
pensano allo stesso modo? Non possiamo perdere troppo tempo per riparare i
guasti che le generazioni precedenti hanno fatto contro i giovani d’oggi.
Non ho un numero preciso
dell’astensionismo giovanile, ma devo supporre che il prossimo sindaco di
Legnano verrà scelto da una maggioranza di “anziani”. Il rischio
per le future generazioni è quello, dell’avviarsi di un modello politico cittadino
gerontocratico senza alternative.
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