martedì 26 maggio 2015

PER UN ASSOCIAZIONISMO PIÙ TRASPARENTE

di Giuseppe Marazzini
26.05.2015

La stampa locale non ne parla, forse per una sorta di benevolenza verso la congrega dei cappellini bianchi, ma in occasione delle discussioni in Consiglio comunale del bilancio consuntivo 2014 il dato è stato citato. Il comune di Legnano solo nel mese di dicembre 2014 ha erogato contributi a pioggia a favore di cinquanta associazioni per un valore di circa 220mila euro. Le erogazioni complessive dell’anno 2014 sono state 265mila euro.

È bene precisare che detto importo è solo una parte delle erogazioni concesse che va sotto il nome di associazioni. Si dirà che è una consuetudine, una tradizione, un sostegno alle buone pratiche e alla sussidiarietà, ma in ciò c’è un qualcosa che non mi convince.

La prima cosa è che questi soldi sono dei contribuenti legnanesi e sono stati erogati con molta discrezionalità da parte dell’Amministrazione senza informare il Consiglio Comunale. Con quali motivazioni e criteri sono stati elargiti i contributi forse potremmo saperlo solo presentando una interrogazione.

La seconda cosa è che la modalità delle erogazioni a pioggia richiama in auge il vecchio modello democristiano; quello di affezionarsi fette di cospicuo e potenziale elettorato nel contesto del volontariato, che sia terzo settore o meno. Un contesto molto ampio che spazia dall’associazionismo cattolico a quello post comunista.

La terza cosa è che le associazioni più forti e scaltre, che ormai si possono definire delle vere e proprie lobby, fanno la parte del leone e vengono premiate con somme più consistenti rispetto alle altre, sia dal Comune che dalla Fondazione Ticino-Olona; quest’ultima cofinanziata dal Comune per 15mila euro l’anno.

La quarta cosa riguarda l’inefficacia del nuovo regolamento che non è in grado di contenere le erogazioni a pioggia. Un regolamento rigettato dalle stesse associazioni e considerato da tanti fin troppo macchinoso per le loro modalità operative.

La quinta cosa è che parte di questi contributi vanno a finanziare attività private ai fini sociali che entrano in concorrenza con le attività comunali rendendo queste ultime economicamente meno competitive e di conseguenza meno frequentate. È il caso dei centri estivi comunali che da quattro sono stati ridotti a due per risparmiare 30mila euro. Nel frattempo però si apre un centro estivo privato, con tariffe molto inferiori rispetto a quelle comunali, promosso dalla Fondazione Ospedaliera (presidente Paolo Pigni), dalla Fondazione Ticino-Olona (presidente Piero Cattaneo) e dalla cooperativa S. Luigi di Tradate, il cui presidente è nipote del parroco della parrocchia S. Pietro in Canazza.

Con la scusa di tagliare per ridurre i costi dei servizi, si sta applicando in piccolo sul territorio quanto il governo centrale sta portando avanti ormai da mesi, ovvero lo smantellamento sistematico dello stato sociale a favore del privato.

Io penso, prendendo atto che non tutte le associazioni che ricevono contributi pubblici sono autoreferenziali o agiscono per fini privati, che sia necessario per l’amministrazione comunale superare questa situazione. Per esempio esaminando nel concreto le attività in essere che le associazioni svolgono con dettagliate rendicontazioni sia sullo stato di avanzamento delle loro attività, che sull’uso del contributo pubblico ricevuto e non ultimo con la valutazione del grado di sussidiarietà ottenuta. Penso anche che sarebbe una buona pratica delle associazioni che ricevono erogazioni pubbliche pubblicare annualmente sul sito del Comune il proprio bilancio sia amministrativo che sociale.

domenica 17 maggio 2015

72 operai bruciati a Manila, RENDIAMO ILLEGALE LA POVERTÀ

Giuseppe Marazzini
17.05.2015

Operai indifesi, resi in schiavitù e condannati a sacrificare la propria vita per riempiere il portafoglio dei potenti del mondo.

MANILA, 72 i morti nella fabbrica incendiata. Guadagnavano 6 euro al giorno

MANILA, 14 maggio - E' pesantissimo il bilancio dell'incendio che ha distrutto a Valenzuela, nell'area metropolitana di Manila, una fabbrica di infradito. I morti sono 72, secondo l'ultimo aggiornamento fornito da Rexlon Gatchalian, il sindaco di Valenzuela; e il bilancio a questo punto potrebbe essere definitivo perché corrisponde al numero delle persone che mancano all'appello. Il rogo e' divampato mercoledì poco prima di mezzogiorno (le 6 del mattino in Italia) in un edificio di due piani nella zona industriale a nord della capitale e un'enorme colonna di fumo si e' levata sopra la metropoli in cui vivono 14 milioni di persone. La fabbrica è di proprietà della societa' filippina Kentex Manufacturing Inc. G. I familiari delle vittime hanno denunciato le condizioni di lavoro nella fabbrica, dove gli operai guadagnavano l'equivalente di 6 euro al giorno, senza riuscire a proteggersi dalle esalazioni tossiche e non avevano ricevuto alcuna preparazione su come evacuare l'edificio in caso di incendio.