mercoledì 16 marzo 2016

VERSO IL 25 APRILE – il commento di un nostro lettore

16.03.2016

Ringrazio molto il Sig. Quaresima per il suo commento al post “VERSO IL 70° del 25 APRILE: lettera di Giuseppe Bocchiotti, partigiano condannato a morte”, pubblicato il 20 aprile 2015 e che riproponiamo qui sotto.
Giuseppe Marazzini


16 marzo 2016
Giuseppe è un lontano parente di mia moglie, ringrazio Giuseppe Marazzini per aver pubblicato questa testimonianza. In onore di Giuseppe Bocchiotti il 25 aprile verrà esposta una foto ceramica alle Carceri Nuove di Torino.
Bruno Quaresima

VERSO IL 70° del 25 APRILE: lettera di Giuseppe Bocchiotti, partigiano condannato a morte.

Giuseppe Bocchiotti
Di anni 18. Nato il 3 novembre 1925 a Felizzano (AL). Di professione tipografo. Ideologicamente vicino al partito democratico-cristiano, nella primavera del 1944 prende contatto con il movimento partigiano alessandrino. A maggio si trasferisce a Torino ed inizia un intensa attività di stampatore clandestino sotto la direzione dell’Ufficio documenti del CMRP. Nello stesso periodo si arruola anche nelle fila della 7ª Divisione Giustizia e Libertà, con la quale organizza ed esegue un’importante incursione all’armeria dell’aeroporto di Venaria Reale. Proprio a causa di questa azione, il 19 agosto 1944 viene arrestato ed imprigionato nelle Carceri Nuove di Torino. Il 21 settembre il Tribunale Co.Gu. (contro guerriglia), composto da ufficiali di Brigate Nere, GNR ed esercito della RSI, lo processa e lo condanna a morte. La sentenza è eseguita il giorno seguente, 22 settembre 1944, al Poligono di tiro del Martinetto, ad opera di un plotone composto da militi della Guardia nazionale repubblicana (GNR). Con Bocchiotti sono giustiziati anche Oreste Armano, Walter Caramellino, Gianfranco Farinati, Francesco Lorenzo Massai Landi, Carlo Pizzorno e Ferruccio Valobra. Pochi giorni dopo l’esecuzione, in città viene diffuso un volantino clandestino stampato "a cura del Partito democratico cristiano" che annuncia la morte di Bocchiotti e dei suoi compagni.

Lettera di Giuseppe Bocchiotti a Teresina scritta in data 22-09-1944 dalle Carceri giudiziarie di Torino

Torino,22/9/44

Carceri giudiziarie di Torino
Mia adorata Teresina,
ti scrivo questa mia ultima prima di morire. Ieri sera sono stato giudicato, ora aspetto la morte, Teresina tu comprendi in quale stato mi trovi. Spero che ti ricorderai sempre nella tua vita, di quel Peppino che tanto ti ha voluto bene e tanto specie in questo periodo di carcere, ti ha amata.

Consola papà e mamma del dolore che a loro reco, ricordati di me, finché avrai vita ed io dal di là veglierò si di te. Ricordati che sono morto da innocente e che il mio onore di fronte al mondo è salvo. Non ho fatto nulla di male, muoio proprio innocente. Io muoio molto giovane, non so che cosa sia la vita; speravo di unirla a te e invece il destino me l’ha troncata. Muoio colla grazia di Dio nel cuore.

Ciao Teresina, ricordati sempre del tuo Peppino

Come ultimo mio desiderio, mia Teresina, vorrei che anche dopo la mia morte tutta la tua vita sia per me, che continui ad amarmi finché ti resterà vita, perché io solo, come tu per me, sia stato quello cui avevi donato il tuo amore e la tua esistenza.

Ciao cara, un bacio
Peppino
Muoio in grazia di Dio.

Ultime lettere di condannati a morte e di deportati della Resistenza italiana (http://www.ultimelettere.it), on line dal 26 aprile 2007, INSMLI.
 

martedì 15 marzo 2016

SVEGLIA, DIFENDIAMO LA CARTA! VOGLIONO CITTADINI STRISCIANTI.

Giuseppe Marazzini
15.03.2016

Intervista a Dario Fo di Ferruccio Sansa (Fatto 13.3.16) “Fo: Non dobbiamo restare spettatori, 20 anni fa saremmo scesi in piazza. Se vincesse il sì, vedo un Paese di gente inerte, silenziosa, servile”. Se la battaglia sarà dura, bene. Allora combattiamola fino in fondo. Non facciamoci prendere dalla paura. È il momento di partecipare. Non solo: di essere decisi.”
  


Dario Fo, che cosa deve fare chi vuole difendere la Costituzione… basta una firma?
Gli appelli sono importanti. Eccome. A volte mi prendono in giro perché li firmo, ma è mio dovere. Certo, è solo il primo passo. Poi dobbiamo farne altri: difendere la Costituzione nella realtà, nella nostra vita. Io ho la fortuna di parlare alla gente, di salire sul palcoscenico. Di provare ad aprire i pensieri. Non dobbiamo essere solo spettatori. Non basta conoscere il senso e il valore di una legge. Se non la difendi, tutto il lavoro dei nostri padri va a morire ammazzato. Ce ne rendiamo conto?

Questa Costituzione l’ha accompagnata per gran parte della sua vita. Che cosa ha significato per lei?
Quando è finita la guerra abbiamo finalmente incontrato tante verità. Abbiamo avuto coscienza che altre nazioni erano tanto più avanti. E noi avevamo di fronte un enorme spazio bianco su cui scrivere la nostra vita e il nostro futuro. La Costituzione ha significato partecipare, sapere, conoscere, informarsi. Avere dubbi, anche. Per controllare e verificare, per non cadere più nelle trappole e negli errori.

Una Carta frutto di un lavoro corale, niente colpi di maggioranza…
Io ho avuto la fortuna di conoscere alcuni di quelli che l’hanno pensata. L’hanno scritta. La nostra Costituzione è il frutto di un dibattito che non aveva di mira gli interessi personali, ma quelli di un’intera popolazione. La Costituzione non si preoccupa soltanto di quelli che stanno in cima alla piramide sociale, ma anche di chi si è trovato a vivere nella povertà.

Una Costituzione di tutti?
Sì. La democrazia è proprio questo: non interessarsi solo della situazione che ti riguarda. Non pensare solo ai vantaggi che possono derivare alla tua vita. Questa è la democrazia. Questa è la giustizia.

Ma non c’è nulla che potrebbe essere cambiato?
Cose minime. Qualche parolina. Ma questa è la grande infamia: con la scusa di aggiustare un poco ti rovesciano la macchina. È come se uno portasse dal meccanico un’auto, e quello con la scusa di girare una vite gli sfasciasse tutto. C’è una cosina che non va, ti dicono. No, fermi, preferisco così, non mettete le mani sulla nostra Costituzione.

Ma qual è davvero l’intenzione dei nuovi costituenti?
L’intento di questo governo e di chi lo appoggia è distruggere la Costituzione. Vogliono distruggere la libertà di pensiero. E la libertà di partecipazione.

Ma perché quando le riforme le voleva fare Berlusconi scendevamo tutti in piazza e adesso quasi nessuno parla?
Ci hanno addormentato ancora di più. Allora almeno qualcuno forse si era preso l’Optalidon, qualcuno si risvegliava dal letargo. Adesso si tira a campare. Come dice quella frase insopportabile: tengo famiglia e devo pure arrangiarmi.

Lei è maestro di fantasia e immaginazione… ci racconti l’Italia se vincesse il “Sì”.
Sarebbe un disastro. Vogliono far tacere la voce dei cittadini. Vogliono soltanto gente che striscia sotto le natiche di chi gestisce il potere. Questa è la distruzione della dignità di un popolo. Se vincesse il “Sì”, vedo un Paese di gente inerte, silenziosa, servile.

Nelle sue parole si sente l’eco, la presenza di sua moglie Franca Rame…
Sono passati tre anni da quando… ma non è cambiato nulla. E io ho sempre davanti a me il suo esempio: rimanere attivi quando tutti vogliono essere nascosti, silenti e acquattati. La nostra è la Costituzione più bella del mondo, ma non basta dirlo. Bisogna difenderla. Poi potremo anche perdere, ma avremo la coscienza di aver fatto ciò che potevamo.

Difendere la Costituzione…
Per ritrovare noi stessi. Il piacere di essere parte integrante della vita del nostro Paese. Per essere vivi. Giustizia, verità e partecipazione, questo è la nostra Costituzione.