01.04.2016
Baratto amministrativo, Corte dei Conti boccia l’idea: “Non si può
applicare ai debiti pregressi”
I giudici contabili dell'Emilia Romagna frenano l'iniziativa:
"Serve stretta corrispondenza tra il tipo di lavoro socialmente utile
prestato e il tributo da tagliare e inoltre si possono avere benefici sui
crediti". E' la prima sentenza di questo tipo mentre progetti simili sono
partiti in tutta Italia
Il Fatto Quotidiano – 31 marzo
2016
Di Giulia Zaccariello
Decine di città d’Italia l’hanno
già adottato per dare una mano ai cittadini in particolari difficoltà
economiche. Ma ora, per la prima volta, la Corte dei conti dell’Emilia
Romagna mette il freno al cosiddetto baratto amministrativo. Il
sistema, previsto dal decreto Sblocca Italia, prevede uno sconto sulle
tasse locali, in cambio di manodopera e servizi utili alla città e alla
collettività. Secondo i giudici contabili bolognesi però servono precisi limiti
e paletti, per non correre il pericolo di pesare sui bilanci pubblici:
la riduzione delle imposte non si può applicare su debiti pregressi e ci deve
essere una stretta corrispondenza tra il tipo di lavoro socialmente utile
prestato e il tributo da tagliare.
A richiedere il parere dei
giudici è stata l’amministrazione di Bologna, che prima di seguire l’esempio di
altri comuni, come Milano, ha voluto assicurarsi che l’eventuale scelta del
baratto amministrativo non comportasse il rischio di vedersi contestato un
danno erariale. Il Comune ha quindi posto i propri dubbi alla magistratura
contabile. Innanzitutto, rispondono i giudici, è necessario che le
amministrazioni stabiliscano in una delibera i criteri e le condizioni da
rispettare, per chiedere la partecipazione a progetti di collaborazione.
I servizi, sostitutivi del
pagamento delle imposte locali, possono riguardare la manutenzione dei parchi o
della aree verdi, delle strade, dei marciapiedi, oppure possono essere
interventi di decoro urbano, di recupero e riuso. Ma, ribadisce la Corte, “è
necessario che sussista un rapporto di stretta inerenza tra le esenzioni o le
riduzioni dei tributi” e “le attività di cura e valorizzazione del territorio
che i cittadini possono realizzare”. In altre parole, a chi toglie i mozziconi
da un parco si può concedere un taglio sulla Tari, e non su altre
imposte, perché il risparmio che il Comune ottiene è solo sui rifiuti. Lo
stesso discorso vale per chi dà una mano a potare gli alberi o a togliere i
graffiti dai muri.
Non è possibile, e questo è il
secondo punto chiarito dalla Corte, “consentire l’adempimento di tributi
locali da parte del cittadino debitore” che, invece di effettuare il
pagamento della tassa dovuta, si dedica alla valorizzazione del territorio.
Questa ipotesi, secondo i giudici, “non rientra nell’ambito di applicazione
della norma”. Dunque, con lo scambio previsto dal baratto non si possono
saldare i debiti, ma eventualmente avere dei benefici sui crediti. Una
posizione questa che ricalca quella espressa dall’Istituto per la finanza e
l’economia locale dell’Anci, che in un primo approfondimento sul baratto
amministrativo aveva escluso la possibilità di usarlo a favore di chi non era
riuscito a pagare la tasse in passato.
Per ora sono poco più di un
centinaio le realtà che hanno deciso di optare per questo tipo di scambio. Ma
molte altre, soprattutto quelle di grosse dimensioni, si stanno organizzando
per seguire la stessa strada. A Milano lo scorso settembre è stato annunciato
l’avvio di un progetto sperimentale di baratto, dedicato a quei cittadini che
si trovano in situazioni di morosità incolpevole. A Bologna, invece, nel 2014
sono stati introdotti i “patti di collaborazione”, con cui
amministrazione e cittadini prendono precisi accordi per la cura e dei beni
comuni. Per la pulizia dei portici, ad esempio, o per la gestione di un
campetto sportivo. In cambio il Comune offre particolari esenzioni ed
agevolazioni.
Lavori utili per pagare i debiti con il Comune. Arriva anche Legnano il
"Baratto amministrativo"
LegnanoNews – 11 novembre 2015
di Valeria Arini
Lavori utili per pagare i debiti
con il Comune. Arriva anche Legnano il "Baratto amministrativo".
L'ordine del giorno presentato la sera dell'11 novembre dal Movimento
a 5 Stelle e votato da 16 consiglieri con un emendamento della maggioranza,
consentirà al cittadino di “riparare” la propria posizione
debitoria con lo svolgimento di una prestazione lavorativa oppure
con un'attività di rilevanza sociale, entrambe a titolo gratuito, e a
favore della comunità. Questo a sommi capi, perchè sarà un regolamento
comunale a declinare localmente il baratto amministrativo. Il sindaco e la
giunta si impegnano a dare incarico, entro 60 giorni, alle commissioni
competenti di stilarlo; dopo di che il provvedimento potrà essere applicato.
Solitamente gli interventi
riguardano la pulizia, la manutenzione, l’abbellimento di aree verdi, piazze,
strade oppure interventi di decoro urbano, di recupero e riuso, con finalità di
interesse generale, di aree e beni immobili inutilizzabili, e in genere la
valorizzazione di una limitata zona del territorio urbano o extraurbano. A
Milano il baratto amministrativo è già in uso.
Si è astenuto con questa
motivazione - «l'amministrazione sta creando un esercito amministrativo
che sta minando la libertà della gente» - Luciano Guidi (Ncd), ma
non la sua collega di partito, Daniela Colombo che al contrario ritiene «molto
più dignitoso per una persona poter lavorare invece di ricevere cartelle
esattoriali che non è in grado di pagare». Si sono astenuti anche, Letterio
Munafò (FI), Stefano Quaglia (Per Legnano) e Giuseppe Marazzini (Sinistra
Legnanese). Per quest'ultimo il baratto amministrativo come i voucher aumentano
la precarizzazione del Paese.
Per approfondire ulteriormente
l’argomento, sotto l’aspetto sociale e culturale, qui di seguito il link
dell’interessante articolo pubblicato l’8 febbraio 2016 su Diario Legnanese dal titolo “L’ultima corvée si chiama “baratto amministrativo”.
Nessun commento:
Posta un commento