venerdì 31 agosto 2012

IN RICORDO DI UNA GRANDE PERSONA

di Giuseppe Marazzini
31.08.2012

Legnano (MI) - 10 marzo 2002
Parrocchia Beato Card. Ferrari – visita pastorale del Card. Carlo Maria Martini
All’Arcivescovo viene donata la prima bottiglia di vino prodotto dai bambini della prima comunione della parrocchia.


Veglia dei lavoratori
intervento del Card. Carlo Maria Martini

Legnano, 30 aprile 2002

Lc. 14,28-30: "Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro".

Saluto i presenti, in particolare la fabbrica che ci ospita e che rappresenta la grande tradizione di lavoro di Legnano. Sono lieto di poter collocare questo incontro con i lavoratori a conclusione della visita pastorale alle parrocchie di questo decanato.

1. Avete letto un testo che esprime anzitutto le esigenze rigorose del vangelo di Gesù, ma che contemporaneamente mette in luce il comportamento responsabile di ogni persona che cerchi di impostare la propria vita con senso di responsabilità.

Per quanto riguarda le esigenze del vangelo, Gesù insegna che per seguirlo come discepoli occorre avere sognato, voluto e maturato nel proprio cuore un grande disegno, con la consapevolezza dei sacrifici che esso richiede. Difatti Gesù conclude dicendo: "Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo" (Lc. 14,33)

Ma le sue parole hanno anche una portata più generale, che riguarda i meccanismi complessivi del lavoro umano: non è sufficiente lavorare bene ciascuno per conto suo, con onestà e intelligenza ma bisogna avere davanti agli occhi un progetto globale e completo del senso del proprio lavoro nel quadro più generale dell’attività umana.

Questo principio assume una particolare valenza oggi, nel tempo della globalizzazione, della trasformazione tecnologica e della rivoluzione del mondo del lavoro. Appare sempre più evidente che intelligenza e progettualità sono elementi indispensabili per un lavoro più umano. Di conseguenza si eliminano le catene di montaggio, si propone il lavoro a squadre, si esige per il mercato il prodotto "qualità", si chiede la partecipazione della persona con tutte le sue risorse…

Si afferma che così si promuove un lavoro più a misura d’uomo, più dignitoso, meno meccanico, più bisognoso di intelligenza che di fatica. La manualità e tutti i processi di calcolo si lasciano alle macchine. All’uomo e alla donna si affida ciò che richiede intuizione e genialità. E la flessibilità si rilegge in funzione alla adattabilità ad un prodotto, ad una produzione, nel segno della versatilità e della competenza.

Se ne deduce che oggi il lavoro richiede persone intelligenti, intuitive, adattabile, sempre giovani e scattanti, sempre aggiornate e vivaci.

Ma qui appare anche il rovescio della medaglia. Non è sempre possibile reggere alle esigenze continuamente nuove, mantenersi perennemente giovani e tenere il passo: non di rado mancano le forze, il tempo, l’intelligenza e le competenze sufficienti. Vengono così ad essere penalizzate le esigenze di sicurezza e serenità.

Purtroppo, e lo sento incontrando i lavoratori, la realtà entro cui voi lavorate, diventa spesso luogo di disagio e di incertezza. Emerge persino una concorrenza deleteria tra gli stessi lavoratori, non tanto in competizione per una carriera ma in competizione per mantenere il posto di lavoro in azienda, l’uno a scapito dell’altro.

Nel frattempo si registra la difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro per alcune categorie di persone (gli ultraquarantenni, le donne, le persone meno qualificate), e nello stesso tempo si assiste all’aumento degli straordinari. Sono messi in forse i giorni festivi, e ancor più i rapporti familiari e la propria autonomia.

Spesso si richiede una dedizione così totale e monopolizzante al lavoro che lo si potrebbe catalogare sotto l’elenco delle idolatrie deprecate dalla Scrittura.
Per questo vorrei suggerirvi alcune linee che spero restino nel vostro cuore come lavoratori credenti e vi possano aiutare a capire il grande progetto di essere adulti nella fede, costruttori di un mondo di pace, portatori di fiducia e di speranza, in particolare nel tempo e nel luogo di lavoro.

2. Vi ricordo, prima di tutto, l’importanza di leggere e la Scrittura e di nutrirvi di essa.

Essa ci apre gli occhi e il cuore alla presenza di Gesù risorto e Salvatore e perciò ci dà la certezza che il male del mondo può essere vinto, anche nel mondo del lavoro..

La Scrittura ci aiuta a cogliere l’essenziale dei problemi umani, ci sostiene, con la fiducia e la forza dello Spirito, affinché noi possiamo compiere un cammino serio, senza lasciarci trascinare da una mentalità superficiale o ingannare da parole vuote.

La Scrittura ci fa penetrare oltre le parole, oltre i gesti sensazionali, oltre l’ipnosi dell’audience per cogliere ciò che è vero, sano e giusto, ci sorregge nella ricerca e nella fedeltà alla volontà del Padre.

3. Rileggere la Scrittura ci porta a scoprire il significato dell’essere discepolo del vangelo anche nel mondo del lavoro.

Non si tratta di fare cose eccezionali ma di ricercare il significato della propria vita confrontandola con quella di Gesù.

La Scrittura vi ricorda che il vostro lavoro è stato benedetto dal Signore all’inizio della creazione ma che diventa più gravoso quando si creano situazioni di solitudine, angoscia, schiavitù, irresponsabilità, sfruttamento.

Essa ci rammenta che i grandi doni del mondo, la terra, gli animali, le piante, la vita, l’energia, i minerali sono offerti a tutti per essere sviluppati e utilizzati come bene e garanzia per tutti.

Ci ricorda la responsabilità di "custodire" il creato difendendolo dalla rapina, dall’inquinamento, dalla desertificazione e nello stesso tempo salvandolo da quella limitatezza di uso che nasce dalla ingordigia del nostro occidente ricco. Mentre noi, il 20% della popolazione del mondo, costruiamo una società del benessere, gli altri popoli del mondo restano nella ristrettezza, nella fame, nell’ignoranza e nella povertà.

4. Per avere questa lucidità bisogna aprirsi alla preghiera, avere come interlocutore il Padre che è nei cieli, parlare con Lui come figli. Egli ascolta il grido dei suoi e i desideri di coloro che si fidano di Lui.

So di tante persone che hanno un dialogo con il Signore non solo la mattina e la sera, ma anche quando camminano e viaggiano, quando iniziano e finiscono il proprio lavoro e anche durante il suo svolgimento, nei momenti di fatica e in quelli di gioia.

Non sempre sono necessarie le formule, che pure aiutano anche molto, ma è importante il pensiero, il ricordo, addirittura la nostalgia del Signore, di Colui che ha detto: "Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto…Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra? O se gli chiede un pesce, darà una serpe? Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano! (Matteo 7,7-11)

La preghiera assume poi un valore sommo nella Messa di ogni domenica che è un appuntamento fondamentale. In essa vengono offerti i frutti del lavoro umano che diventano il Corpo e il Sangue di Cristo

Nella preghiera chiedete soprattutto il dono dello Spirito che è il grande dono in cui vengono sintetizzate le sette domande del "Padre nostro" Abbiamo tutti bisogno dello Spirito santo per vedere oltre i fatti, il senso degli avvenimenti e il disegno di speranza che nasce dal cuore del Signore e che ci viene affidato perché si sviluppi.

5. Dalla Scrittura e dalla preghiera nasce in tutti noi la chiamata alla responsabilità per tutti, perché ogni persona abbia ciò che è necessario per la propria vita, per la propria libertà e per la propria autonomia. Gesù ha espresso nella regola d’oro questa responsabilità fondamentale, mai sufficientemente attesa, sempre viva e attuale.

"Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti." (Mt. 7,12)

Questa solidarietà deve guardare oggi a situazioni molto concrete Sento parlare di ritmi e turni di lavoro faticosi e stressanti, di famiglie che devono sostenere avvicendamenti di lavoro nella coppia per cui, a volte, non riescono neppure a vedersi per alcuni giorni, di precarietà di lavori a tempo determinato che coprono le esigenze dell’oggi ma lasciano sempre l’affanno del domani.

Sento, ormai, che non ci sono tutele per i lavori della maggior parte delle nuove persone assunte le cui prospettive non si presentano serene, soprattutto per gli ultra trentenni che vogliono finalmente impostare una famiglia.

Sento che i costi oggi sono talmente alti in termini monetari per la casa, gli spostamenti, i trasporti, in termini di stabilità abitativa per la delocalizzazione delle imprese, in termini affettivi per prolungate lontananze degli sposi, in termini educativi per la fatica di seguire personalmente i figli (e fortunati quelli che hanno i nonni a disposizione) per cui , bisogna riconoscere, ci vogliono molto coraggio e molta solidità morale per continuare nella fedeltà e nell’amore familiare.

Capisco allora la riflessione di Gesù. "Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!" (Mt. 7,13-14).

Il mondo del lavoro, che ho sempre guardato come luogo delle grandi testimonianze quotidiane e delle grandi scelte di valore e di vita, ha bisogno di scelte importanti di solidarietà.
Già nella Giornata della Solidarietà abbiamo parlato di questi temi, preoccupati di una situazione che conduce a modelli di società che non ci convincono, per il liberismo che aumenta la povertà e marginalizza le persone meno capaci di reggere le esigenze del mercato.

Vi chiedo una forte presenza di coesione di fronte alle difficoltà, una partecipazione convinta e unitaria per i comuni obiettivi di giustizia ed equità poiché voi ne avete la forza, essendo fattori fondamentali dello sviluppo della società.

Siate capaci di vedere la sofferenza e abbiate il coraggio di intravedere le soluzioni poiché non serve tanto lamentarsi ma serve unire insieme capacità e sensibilità e costruire, con le altre forze sociali e istituzionali, una realtà più umana.

Cercate di riconoscervi sui luoghi di lavoro. Due o tre che si ritrovino come credenti possono diventare una risorsa nuova per la speranza di tutti. E’ ciò che vi ho ricordato altre volte.

Sappiate riconoscervi come cristiani anche in quei "gruppi aziendali" che magari ormai hanno quarant’anni di vita ma stentano a vivere. Fatevi aiutare da persone preparate, laici o sacerdoti ma sentitevi una grande forza morale nel mondo del lavoro che ha bisogno anche della vostra grande speranza.

Allora compirete non solo un lavoro a misura umana, ma raggiungerete una pienezza di vita.

giovedì 30 agosto 2012

Unioni civili, non solo un diritto ma una questione di civiltà

di Giuseppe Marazzini
30.08.2012


La questione del “Registro delle unioni civili” da me posta all’inizio di agosto sul mio blog e successivamente ripresa anche da Legnanonews, ha suscitato nell’opinione pubblica delle prese di posizione, tutte, a prescindere dai toni e dai contenuti, meritevoli di attenzione. La discussione è aperta ed avanzare opinioni divergenti dal mio modo di pensare fa parte delle regole democratiche. La discussione dovrà essere franca, sincera, trasparente e intellettualmente onesta. Con l’inizio dell’autunno mi adopererò con la mia coalizione per realizzare incontri pubblici e dibattiti sul tema a cui, con largo anticipo, invito tutti a partecipare.


LegnanoNews 18/08/2012

UNIONI CIVILI: NON TUTTI SONO D'ACCORDO

Leggo l'articolo scritto da Marazzini riguardo le unioni civili, comparso oggi su Legnano News.

A prescindere dalla posizione politica, mi sento offeso nel leggere la seguente frase, scritta appunto dal Marazzini quando cita le scelte del Sindaco di Milano Pisapia.

Dice il Marazzini: "Sapranno il Sindaco di Legnano e la sua maggioranza fare la stessa cosa? Sapranno i cattolici in consiglio comunale staccarsi dalla visione papista della famiglia?"

Mi sento offeso in quanto sono convintissimo che ognuno debba imparare a pensare con la propria testa, e non con il cervello all'ammasso seguendo ciecamente quanto altri dicono e predicano. "Sapranno il Sindaco di Legnano fare la stessa cosa" ???? 

Come dire che il Sindaco di Legnano con la maggioranza non sia in grado di pensare autonomamente, ma debbano fare la stessa cosa di altri, quasi seguire un ordine di servizio, altrimenti non sono democratici e civili, sottolinea a chiare lettere lo stesso Marazzini (incredibile !!!!! )

Non voglio entrare nel merito delle scelte che il nostro Sig. Sindaco con la Giunta opereranno, ma mi sento offeso come persona, mi sento irritato pensando che alcuni benpensanti non riescano nemmeno più a ipotizzare che noi tutti siamo persone, e non automi che devono seguire con i paraocchi le strategie imposte da autorevoli nessuno.

Ripeto, tutto ciò a prescindere dall'essere o meno d'accordo sulle unioni civili, che personalmente ritengo sia uno dei tipici appigli politici. Ma questo è un altro argomento.

GIULIANO


Buongiorno Direttore, mi sento di intervenire su un tema che mi sta' a cuore allo stesso modo in cui e' a cuore al Consigliere Marazzini (ovviamente con opposte visioni) senza entrare specificatamente sulla questione morale (cosa peraltro che puo' essere motivo di confronto) ma sulle modalità con la quale si cerca, a mio avviso in modo un po' furbesco, di portare a casa una causa senza troppo consenso e confronto.

Prima di tutto credo che Legnano NON sia una succursale di Milano e tanto meno di Pisapia. Vorrei ricordare che la popolazione di Legnano e' prevalentemente dall'altra parte rispetto allo schieramento che oggi governa la città. Prova ne e' che l'attuale maggioranza sta' governando la città con poco più di 800 voti,con una astensione che ha superato il 50% degli aventi diritto. 

Se si vuole ottenere una vittoria o stabilire un concetto ci deve essere il coinvolgimento di tutti e ottenere con convincimento il consenso, anche numerico, della popolazione e non approfittare di un momento di contestazione all'interno di una parte politica.

Ribadisco, per oltre vent'anni Legnano e' stata governata dal centrodestra .Mi sembra un furbesco tentativo quello di far passare una cosa del genere a Legnano e sono convinto che anche gli elettori ne terrebbero conto.

SILVIO POLIDORI


LegnanoNews 21/08/2012

UNIONI CIVILI: NON SI POSSONO CHIAMARE FAMIGLIA

Vorrei fare solo due brevi riflessioni sull'articolo del consigliere comunale sig. Marazzini, senza entrare nel vivo di questioni morali o religiose.

In primo luogo tengo a precisare che la visione di famiglia formata da maschio (nella sua accezione più ampia e non inteso come uomo), femmina e piccoli non è solo quella "papista" e cattolica, bensì quella naturale, prevista da Madre Natura per garantire la prosecuzione della specie (qualunque essa sia).

Unioni diverse sono altro, ma non si possono chiamare famiglia.

In secondo luogo, invito il sig. Marazzini, che ritiene i cattolici poco "moderni" a domandare ad un musulmano che cosa preveda l'Islam in caso di coppie dello stesso sesso.

Fabrizia Lui


LegnanoNews 25/08/2012

UNIONI CIVILI: NON SUONA COME UNA MINACCIA

Unioni civili. Eppure non suona come una minaccia. In merito ho letto un paio di posizioni contrarie alquanto pretestuose, che si lamentavano non tanto del merito della questione quanto del metodo. E poi naturalmente l'immancabile indignazione Cristiana. La natura, quindi Dio,ci vuole maschi e femmine quindi nessuno deve pretendere di fare diversamente. Geniale!  

Ma perché non lo diciamo a chi nasce con un orientamento sessuale diverso ? Problema risolto, no ? Li riuniamo tutti e glielo comunichiamo, si guarderanno negli occhi allibiti e con voce balbettante si diranno:" ma...allora noi stiamo sbagliando. Caspita sposiamoci subito con una persona dell'altro sesso e risolviamo tutto".

Chissà come deve sentirsi un omosessuale quando qualcuno gli dice:" sei contro natura"?  Si chiederà se è nato artificialmente ? Chi deve decidere se qualcuno abbia o no il diritto di amare un'altra persona secondo i suoi sentimenti, ma soprattutto chi deve stabilire, secondo le sue idee, che un altro non debba avere dei diritti? Il diritto per esempio.di affermare anche legalmente la propria condizione in caso di coppia?

Dov'è questa terribile minaccia? Va bene che siamo in un epoca dove tutto fa tendenza, ma non credo che gli eterosessuali cominceranno a sposarsi solo con persone dello stesso sesso così, solo perché di moda.

Può non piacermi personalmente, d'accordo, ognuno è libero di pensarla come meglio crede, ma perché dovrei imporre il mio stile di vita agli altri ? I Religiosi incorrono spesso in questo errore (vedi il crocefisso imposto nelle  aule) ma potrei andare avanti all'infinito e con cose ben peggiori di queste. Come le leggi su  inseminazione artificiale, eutanasia, etc etc.
A me pare che la sola cosa che fa paura nelle unioni civili è che sparisca una categoria da considerare peccatrice e sbagliata.

E questo per chi ha assoluto bisogno di sentirsi dalla parte della categoria degli "eletti", dei buoni e giusti, è veramente intollerabile.

FLAVIO BONVI

martedì 21 agosto 2012

TARANTO: DIRITTO AL LAVORO O DIRITTO ALLA SALUTE?

di Giuseppe Marazzini
21.08.2012 (notizie tratte dal blog di Antonio di Pietro)

Dalle notizie delle scorse settimane, sembra di essere tristemente catapultati nelle cronache di quella che veniva chiamata prima repubblica. Cambiano i simboli, tante persone, ma la gestione della politica e delle cose resta perennemente immutata, se non peggiore. ILVA di Taranto:  "La famiglia Riva ha foraggiato per anni la politica, di qualsiasi colore essa fosse: il PdL, ma anche Pier Luigi Bersani", scrive Antonio Di Pietro sul suo blog.  Con questo sistema, ILVA ha potuto avvelenare Taranto senza che la politica nazionale muovesse un dito per proteggere i cittadini e far rispettare la legge.
Mentre il mare, l'aria e la terra di Taranto venivano appestati, Il signor Riva donava 245mila euro a Forza Italia e 98mila non al PD, che allora ancora non esisteva, ne' ai DS, ma al futuro ministro dello Sviluppo Economico e futuro segretario del PD, Pierluigi Bersani. Si trattava di finanziamenti leciti e del tutto regolari. Ma che il signor Riva, un tipo accorto e ben attento al proprio portafoglio, abbia dato tutti quei soldi gratis et amore Dei non lo crederebbe nemmeno un bambino: lo scopo era riceverne regalie. Riva ha fatto bene i suoi conti. Ha capito che avrebbe risparmiato milioni di euro intervenendo sul sistema e rendendoselo amico con il denaro, piuttosto che mettere in sicurezza i suoi impianti e bonificare l’ambiente che aveva inquinato. Reati gravissimi dove finanziare per corrompere è il nocciolo a monte di altre questioni importanti, quali ad esempio la nuova legge sui finanziamenti ai partiti, ma questa è un’altra storia.

TARANTO: DIRITTO AL LAVORO O DIRITTO ALLA SALUTE?
di Ignazio Marino 
 
I telegiornali hanno trasmesso immagini relative all’ILVA di Taranto che mostrano fatti recentissimi e sconvolgenti di inquinamento ambientale. L’Ordine dei Medici della Provincia di Taranto ha pubblicato un documento dove invita i genitori del quartiere Tamburi a impedire che i loro bambini possano giocare a contatto con la terra e sollecitandoli al ritorno a casa a fare immediatamente una doccia e lavare i vestiti, evitando in ogni circosatanza che corrano sul prato. Un magistrato serio e rigoroso come Patrizia Todisco ha firmato una ordinanza di sequestro degli impianti dell’ILVA per gravissime violazioni accertate che hanno causato morti. Gli ultimi dati ambientali disponibili (resi noti a inizio 2012) indicano che nel 2010 l’ILVA ha emesso dai propri camini:
  • 4mila tonnellate di polveri
  • 11mila tonnellate di diossido di azoto
  • 11mila e 300 tonnellate di anidride solforosa
  • 1 tonnellata e 300 chili di benzene
  • 338,5 chili di IPA
  • 52,5 grammi di benzo(a)pirene
  • 14,9 grammi di composti organici di benzo-p-diossine e policlorodibenzofurani (PCDD/F)
Parliamo insomma di circa 150 kg di sostanze emesse ogni anno per ciascun residente.
Uno studio (denominato Sentieri), dell’Istituto Superiore di Sanità, pubblicato sulla rivista scientifica “Epidemiologia e Prevenzione” nel dicembre 2011, indica il numero di morti in eccesso nelle popolazioni che vivono nei 44 Siti di Interesse Nazionale per le bonifiche (SIN). I dati dei ricercatori descrivono una media di 1.200 morti in eccesso all’anno nel periodo 1995-2002 (cioè 1.200 decessi in più di quanti statisticamente ne sarebbero stati attesi). Molti di questi decessi sono legati a tumori polmonari, a tumori della pleura e a tumori del fegato.

Tuttavia, i dati resi pubblici in queste ultime settimane non indicano la quantità di sostanze cancerogene presenti attualmente nel suolo, nel sottosuolo, nelle acque sotterranee e nei sedimenti marini di Taranto. Né indicano quanti bimbi, quante donne, quanti operai si sono ammalati e sono morti negli ultimi due-tre anni.

Io credo che il Ministero della Salute ed il Governo debba rendere immediatamente pubbliche tutte le informazioni scientifiche di cui dispone. Solo sulla base di dati scientifici recenti e certi si possono prendere delle decisioni che siano nell’interesse di chi vive e lavora a Taranto.

E comunque non si possono mettere in un conflitto irrisolvibile due diritti fondamentali come il lavoro e la salute. L’articolo 41 della Costituzione parla chiaro: l’iniziativa economica non può svolgersi in modo da recare danno alla sicurezza delle persone. 

Se qualcuno ha sbagliato deve pagare e farsi carico di riconvertire il sito industriale con percorsi lavorativi che abbiano come protagonisti gli stessi lavoratori dell’ILVA e dell’indotto.

sabato 18 agosto 2012

Non calpestiamo i diritti degli anziani

di Giuseppe Marazzini
18.08.2012


Le case di riposo per meglio differenziarsi le une dalle altre pubblicizzano nelle proprie brochure i confort che mettono a disposizione degli anziani: ampi spazi verdi, camere accoglienti, cibo buono, assistenza impeccabile, personale specializzato, servizi alla persona perfetti e via dicendo. La vita interna, descritta nella Carta dei servizi, si presenta come un delizioso elenco di attività tese a rendere sereno e piacevole il loro soggiorno. Dal 2001, obbligatoriamente allegata ad ogni Carta dei servizi, vige anche la Carta dei diritti alla persona anziana (all. D della D.R.G. n.7 della Lombardia del 14.12.2001), una dichiarazione di principio dove sono stabiliti i diritti della persona anziana e i doveri della società e delle istituzioni. Se leggiamo attentamente la Carta dei diritti non può sfuggire una certa discrepanza fra il dire e il fare.

La nuova casa di riposo Accorsi, ora non più comunale e di proprietà della Cooperativa Sociale KCS Caregiver, ricade nella fattispecie descritta pocanzi. 

Dopo il trasferimento nella nuova struttura, anziani e parenti hanno cominciato a rumoreggiare e non hanno ancora finito. Perché?
Intanto, a ragione, non hanno digerito il fatto che la nuova struttura non abbia previsto nei bagni di ogni camera l’installazione dei bidet così come in ogni camera manca il collegamento per la TV. A pochi mesi dall’inizio delle attività sono apparse diverse chiazze scure sulla controsoffittatura di corridoi e camere dovute ad infiltrazione d’acqua e si presume che queste provengano dalle docce di camera non protette da un box doccia, e tutto ciò evidentemente va imputato a chi non è stato diligente nella supervisione progettuale.


Ma il “Chaiers de dolèances” continua.
La camera mortuaria confina con la cucina ed è già capitato che parenti in raccoglimento per l’ultimo saluto al proprio caro fossero disturbati dal padellare delle stoviglie e dagli odori dei cibi in cottura. Recentemente è stato tolto dal menù l’antipasto domenicale, probabilmente si è trattato di una disposizione dietetica; una disposizione che prima di essere attuata andava almeno valutata con anziani e parenti. Dopo varie proteste la direzione della Accorsi ha assicurato che l’antipasto domenicale verrà reintrodotto dopo il ferragosto.

Anziani e parenti lamentano con insistenza anche la riduzione delle porzioni in particolare per i primi piatti, e una preparazione delle pietanze qualitativamente inferiore rispetto alla vecchia gestione.  Ma ciò che più di tutto ha fatto infuriare alcuni parenti è la questione del “non mantenimento del posto letto”. Si tratta per l’appunto della clausola inserita nel Contratto di ricovero che in caso di assenza temporanea per qualsiasi motivo, dell’anziano dalla RSA superiore ai 15 giorni ...“KCS Caragiver valuterà se considerare il posto definitivamente decaduto, sentito, eventualmente, il competente Servizio Sociale del Comune di Residenza, ovvero autorizzare il protrarsi del mantenimento del posto alle condizioni di cui sopra”…(art. 5 del Contratto di ricovero).

La clausola trae origine dalle disposizioni regionali che prevedono: “le assenze temporanee di tutti gli ospiti delle residenze, dovute a ricoveri, rientri in famiglia per festività, vacanze ecc., possono essere esposte come giornate di presenza entro il limite massimo  di 15 giorni,…(clausola inserita nei “Contratti per la definizione dei rapporti giuridici ed economici”  sottoscritto tra la ASL e l’Ente Gestore della RSA). Sempre la Regione Lombardia, con delibera n. IX/2633 del 6.12.2011, ha anche determinato che per le RSA e RSD “non saranno più remunerate le giornate con oneri a carico del FRS (fondo regionale sanitario) le assenze per ricoveri ospedalieri”.

Tutto questo mix di disposizioni burocratiche, amministrative e giuridiche è stato messo in piedi, più che per controllare eventuali sprechi ed abusi, per risparmiare sulla spesa sanitaria destinata agli anziani e, quando le norme e le regole diventano esageratamente penalizzanti o entrano in contrasto con diritti inalienabili, allora vuol dire che siamo alla vessazione.
A che serve affermare che la società e le istituzioni hanno il dovere di garantire …“all’anziano malato il diritto al ricovero in struttura ospedaliera o riabilitativa per tutto il periodo necessario per la cura e la riabilitazione” (Carta dei diritti della persona anziana) se poi la burocrazia degli Enti fissa un limite di 15 giorni?

L’anziano per qualunque ragione al mondo non può essere abbandonato, quindi a mio parere l’art. 5 del Contratto di ricovero della RSA Accorsi lede i diritti dell’anziano, perciò va ritirato e completamente riformulato anche in virtù del dettato Costituzionale (artt. 2 - 3 - 32). Confido in un risoluto intervento della pubblica amministrazione per far eliminare questa farraginosa e discriminante clausola. 
                                 
                   fotografie LegnanoNews                

domenica 12 agosto 2012

FERRAGOSTO 2012

di Angela Parisi 
12.08.2012

Quando aspettavamo con ansia (ed anche un po’ di paura) di andare in colonia ...
Chi è stato bambino negli anni 1960 si ricorderà certamente delle estati passate in colonia. A quei tempi non era così comune andare in vacanza ed i genitori mandavano i figli in colonia perché “cambiassero aria” e potessero godere  delle vacanze a poco prezzo.
Quasi tutti noi, nati negli anni ’50, abbiamo vissuto questa esperienza: chi nelle colonie del Comune di Legnano, chi nelle colonie della Franco Tosi o di altre ditte o istituzioni.
La prima volta poteva persino essere a 5 o 6 anni e il primo distacco dai genitori creava un po’ di ansia, ma una volta vissuta questa esperienza si aspettava l’anno successivo per poter ancora andare in colonia e passare molto tempo con altri bambini.
Nonostante ci fossero le “signorine” che si occupavano di noi, ci si sentiva liberi e le giornate trascorrevano veloci tra giochi, canti, pisolini, bagni in mare o passeggiate in montagna. In pratica si sviluppava la socialità e ci si preparava a rapportarsi con gli altri senza l’intermediazione dei genitori.
Come la vivrebbero una tale esperienza i bambini di oggi?

Divertitevi a riconoscervi!

mercoledì 8 agosto 2012

Bollette bollenti

di Giuseppe Marazzini
08.08.2012

Con l’acqua calda si rischia di scottarsi, solo che i cittadini delle case Aler di Mazzafame si sono scottati non con l’acqua calda fornita da Amga mediante il teleriscaldamento, ma toccando le bollette surriscaldate che gli sono arrivate. Bollette che rispetto al tradizionale metano sono più che raddoppiate, e sì che con il teleriscaldamento si dovrebbe risparmiare ...
Per capire cosa è successo, una delegazione di inquilini delle case Aler di via dei Salici con la presenza del consigliere comunale Giuseppe Marazzini, si è recata presso gli uffici Amga dove i responsabili tecnici ed amministrativi hanno spiegato loro che il caro bollette è dovuto all’enorme dispersione di calore (dissipazione) dovuta alla scarsa efficienza dei materiali usati per isolare la rete di distribuzione, realizzata nei singoli edifici da imprese per nome e per conto di Aler. Dall’incontro è emerso anche che l’impianto di distribuzione realizzato dalle imprese controllate da Aler, è entrato in esercizio probabilmente senza essere stato collaudato, e se così risulterà potrebbe essere, se la legge è uguale per tutti, un’altra bella grana.

Oltre il danno la beffa, perché gli inquilini stanno pagando di tasca propria errori commessi da altri, e gli altri per una ragione o l’altra non hanno ancora deciso cosa fare per eliminare il danno e come risarcire gli inquilini. Ora al di là delle rispettive responsabilità che hanno determinato questa paradossale situazione, penso che non ci si possa trincerare dietro al fatto che il mese di agosto è il mese delle “sacrosante ferie”, perciò i responsabili dei vari enti -ALER, AMGA, COMUNE- coinvolti in questa brutta storia, è opportuno che le ferie se le dimentichino e trovino, entro fine mese, soluzioni convincenti per i 470 inquilini di Mazzafame. Altrimenti, presumo, si arrabbieranno.

Lettera a inquilini e articolo La Prealpina Legnano 05/08/2012
 

sabato 4 agosto 2012

Patto di stabilità - l’elenco dei 137 comuni fuorilegge a cui è stata comminata una sanzione; Legnano non c’è.

di Giuseppe Marazzini
04.08.2012

Cresce drasticamente il fenomeno dei Comuni che non riescono a centrare gli obiettivi imposti dal Patto di stabilità interno. Nel 2011, secondo il censimento ufficiale pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale» del 31/07/2012, sono stati 119, cioè 2,5 volte i 48 contati nel 2010, i sindaci che hanno chiuso i bilanci senza raggiungere i target loro assegnati dai vincoli di finanza pubblica. A questi 119 Comuni, oltre che alla Provincia di Vibo Valentia (unico ente di area vasta in questa situazione) sono stati distribuiti quasi 90 milioni di euro di sanzioni: la penalità si traduce in un taglio al fondo sperimentale di riequilibrio. Legnano nell’elenco dei comuni sanzionati non c’è. 

L’elenco dei 137 comuni fuorilegge a cui è stata 
comminata una sanzione 

Cliccare sull'immagine e poi usare zoom avanti

giovedì 2 agosto 2012

Milano ha il registro delle unioni civili, e a Legnano?

di Giuseppe Marazzini
02.08.2012

Durante la campagna elettorale il Sindaco Alberto Centinaio e i suoi collaboratori hanno dato risalto alla vicinanza e al sostegno politico ricevuti dal sindaco di Milano Giuliano Pisapia. Ora Pisapia ha proposto e ottenuto il registro delle unioni civili, con un ampio consenso del proprio consiglio comunale. Il provvedimento e' passato con 27 voti favorevoli, 7 contrari e 4 astenuti. A favore si e' schierata tutta la maggioranza di centrosinistra ad eccezione di 4 cattolici del PD guidati dal vice presidente del Consiglio comunale Andrea Fanzago, che si sono astenuti. Insieme al centrosinistra hanno votato anche due consiglieri dell'area liberal del PdL (Pietro Tatarella e Luigi Pagliuca), Mattia Calise, consigliere del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, e Manfredi Palmeri, consigliere di Futuro e Liberta'. Con questo altro importante successo, l’elenco dei comuni che hanno approvato il registro delle unioni civili si allunga ulteriormente.   

Attualmente sono 89 i comuni che lo hanno approvato, fra cui diversi e importanti capoluoghi di provincia e regione quali Milano, ultimo in ordine di tempo, Cagliari, Napoli, Palermo, Perugia, Bolzano, Firenze, Siena, Arezzo, Ancona, Savona, ecc. e molti altri centri minori, alcuni molto vicini a noi quali Inzago (Milano), Trezzo Sull'Adda (Milano), Gallarate (Varese), Assago (Milano), Brugherio (Milano), Corsico (Milano). Esempi di democrazia e civiltà passanti attraverso un importante provvedimento di carattere amministrativo.

Sapranno il Sindaco di Legnano e la sua maggioranza fare la stessa cosa? Sapranno i cattolici in consiglio comunale staccarsi dalla visione papista della famiglia? Non mancherà il mio impegno, e quello della mia coalizione, a sollevare la questione nel caso Sindaco e Giunta fossero o decidessero su questo importante argomento di essere o rimanere dormienti.

Delibera del Comune di Milano sul Registro delle unioni civili 

Cliccare sull'immagine e poi usare zoom avanti