domenica 28/10/2012 pag.31

Marazzini
aggiunge che contestualmente avrebbe anche fatto partire "una campagna di
dissuasione all'immigrazione spontanea verso Legnano non solo nei Comuni della
provincia e confinanti, ma nei luoghi di provenienza della Romania (mediante
Consolato, Legazioni, Rappresentanze commerciali, enti religiosi)" :
«Un'opera di dissuasione anche con la finalità di ridurre a zero gli sgomberi.
In un secondo tempo, in collaborazione con le associazioni di categoria
(artigiani, commercianti, piccoli imprenditori, ecc.), avrei promosso la
costituzione di piccole coop di lavoro integrando queste attività con
lavori socialmente utili.
Per il consolidamento reddituale e il radicamento sociale avrei infine promosso progetti di autocostruzione di case per chi veramente avesse scelto di vivere nella nostra comunità e di contribuire al suo progresso». Bocciatura, dunque, su tutta la linea del piano della giunta? Non proprio. «Apprezzo - dice Marazzini - lo sforzo, ma i tempi degli evangelizzatori sono finiti da un pezzo. Buona volontà e superiorità morale non bastano». Da qui una serie di considerazioni sul metodo seguito: «Un piano d'inclusione e sicurezza sociale deve riguardare tutta la platea degli stranieri in condizioni di precarietà presenti a Legnano. Ovviamente bisogna stabilire una scala di priorità, senza dimenticare di verificare se i nostri concittadini in difficoltà sono ben assistiti.
Inoltre un piano che preve-de l'inclusione, nel nostro caso, di una comunità rom, deve trovare consenso tra i cittadini. Il coinvolgimento del gruppo San Paolo e di altre associazioni, pur importante, è limitativo. E un piano che non prevede un accompagnamento della comunità di San Paolo e dei legnanesi alla gestione del fenomeno incontrerà serie difficoltà». In questo contesto il consigliere della Sinistra ritiene sia stato un "errore fatale" il mancato coinvolgimento, nella preparazione del piano, di rappresentanti delle passate maggioranze che hanno sostenuto a suo tempo il progetto Caritas "emergenza freddo" e il progetto di "Inclusione e integrazione per famiglie straniere con bambini senza fissa dimora e senza reddito"».
Per il consolidamento reddituale e il radicamento sociale avrei infine promosso progetti di autocostruzione di case per chi veramente avesse scelto di vivere nella nostra comunità e di contribuire al suo progresso». Bocciatura, dunque, su tutta la linea del piano della giunta? Non proprio. «Apprezzo - dice Marazzini - lo sforzo, ma i tempi degli evangelizzatori sono finiti da un pezzo. Buona volontà e superiorità morale non bastano». Da qui una serie di considerazioni sul metodo seguito: «Un piano d'inclusione e sicurezza sociale deve riguardare tutta la platea degli stranieri in condizioni di precarietà presenti a Legnano. Ovviamente bisogna stabilire una scala di priorità, senza dimenticare di verificare se i nostri concittadini in difficoltà sono ben assistiti.
Inoltre un piano che preve-de l'inclusione, nel nostro caso, di una comunità rom, deve trovare consenso tra i cittadini. Il coinvolgimento del gruppo San Paolo e di altre associazioni, pur importante, è limitativo. E un piano che non prevede un accompagnamento della comunità di San Paolo e dei legnanesi alla gestione del fenomeno incontrerà serie difficoltà». In questo contesto il consigliere della Sinistra ritiene sia stato un "errore fatale" il mancato coinvolgimento, nella preparazione del piano, di rappresentanti delle passate maggioranze che hanno sostenuto a suo tempo il progetto Caritas "emergenza freddo" e il progetto di "Inclusione e integrazione per famiglie straniere con bambini senza fissa dimora e senza reddito"».
Conclusione. «Un piano di inclusione calato dall'alto ha scarse probabilità di successo senza contare che non è ancora ben chiaro cosa dovranno fare le associazioni che firmeranno il progetto. Intanto la comunità rom l'inverno lo passerà ancora nei campi confinanti il cimitero parco».
Luca Nazari
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