20.08.2014
Tradito per l’ennesima volta dalla “congrega
dei cappellini bianchi” il consigliere comunale Stefano Quaglia abbandona il
PD. Nemmeno l’on. Franco Monaco è riuscito a sanare il dissidio fra il sindaco
Centinaio e Quaglia. Il terreno di scontro è la mancata candidatura di Quaglia
a consigliere della città metropolitana e il mancato sostegno da parte del suo
partito che ha invece favorito la candidatura di Centinaio.
Quindi non si tratta solo di frizioni personali che pure ci saranno, ma di scelte politiche ben precise che stanno ad indicare che il PD legnanese è governato da persone interessate a raggiungere “le poltrone ambite”, come ammette lo stesso Quaglia sul suo blog.
Quindi non si tratta solo di frizioni personali che pure ci saranno, ma di scelte politiche ben precise che stanno ad indicare che il PD legnanese è governato da persone interessate a raggiungere “le poltrone ambite”, come ammette lo stesso Quaglia sul suo blog.
Che ci sia stato un “prendo la tessera, tolgo la tessera” nel PD locale per ragioni di
carriera politica è noto, quello che è meno noto all’opinione pubblica è la
modalità con la quale queste persone esercitano il potere politico. Le “poltrone
ambite” servono per sistemare le proprie “aree di sostegno”, che sia il circo, o
il palio, o i boys scout che diventeranno padroni del parco ILA, o l’associazione
calcistica di scuderia, o la stessa Ikea o il volontariato quale cinghia di
trasmissione. Tutto un da farsi per assicurarsi
il proprio futuro politico.
Non so se permetteranno a Quaglia di fare l’indipendente nel gruppo consiliare del PD, glielo auguro, perché sarebbe un segnale di comprensione e di accettazione del dissenso, ma con l’aria di “demokratura” che tira nell’era renziana la vedo dura. Il rischio di sentirsi dire “vada nel gruppo misto, non faccia il martire” è reale.
Mi auguro anche che l’indipendenza di Quaglia possa essere da preludio a una svolta dei lavori del consiglio comunale, che incrini quella rigida contrapposizione dei ruoli fra la maggioranza e minoranza.
Ciò non potrebbe che far bene a Legnano e
alla politica.Non so se permetteranno a Quaglia di fare l’indipendente nel gruppo consiliare del PD, glielo auguro, perché sarebbe un segnale di comprensione e di accettazione del dissenso, ma con l’aria di “demokratura” che tira nell’era renziana la vedo dura. Il rischio di sentirsi dire “vada nel gruppo misto, non faccia il martire” è reale.
Mi auguro anche che l’indipendenza di Quaglia possa essere da preludio a una svolta dei lavori del consiglio comunale, che incrini quella rigida contrapposizione dei ruoli fra la maggioranza e minoranza.
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