lunedì 26 novembre 2012

Chi fa il peana a chi

di Giuseppe Marazzini
26.11.2012

E così “Fiamma Tricolore” è riuscita a gabbare Centinaio e company.  A leggere il loro comunicato, che resoconta dell’incontro avuto con il sindaco, è mancato solo il brindisi finale. “Intesa” quasi su tutti gli argomenti discussi, ci sarà pure un dibattito pubblico: "di fare un dibattito aperto ai cittadini, dopo il periodo natalizio". Dal palazzo, nel tentativo di metterci una pezza, si dichiara che i responsabili di Fiamma Tricolore sono stati ricevuti “come semplici cittadini”. Perché qualcuno aveva in mente di riceverli con un comitato di accoglienza? 

Questo “ritrovarsi” non solo disorienta buona parte l’opinione pubblica democratica, ma mette in evidenza la confusione e la fragilità ideale presente nell’entourage del sindaco. 

Era il caso di ricordare a questi signori che in Italia c’è una Costituzione che vieta la discriminazione razziale o etnica e punisce chi esalta principi, esponenti, fatti e metodi del partito fascista. 

Se i nostri partigiani avessero la possibilità di risorgere per un attimo credo che avrebbero qualcosa da dire.
Che tristezza!


5 novembre 2012 - Fiamma Tricolore ai funerali di Pino Rauti suo fondatore


*fare un peana - fare il cortigiano - adulare, piaggiare, lustrare, ossequiare, far la corte, lisciare, menare il turibolo, piagellare, insaponare, ungere

25 novembre 2012 - Giornata internazionale contro la violenza alle donne

di Giuseppe Marazzini
26.11.2012

Alle ore 18 si è svolta in Piazza San Magno, l’iniziativa organizzata dall’Associazione legnanese “IPAZIA – per una cultura della non violenza”, per celebrare e per sensibilizzare la città in occasione della Giornata internazionale contro la violenza alle donne. All’iniziativa è intervenuta anche Francesca Raimondi, Assessore alla Cultura - Politiche giovanili e Pari opportunità. La fiaccolata, i partecipanti e le tante persone di passaggio che si sono fermate, hanno creato in Piazza San Magno una empatica ed emotiva atmosfera, come non si vedeva e si sentiva da tanto tempo. Qui sotto le immagini della manifestazione.

venerdì 23 novembre 2012

Legnano, Consiglio Comunale del 27/11/2012 – Le interrogazioni di Sinistra Legnanese

di Giuseppe Marazzini
23.11.2012

Nel Consiglio Comunale del 27 novembre 2012, verranno discusse le due interrogazioni presentate dal Gruppo Sinistra Legnanese, che trattano il problema dell’iniqua tassa di occupazione suolo anche per le iniziative politiche e socio culturali senza scopo di lucro e il riconoscimento dell’acqua “bene comune” nello statuto comunale. 
I testi delle due interrogazione, nelle slides qui sotto.

lunedì 19 novembre 2012

I “Capitali” di Vitali

di Giuseppe Marazzini
19.11.2012

Il ricorso alla Corte dei Conti per accertare un eventuale danno erariale promosso dal sindaco Centinaio assomiglia più a un tentativo di chiudere la stalla a buoi scappati che a  una reale voglia di accertare le responsabilità dell’amministrazione Vitali. Determine e fatture (vedi sotto) sono lì a dimostrare che i dirigenti della precedente amministrazione, in primis l’ultimo direttore generale del comune di Legnano, dottoressa Ristori, sono probabilmente i responsabili materiali dello sperpero di denaro pubblico. Ferme restando le responsabilità politiche, potevano fermare l’operazione, ma non l’hanno fatto. I cittadini fanno fatica a capire perché la nuova maggioranza, una volta scoperta (fatto risalente a qualche mese fa) la spesa esorbitante sostenuta per un report di fine mandato, non abbia fatto subito una indagine interna per verificare le eventuali responsabilità e, contestualmente, non abbia proceduto al ricorso alla Corte dei Conti. 

Non c’era bisogno di arrivare in Consiglio Comunale per fare della retorica politica. Tra l’altro, un consigliere comunale dell’attuale maggioranza ha rivendicato di essere informato della situazione fin dallo scorso mese di aprile, ma nessuna azione fu intrapresa, nè da parte sua, nè dal suo gruppo politico di riferimento.
Il Movimento 5 Stelle ha il merito di aver scoperto il “corpo del reato” e sollevato la questione, ma, nella foga mediatica, ha perso di vista l’azione politica. Dopo le foto e i filmini dovevano (ne hanno i titoli) ricorrere loro stessi alla Corte dei Conti, senza attendere le contraddittorie risposte della nuova giunta. 

Una loro azione in tal senso avrebbe dato uno schiaffo morale alla precedente amministrazione e al sindaco Centinaio, che, con la sua mancata vigilanza  -se ne è assunto la responsabilità politica l’altra sera in Consiglio Comunale- , ha fatto sì che mille copie del libro di  fine mandato finissero al macero, e, paradossalmente, anche se non era quello che si voleva,  forse il vero danno è proprio questo. Le copie rimaste, di proprietà pubblica, potevano essere distribuite ad associazioni, biblioteche, scuole ed alla cittadinanza.

La distruzione di libri, che avvenga in modo coatto o meno, anche se di contenuto non condivisibile, mi amareggia e non mi fa star bene.


domenica 18 novembre 2012

Ikea chiede scusa ai prigionieri della Germania dell'Est per lo sfruttamento del lavoro forzato

di Giuseppe Marazzini
18.11.2012

Il sindaco di Cerro Maggiore si augura che nel 2013 Ikea realizzi sul territorio del suo comune un mega centro commerciale. Io mi auguro di no, mi auguro invece che ci sia una forte mobilitazione contro un'altra operazione di rapina del territorio, propagandata illusoriamente come portatrice di benefici per tutti i residenti. Nel frattempo impariamo a conoscere il "mostro" Ikea. 

Ikea chiede scusa ai prigionieri della Germania dell'Est per lo sfruttamento del lavoro forzato
L'HuffingtonPost  |  Pubblicato: 16/11/2012 

 Prima li ha usati e sfruttati. Oggi pone le sue scuse che arrivano tardi e non cancellano il dolore. Il mobilificio più capillare al mondo, l' Ikea prova a chiedere scusa per aver beneficiato dell'uso dei lavori forzati da parte di alcuni dei suoi fornitori nella Germania dell'Est comunista. L'accaduto non si ripeterà. Oggi Ikea ha i sistemi adeguati per capire chi lavora con le proprie mani sui prodotti del gruppo svedese. Il rammarico è stato espresso venerdì scorso e si riferisce a più di due decenni fa. La società ha stilato un rapporto indipendente e dettagliato che mostra che i prigionieri della Germania dell'Est, tra i quali molti dissidenti politici, sono stati coinvolti nella produzione di beni targati Ikea 25 a 30 anni fa.

La relazione conclude che i manager Ikea erano a conoscenza della possibilità che i prigionieri sarebbero stati utilizzati per la fabbricazione dei suoi prodotti. "Scongiuriamo profondamente che questo possa accadere oggi", ha detto Jeanette Skjelmose, un manager Ikea. "L'uso dei prigionieri politici per la produzione non è mai stata accettata dall'etica di Ikea". "Ma - ha aggiunto - negli anni addietro non abbiamo avuto il ben sviluppato sistema di controllo che abbiamo oggi. Anche se abbiamo chiaramente fatto troppo poco per prevenire tali metodi di produzione."

Ikea ha dato mandato alla società di consulenza e revisore di fama internazionale Ernst & Young, chiedendo di esaminare le accuse mostrate in onda da un documentario televisivo svedese lo scorso giugno, prodotto da un gruppo che si batte per i diritti umani dal 1982. Rainer Wagner, presidente dell' UOKG, che rappresenta il gruppo delle vittime, ha detto che Ikea era solo una delle tante aziende che hanno beneficiato dell'uso del lavoro forzato in carcere nella Germania dell'Est dal 1960 al 1980. "Ikea è solo la punta di un iceberg", ha detto all'Associated Press in un'intervista all'inizio di questa settimana. 

Wagner ha detto di sperare che Ikea e altri prendano in considerazione l'ipotesi di un risarcimento per gli ex detenuti, molti dei quali portano ancora oggi le cicatrici psicologiche e fisiche del duro lavoro che sono stati costretti a fare. Difficile se non impossibile trovare un modo per risarcire il danno commesso, ma il gruppo svedese prova in tutti i modi a ricucire quelle ferite i cui segni resteranno per sempre. "Ikea ha assunto la guida di questa proposta dell'UOKG, alla quale siamo molto grati", ha detto in una conferenza stampa a Berlino, dove è stata presentata la relazione. Peter Betzel, il capo di Ikea in Germania, ha detto che la società continuerà a sostenere gli sforzi per indagare sull'impiego di prigionieri in Germania Est nel futuro.

Ikea non è la prima volta che si trova nelle condizioni di recitare delle scuse. L'ultima, prima di questa, risale a ai cataloghi distribuiti in Arabia, dove nelle foto di mobili e arredamenti, la figura delle donne, veniva sostituita con quella di altri oggetti.

domenica 4 novembre 2012

Marazzini boccia il "Piano rom" e propone La sua alternativa

La Prealpina Legnano
domenica 28/10/2012 pag.31
 
LEGNANO - Giuseppe Marazzini, consigliere comunale della Sinistra, boccia il "Patto locale di sicurezza urbana e coesione sociale" presentato dalla giunta Centinaio sull'onda dell'emergenza rom, e spiega quello che avrebbe fatto lui nel caso fosse diventato sindaco. «Per prima cosa - spiega - avrei cercato un accordo, prima con i cittadini mediante incontri nei quartieri, poi con la Prefettura, con gli organi regionali e possibilmente con i Comuni limitrofi. E avrei utilizzato un'area dismessa, provvista di acqua ed energia elettrica con condizioni igieniche accettabili per trasferirvi, entro la fine del 2012, la comunità rom da San Paolo per iniziare un primo intervento di legalità e socialità vagliando le loro reali intenzioni d'inclusione nella comunità (lavoro, scuola, civismo, ecc.). Contestualmente avrei fatto partire lavori di recupero e valorizzazione delle aree verdi oggetto di occupazioni abusive con progetti condivisi con i privati e un controllo costante con la partecipazione di volontari». 

Marazzini aggiunge che contestualmente avrebbe anche fatto partire "una campagna di dissuasione all'immigrazione spontanea verso Legnano non solo nei Comuni della provincia e confinanti, ma nei luoghi di provenienza della Romania (mediante Consolato, Legazioni, Rappresentanze commerciali, enti religiosi)" : «Un'opera di dissuasione anche con la finalità di ridurre a zero gli sgomberi. In un secondo tempo, in collaborazione con le associazioni di categoria (artigiani, commercianti, piccoli imprenditori, ecc.), avrei promosso la costituzione di piccole coop di lavoro integrando queste attività con lavori socialmente utili.

Per il consolidamento reddituale e il radicamento sociale avrei infine promosso progetti di autocostruzione di case per chi veramente avesse scelto di vivere nella nostra comunità e di contribuire al suo progresso». Bocciatura, dunque, su tutta la linea del piano della giunta? Non proprio. «Apprezzo - dice Marazzini - lo sforzo, ma i tempi degli evangelizzatori sono finiti da un pezzo. Buona volontà e superiorità morale non bastano». Da qui una serie di considerazioni sul metodo seguito: «Un piano d'inclusione e sicurezza sociale deve riguardare tutta la platea degli stranieri in condizioni di precarietà presenti a Legnano. Ovviamente bisogna stabilire una scala di priorità, senza dimenticare di verificare se i nostri concittadini in difficoltà sono ben assistiti.

Inoltre un piano che preve-de l'inclusione, nel nostro caso, di una comunità rom, deve trovare consenso tra i cittadini. Il coinvolgimento del gruppo San Paolo e di altre associazioni, pur importante, è limitativo. E un piano che non prevede un accompagnamento della comunità di San Paolo e dei legnanesi alla gestione del fenomeno incontrerà serie difficoltà». In questo contesto il consigliere della Sinistra ritiene sia stato un "errore fatale" il mancato coinvolgimento, nella preparazione del piano, di rappresentanti delle passate maggioranze che hanno sostenuto a suo tempo il progetto Caritas "emergenza freddo" e il progetto di "Inclusione e integrazione per famiglie straniere con bambini senza fissa dimora e senza reddito"». 

Conclusione. «Un piano di inclusione calato dall'alto ha scarse probabilità di successo senza contare che non è ancora ben chiaro cosa dovranno fare le associazioni che firmeranno il progetto. Intanto la comunità rom l'inverno lo passerà ancora nei campi confinanti il cimitero parco». 
Luca Nazari