08.06.2017
Domenica 11 giugno
siamo chiamati al voto per scegliere il Sindaco della città dopo una campagna
elettorale sonnolenta. I candidati a Sindaco, con i loro difetti e pregi, sono
tutte persone rispettabili, ma nell’insieme non spira vento nuovo. Anche da
coloro che hanno fatto esperienza nel Palazzo Comunale- vedi Centinaio, Fratus,
Guidi, Ferrario e Turri – giungono proposte che non appassionano il cittadino. C’è
chi la sa più lunga, chi meno, chi offre tanto, chi meno, chi ha fatto un
programma monumentale chi no, ma non c’è differenza. La differenza sta nella
freschezza delle idee, nella voglia di voltare pagina definitivamente con il tran
tran delle congreghe cittadine che hanno reso cupa e asfittica la politica legnanese.
Tra la congrega dei cappellini bianchi di Centinaio, che ha governato la città negli
ultimi cinque anni, e la congrega dei
fazzoletti verdi/azzurri di Fratus,
che vuole tornare a “riprendersi la città”, non c’è differenza. Entrambi sono
l’espressione di un modello amministrativo, seguito purtroppo da altri
candidati, in cui le scelte e le decisioni importanti per la città avvengono nelle
segreterie dei partiti o con i gruppi di sostegno. E’ un modello che la
gente non sopporta più e che tutti dovrebbero rifiutare, giustamente.
Esempi di questo
modello non mancano. E’ di questi giorni la contesa tra la congrega dei cappellini banchi e la congrega dei fazzoletti verdi/azzurri su chi è stato più bravo a
gestire la municipalizzata Amga ed associate. Il risultato dei conti in rossi
alla fine sarà pagato dai cittadini. A mio parere la spinta di un vero ed
alternativo cambiamento non può che venire dai giovani, siano esse donne o uomini,
ragazze o ragazzi.
E, anche il tentativo
di coinvolgerli in liste giovanili a sostegno di candidati “stagionati” sa di
vecchio e stantio perché conferma il pensiero “ I giovani sono il nostro futuro,
ma non hanno esperienza …”. Così facendo la disoccupazione giovanile è
arrivata al 40%. Non solo disoccupati, ma anche sfruttati e sottopagati per uno
straccio di lavoro, che ha ridotto la loro vita in una condizione di precarietà
permanente.
Ricordo ai vecchi
soloni che la democrazia in Italia è stata conquistata anche con la morte di
migliaia di giovani uomini e giovani donne durante la Resistenza al nazi-fascismo,
e se vogliamo onorarli senza ipocrisia non possiamo negare ai giovani d’oggi la
nostra fiducia. È vero anche che non tutti i giovani sono attenti alle
dinamiche socio-politiche, che peraltro subiscono, ma la maggior parte ha colto
perfettamente la natura della crisi sociale dei nostri giorni, crisi di cui le
generazioni precedenti hanno precise responsabilità.
Chiedono spazio ed
autonomia per costruire la propria vita e il proprio futuro, adesso e non
quando avranno cinquant’anni. Ci chiedono di fare una passo indietro.
Tra i sei candidati a
Sindaco per Legnano c’è un ragazzo di 26 anni, si chiama Andrea Grattarola. L’ho conosciuto quando era bambino e frequentava
la scuola elementare Pascoli, la stessa delle mie figlie e me lo sono ritrovato
adulto e candidato a Sindaco di Legnano per il MoVimento 5 Stelle.
Mi ha chiesto di
dargli una mano, inizialmente ero sorpreso e perplesso, poi mi sono detto perché no, proviamo a togliere le ragnatele
dalla vita politica cittadina con un Sindaco di nuova generazione.
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