mercoledì 24 febbraio 2010

ASSISTENZA MENSA. FACCIAMO CHIAREZZA.

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Di seguito il commento di Giuseppe Marazzini

"La lettera del sindaco Vitali e dell'assessore Gangemi inviata ai genitori interessati alla questione và nella giusta direzione.
Alla fine ha prevalso il buon senso sulle rigidità burocratiche che attanagliano i nostri enti pubblici.
Comune e Scuola, al di là di come la si pensi o la si vede, devono confrontarsi e collaborare per garantire il diritto allo studio e la refezione scolastica è parte integrante di questo diritto.
E' un risultato importante, ottenuto dai genitori che hanno saputo argomentare le proprie ragioni con fermezza ed intelligenza".

mercoledì 17 febbraio 2010

Dal sito LegnanoNews 17/02/10 - MENSE: UNA PRESIDENTE DI CONSIGLIO DI CIRCOLO PRECISA LA POSIZIONE

Notizia inserita mercoledì 17 febbraio 2010 - 18:17:12

Con riferimento alla notizia apparsa su “Legnanonews” del 01/02/2010 – TEMPO SCUOLA E ASSISTENZA MENSA, mi permetto segnalare che la decisione del Comune di Legnano di non fornire più il servizio di assistenza mensa NON E’ STATA PRESA IN ACCORDO CON I DIRIGENTI SCOLASTICI E TANTO MENO CON I PRESIDENTI DEI CONSIGLI DI CIRCOLO/ISTITUTO!

Come le Autorità e i Funzionari del Comune presenti all’incontro di coordinamento Comune-Istituzioni del 2 dicembre 2009 potranno ben ricordare, sia i Presidenti di Consiglio di Circolo, sia i Dirigenti di tutti gli Istituti, manifestarono il proprio disaccordo con questa decisione che non tiene conto delle reali necessità dei cittadini legnanesi, come anche dimostrato dalla raccolta firme allegata alla lettera inviata all’ill.mo signor Sindaco in data 21/12/2009.

Sono sempre stata riconoscente al Comune, laddove mi ha aiutato nella riuscita di iniziative importanti, quali Piedibus, Giornata Ecologica, sistemazione controsoffitti della Scuola dell’Infanzia Via Cavour e altre; ho espresso la mia gratitudine anche attraverso le lettere protocollate dalla Vostra cancelleria. Per contro ora mi trovo in un situazione spiacevole, in quanto si afferma che la decisione di sospendere questo servizio è stata presa anche con il mio accordo; desidero ribadire che, in qualità di Presidente del Consiglio di Circolo, non ho mai approvato questa decisione, anzi mi sono sempre dichiarata contraria, sia verbalmente sia in forma scritta.

Pur comprendendo le difficoltà legate al bilancio e ai fondi disponibili, ho sempre fatto presente che questo servizio deve essere considerato tra i più urgenti ed irrinunciabili e pertanto ho chiesto e continuo ad augurarmi che il Comune possa proseguire a farsene carico sopperendo alle mancanze dell’Amministrazione Statale.

Distinti saluti

Gaia Cattaneo
Presidente Consiglio di Circolo
1° Circolo didattico

Di seguito il commento di Giuseppe Marazzini:

"Ringrazio la Presidente del 1° Circolo per la precisazione fornita perchè, finalmente, si comincia a capire come stanno le cose.
A questo punto è ancora più urgente la convocazione della commissione istruzione con la presenza delle parti interessate.
Invito di nuovo l'assessore Gangemi a convocare detta commissione nel più breve tempo possibile, convocazione tra l'altro richiesta dal sottoscritto il 2 febbraio".

domenica 7 febbraio 2010

La dieta scolastica del sindaco Vitali

di Giuseppe Marazzini
07.02.2010


Ci risiamo, la mensa scolastica è sempre stato un argomento ostico per i sindaci di Legnano. Lo è stato per il sindaco Turri, per il sindaco Cozzi e ora lo è per il sindaco Vitali.
Non si è ancora capito che chi tocca la refezione scolastica rischia di scottarsi le mani. E sì che il 2009 si è chiuso con un fatto importante: nella seduta del 15/12 il consiglio comunale ha deliberato una deroga al vigente piano regolatore, per permettere alla società Euroimmobiliare di costruire, in via Pisacane 46, un centro cottura per i pasti comunali (ristorazione scolastica) e una mensa per Tecnocity alto milanese. Ci hanno messo 15 anni a capire che l’appalto al privato costa di più, ma alla fine ci sono arrivati.

A fronte di questa “novità” è alquanto bizzarro l’annuncio del sindaco fatto ai genitori con i bambini in età scolare: la mensa a chi ne ha diritto. Il sindaco deve sapere che la ristorazione scolastica, con i suoi orientamenti di tipo preventivo, educativo e nutrizionale, è un servizio dedicato ai piccoli che si intreccia con le altre azioni educative e formative previste nell’ambito scolastico, quindi, è buona norma mantenere il servizio di ristorazione scolastica per tutti i bambini a prescindere dagli orari scolastici diversificati, e in questa direzione si devono muovere anche i dirigenti scolastici presso i propri organi superiori.

I genitori, dal canto loro, vedono nella ristorazione scolastica un servizio ad alta valenza sociale e lo ritengono, giustamente aggiungo io, un servizio “obbligatorio”, un po’ perché lo pagano e un po’ perché hanno sudato parecchio per ottenerlo. Le competenze in campo, Comune da una parte, amministrazione scolastica dall’altra, non possono ignorarsi, anzi le norme, dalla carta dei servizi scolastici (d.p.c.m. 7 giugno 1995) alla circolare n.4 del 15.1.2010, richiamano gli enti ad agire per il bene degli studenti.

Per i motivi anzidetti ritengo grave la decisione presa di comune accordo – lo dice il sindaco – fra Comune e scuole (dirigenti e presidenti dei consigli di istituto) per la dismissione progressiva del servizio di assistenza al pasto. Comune e scuola devono interagire e cooperare per garantire il diritto allo studio in tutte le scuole dell’obbligo e la ristorazione scolastica è parte integrante di questo diritto.

Il sindaco di Legnano, inoltre, ha tirato in ballo questioni di bilancio adducendo che il patto di stabilità non permette altre spese, dimenticandosi, però, di chiarire che l’assistenza al pasto, se questo è il problema, in parte è già pagata dai genitori tramite il buono mensa, quindi il richiamo al patto di stabilità è una forzatura inutile.

Ma si sa, a Vitali piace di più la scuola privata che la pubblica, quindi quale occasione migliore perché creare un po’ di scompiglio.
Orsù bambini, non fate arrabbiare il sindaco, niente capricci, allenatevi a saltare i pasti.

Post scriptum: in qualità di consigliere comunale, il 2 febbraio u.s., ho richiesto all’assessore Gangemi la convocazione della commissione istruzione per discutere del caso con tutte le parti in causa.

lunedì 1 febbraio 2010

ACCAM, il revamping del "brusadanè"

di Giuseppe Marazzini
01.02.2010


Dopo quasi 60gg. è arrivata la risposta alla mia interrogazione sull'Accam.
Dalla risposta si evince che il comune di Legnano ha espresso parere favorevole al revamping (ristrutturazione), un parere, a mio giudizio, che andava espresso dopo una seria ed approfondita discussione nella sede appropriata, e cioè nella Commissione Attività Produttive, di cui il sindaco Vitali è l'assessore di riferimento.

Se non ci saranno ricadute immediate sul bilancio comunale è tutto da verificare, anche perchè la società Accam, per stare in piedi, ha urgenza di soldi. Tanto è vero che il vicepresidente dell'Accam, dottor Cremonesi di area PD, è preoccupato di una eventuale perdita dei cosidetti "Cip 6", contributi dello Stato attribuiti a chi produce energia elettrica bruciando rifiuti (intervista al Corriere dell'Alto Milanese, gennaio 2010). Si tratta di quasi 6 milioni di euro, ma quello che non dice il vicepresidente è da chi vengono pagati realmente questi contributi; lo dico io: vengono pagati dai cittadini sulle bollette elettriche.

Quindi, affermare che le tariffe di conferimento sono contenute proprio per tali contributi, è fuori luogo. Come è fuori luogo affermare che le emissioni sono al di sotto dei limiti normativi. Nel mese di febbraio 2009 la regione Lombardia ha tirato le orecchie a Accam per eccesso di emissione di ossidi di azoto.

La situazione, fra disaccordi e tentativi di "inciucio" fra le varie forze in campo, nonostante le sedute a porte chiuse, è sempre più confusa e disordinata..
Le banche, che della società Accam non si fidano, chiedono garanzie e vincoli supplementari ai comuni soci e pretendono l'obbligo di conferimento dei rifiuti all'Accam; quindi, c'è anche il rischio di trovarsi di fronte a clausole "capestro", che dovranno essere gestite nel corso di diversi anni.

Se non si cambia registro, abbandonando la strada dell'incenerimento per un modello alternativo di smaltimento dei rifiuti (tipo Vedelago in provincia di Treviso), si butteranno via un sacco di soldi dei cittadini in una impresa fallimentare.

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