lunedì 30 aprile 2018

ART. 35 DELLO “SBLOCCAITALIA”, UNA “MOSSA DEL CAVALLO” LO PORTA ALLA CORTE EUROPEA.

Giuseppe Marazzini
30.04.2018

Art. 35 dello “sbloccaitalia”, una “mossa del cavallo” lo porta alla Corte Europea 
Medicina Democratica - 27 aprile 2018


Come molti sanno l’art. 35 del decreto “Sbloccaitalia” (ora L. 164/2014) apriva porte e finestre a nuovi impianti di incenerimento nelle zone “carenti” (centro e sud) e alla “libera” circolazione dei rifiuti urbani e assimilati nelle zone con sovracapacità impiantistica (parte del Nord), il tutto precisato e dettagliato nel successivo DPCM 10.08.2016. Il ricorso presentato da Verdi Ambienti e Società, VAS, Movimento Legge Rifiuti Zero per l’Economia Circolare, con la ordinanza del TAR del Lazio n. 4574/2018 pubblicata il 24.04.2018 ha ottenuto un risultato positivo : spostare la questione alla Corte Europea per verificare la congruità del DPCM (e di riflesso dello sbloccaitalia – da qui la “mossa del cavallo”) alle direttive europee sui rifiuti e sulla Valutazione Ambientale Strategica. I principali punti controversi sono costituiti da: 

1. non coerenza del decreto sbloccaitalia che introduce una “rete nazionale di inceneritori” (qualificandoli altresì come impianti strategici e quindi da difendere con ogni mezzo, esercito incluso come fu ad Acerra) in luogo della richiesta contenuta nella direttiva 2008/98 di creare “una rete integrata e adeguata di impianti di smaltimento dei rifiuti e di impianti per il recupero dei rifiuti urbani non differenziati provenienti dalla raccolta domestica”, quindi solo ed esclusivamente inceneritori (a suo tempo nella conversione in legge venne infilato nel decreto anche un riferimento ad impianti di compostaggio ma era la classica “foglia di fico”). Questa carenza fa emergere quella della mancata considerazione della “gerarchia dei rifiuti” prevista dalle direttive EU puntando solo ed esclusivamente al penultimo (prevenzione; preparazione per il riutilizzo; riciclaggio; recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia; smaltimento). Per la verità su questo aspetto dovremmo stendere un velo sulla stessa direttiva 2008/89 che ha “sdoganato” proprio il recupero di energia nobilitando quello che è sempre stato (e di fatto è) null’altro che smaltimento di rifiuti mediante incenerimento, sfortunatamente per il governo italiano, nel frattempo, la Commissione Europea si è in parte emendata degli errori del passato : con la comunicazione 2017/34 del 26.01.2017 (“il ruolo della termovalorizzazione nell’economia circolare”) ha rimesso in discussione sia i regimi fiscali e incentivanti che sostengono l’incenerimento nonché “introdurre una moratoria sui nuovi impianti e smantellare quelli più vecchi e meno efficienti”. 

2. il DPCM non è stato sottoposto a Valutazione di Impatto Strategico ministeriale né era possibile sottoporre le previsioni di nuovi impianti contenute nello stesso (per una capacità aggiuntiva complessiva di oltre 1.800.000 t/a di incenerimento) a livello regionale. E da qui si arriva alla mancata attuazione del principio di precauzione e l’indifferenza degli impatti ambientali connessi (almeno!) ai nuovi impianti previsti (dando peraltro per scontato che la singola Valutazione di impatto ambientale fosse positiva in virtù della investitura ministeriale contenuta nello stesso DPCM). 

Per lasciare la parola alla ordinanza, in attesa delle future decisioni, riportiamo il link al testo della ordinanza:https://www.giustizia-amministrativa.it/cdsintra/cdsintra/AmministrazionePortale/DocumentViewer/index.html?ddocname=SN3VWPRYG2NUBSLL5SSERELSBE&q 

Marco Caldiroli

sabato 28 aprile 2018

FINALMENTE I GIOVANI

di Giuseppe Marazzini
28.04.2018

Proprio in questi giorni sto per concludere una ricerca per documentare il ‘68 del movimento studentesco di Legnano. Dico questo perché quando ho sentito l’intervento dello studente del Bernocchi denunciare con forza le deviazioni del nostro sistema politico e sociale, durante la recente manifestazione del 25 Aprile in piazza S. Magno, il mio cuore ha avuto un sobbalzo. Negli anni ‘70 sono stato studente serale del Dell’Acqua e ho partecipato insieme a tanti altri alla “contestazione studentesca” del sistema scolastico, politico e sociale. Ero contro la guerra, le ingiustizie e le discriminazioni. E non ho cambiato idea. 

La contestazione giovanile di allora, la si veda come si vuole, aveva innescato un processo di critica radicale ad un sistema di potere che era marcio fino al midollo. Si rubava molto di più che nel fantastico film hollywoodiano “Alì Babà e i 40 ladroni”. Ho sentito nelle parole di uno studente del Bernocchi non un attacco alla “festa” del 25 Aprile, ma un forte richiamo alla coerenza dei valori della lotta di Liberazione dal nazifascismo, un richiamo rivolto in particolare a coloro che predicano bene ma razzolano male.

Se abbiamo la “più bella Costituzione del mondo” questo lo dobbiamo a tutti coloro che hanno combattuto, sacrificando anche la propria vita, per liberarci dal nazifascismo. Fra costoro c’erano tantissimi giovani partigiani che se potessero resuscitare ci chiederebbero: “Ma questa bella Costituzione l’avete applicata o no?”. Io sono dell’idea che i nostri eroici Giuseppe Bollini e Mauro Venegoni questa domanda ce la porrebbero.

La nostra Costituzione non prevede la precarietà permanente per i nostri giovani, non prevede la povertà assoluta, non prevede che dei nostri concittadini caduti in “disgrazia” per sfamarsi debbano sperare nell’ istituzione di mense della carità, non prevede che per l’assistenza ai malati ed anziani si sia costretti a vendere la casa, non prevede la disoccupazione a vita. Sono 73 anni che la maggior parte degli italiani chiedono una coerente applicazione del dettato Costituzionale, ma più passa il tempo più i potenti di turno, attorniati dai loro cortigiani, ne frenano l’applicazione.

Chi della mia generazione -io ho 70 anni- è rimasto fedele all’antifascismo, pur diventando un po’ borghese, sa quanti danni ha causato la retorica resistenziale dei partiti del cosiddetto “Arco Costituzionale”. Quasi tutti quei partiti che dagli anni 50’ in avanti hanno coperto di polvere la Costituzione sono finiti davanti ai giudici per corruzione. E questa è un’infezione che continua a prosperare. A 73 anni dalla Liberazione, a 50 anni dal ‘68, i giovani stanno per presentare il conto ai “Padri della Repubblica” e chiedono il nostro aiuto per capire cosa è andato storto. Non si devono mal interpretare le parole degli studenti, diventati apparentemente scomodi per i “fedeli” delle celebrazioni formali, ed è davvero ingeneroso incolpare i professori di dire la verità ai propri discenti.

L’intervento dello studente del Bernocchi, oltre ad essere stato un richiamo alla coerenza ai valori resistenziali come dicevo poc’anzi, è stato anche un messaggio etico: se il 25 aprile dev’essere la festa di tutti, allora lo sia per davvero! Aboliamo la povertà, le ingiustizie, le diseguaglianze e lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Non è forse questa l’eredità lasciataci dai partigiani?

Cogliamo questa occasione non per fare polemica, ma per aprire un costruttivo confronto tra i professori, studenti, l’associazione dei Partigiani, forze politiche, forze sociali e i mezzi di informazione.

lunedì 23 aprile 2018

25 APRILE SEMPRE! CON I PARTIGIANI, DIFENDIAMO LA LIBERTÀ E LA COSTITUZIONE.

Giuseppe Marazzini
23.04.2018

Viviamo in un mondo di perfida regressione, in cui un odio superstizioso e avido di persecuzione si accoppia al terror panico; in un mondo alla cui insufficienza intellettuale e morale il destino ha affidato armi distruttive di raccapricciante violenza, accumulate con la folle minaccia -"se così dev'essere"- di trasformare la terra in un deserto avvolto da nebbie venefiche. L'abbassamento del livello intellettuale, la paralisi della cultura, la supina accettazione dei misfatti di una giustizia politicizzata, il gerarchismo, la cieca avidità di guadagno, la decadenza della lealtà e della fede, prodotti, o in ogni caso promossi da due guerre mondiali, sono cattiva garanzia contro lo scoppio della terza, che significherebbe la fine della civiltà. Una costellazione fatale sovverte la democrazia e la spinge nella braccia del fascismo, che essa ha abbattuto solo per aiutarlo, non appena a terra, a risollevarsi in piedi, per calpestare -dovunque li trovasse- i germi del meglio, e macchiarsi con ignobili alleanze.

Dalla prefazione di Thomas Mann a "Lettere di Condannati a morte della Resistenza Europea". Zurigo, marzo 1954


Per non dimenticare le lotte e i sacrifici, fino alla perdita della vita, che gli operai legnanesi hanno fatto per liberarci dal nazifascismo.