16.11.2015
L’organizzazione e la gestione dei corsi di
lingua straniera 2015-2016 è stata assegnata alla società "International Council
Italy" di cui il figlio dell’assessore Cusumano è socio e amministratore; la
procedura di affidamento dettata dall’Amministrazione è stata rispettata e nessun
organo di controllo ha eccepito, quindi la vicenda dovrebbe essere chiara e
conclusa. Ma non è così, perché nel palazzo e dintorni se ne parla ancora.
Perché? Semplice, la promessa fatta dalla amministrazione
Centinaio che il Palazzo del Governo della città sarebbe stato di cristallo è
venuta a mancare. Il Palazzo con l’andar
del tempo è diventato sempre più fumée.
Accapigliarsi su regole e norme che possono dire se l’assessore Cusumano doveva o non doveva essere presente al voto di Giunta dello scorso 5 agosto, quando è stato deliberato di organizzare il corso di lingue straniere per la cittadinanza, porta fuori strada.
È corretto invece rilevare che la Giunta e gli Organi di controllo, nel loro complesso, hanno trattato la vicenda con una scarsissima sensibilità e lungimiranza politica come pure una assoluta disattenzione degli aspetti etici.
Non è anomalo nella pubblica amministrazione scoprire favoritismi a fronte di procedure ed atti perfettamente regolari. Può però capitare in buona fede che nell’organizzazione informale del lavoro un dettaglio, un particolare, sfugga al controllo.
Il caso in questione si poteva chiudere in Consiglio con una risposta congrua e sincera, ma l’assessore Silvestri, pur di non ammettere la sottovalutazione del caso e un probabile conflitto di interessi, ha risposto con argomentazioni incomprensibili e astruse alla interrogazione presentata dal consigliere Luciano Guidi. Il silenzio del Sindaco e il borbottio dell’assessore Cusumano hanno completato il quadro.
Al punto in cui si è arrivati non è possibile archiviare la vicenda come se nulla fosse accaduto, l’episodio non è gravissimo ma è un sintomo manifesto di questa Giunta che agisce con piglio sempre più autoritario ed accentratore. E’ giunto il momento di esibire il cartellino giallo, anche in funzione dell’adesione del Comune di Legnano nel 2013 all’associazione “Avviso Pubblico”, che per i propri aderenti ha predisposto un codice etico “per la Buona Politica” degli amministratori pubblici.
L’articolo 5 di tale codice etico dedicato al conflitto di interessi, al paragrafo c recita:
la sussistenza di rapporti di coniugio, parentela o affinità entro il quarto grado, ovvero di convivenza, con persone operanti in organizzazioni specificatamente interessate all’oggetto delle decisioni cui l’amministratore partecipa, anche nei casi in cui detti rapporti non configurano situazioni che danno luogo a incompatibilità previste dalla legge o altre norme.
In casi del genere, l’amministratore dovrebbe astenersi dall’esercizio delle proprie funzioni.
Il Comune di Legnano non ha rispettato questo codice etico a cui aveva aderito.
Accapigliarsi su regole e norme che possono dire se l’assessore Cusumano doveva o non doveva essere presente al voto di Giunta dello scorso 5 agosto, quando è stato deliberato di organizzare il corso di lingue straniere per la cittadinanza, porta fuori strada.
È corretto invece rilevare che la Giunta e gli Organi di controllo, nel loro complesso, hanno trattato la vicenda con una scarsissima sensibilità e lungimiranza politica come pure una assoluta disattenzione degli aspetti etici.
Non è anomalo nella pubblica amministrazione scoprire favoritismi a fronte di procedure ed atti perfettamente regolari. Può però capitare in buona fede che nell’organizzazione informale del lavoro un dettaglio, un particolare, sfugga al controllo.
Il caso in questione si poteva chiudere in Consiglio con una risposta congrua e sincera, ma l’assessore Silvestri, pur di non ammettere la sottovalutazione del caso e un probabile conflitto di interessi, ha risposto con argomentazioni incomprensibili e astruse alla interrogazione presentata dal consigliere Luciano Guidi. Il silenzio del Sindaco e il borbottio dell’assessore Cusumano hanno completato il quadro.
Al punto in cui si è arrivati non è possibile archiviare la vicenda come se nulla fosse accaduto, l’episodio non è gravissimo ma è un sintomo manifesto di questa Giunta che agisce con piglio sempre più autoritario ed accentratore. E’ giunto il momento di esibire il cartellino giallo, anche in funzione dell’adesione del Comune di Legnano nel 2013 all’associazione “Avviso Pubblico”, che per i propri aderenti ha predisposto un codice etico “per la Buona Politica” degli amministratori pubblici.
L’articolo 5 di tale codice etico dedicato al conflitto di interessi, al paragrafo c recita:
la sussistenza di rapporti di coniugio, parentela o affinità entro il quarto grado, ovvero di convivenza, con persone operanti in organizzazioni specificatamente interessate all’oggetto delle decisioni cui l’amministratore partecipa, anche nei casi in cui detti rapporti non configurano situazioni che danno luogo a incompatibilità previste dalla legge o altre norme.
In casi del genere, l’amministratore dovrebbe astenersi dall’esercizio delle proprie funzioni.
Il Comune di Legnano non ha rispettato questo codice etico a cui aveva aderito.
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