13.01.2013
Le
ordinanze hanno un senso se risultano efficaci, altrimenti, in caso contrario,
rimangono carta straccia. Ho la sensazione che l’ultima ordinanza antialcol
emanata il dicembre scorso dall’attuale amministrazione legnanese riguardante
alcune vie del centro città, sarà un buco nell’acqua. Già l’amministrazione
Vitali si era cimentata con ordinanze simili. Lanciò in grande stile una “crociata antidegrado”, senza però sortire
effetti e cambiamenti tangibili e finendo com’era prevedibile, nel giro di poco
tempo, nel dimenticatoio da parte di tutti.
Questa
nuova ordinanza colpisce anche chi vende gli alcolici e non solo i consumatori,
cioè coloro che vengono ritenuti i principali responsabili del degrado
cittadino (a dir la verità ce ne sono anche altri). Nel quadrilatero compreso tra le vie Italia,
Garibaldi, Della Vittoria e Roma è vietata la libera vendita di alcolici da
asporto, se non compensati con altra merce di pari valore, ed è vietato
consumare alcol all’esterno dei locali. Film già visto e rivisto perché chi fa
bisboccia all’aperto e danneggia il
patrimonio pubblico e privato, di solito sceglie l’orario notturno e non sempre
è ubriaco.
Già alcuni cittadini hanno
rilevato le molteplici incongruenze presenti nell’ordinanza, quindi non si
capisce come concretamente verrà contrastato il degrado nell’area delimitata o
per ricaduta nelle aree limitrofe. Io penso che i consumatori non potendo più
comprare liberamente alcol nella zona “proibita”, troveranno comunque il modo
di soddisfare la loro esigenza, ad esempio attraversando corso Italia e facendo
acquisti nel “duty free” della strada parallela.
Gli effetti devastanti di un
consumo eccessivo di alcol sulla persona, assunto su una panchina o in un bar,
sono i medesimi. Ovviamente è più degradante vedere una persona che si ubriaca
su una panchina che in un bar. Se proprio ubriacatura ci deve essere, meglio
che ciò avvenga in un bar, a patto però
che il gestore trattenga l’ubriaco fin tanto che gli passa la sbornia, in modo
tale da evitare possibili danni e turbative in luoghi pubblici e nelle strade
cittadine.
Sarò provocatorio, però è un
modo come un altro per non turbare la sensibilità di alcuni aristocratici della
nostra città ... Forse è il caso che amministrazione, gestori e associazioni
del settore promuovano una seria campagna sia di prevenzione contro l’abuso di
alcol che per incentivare comportamenti civili e rispettosi verso le persone,
le cose e la città stessa.
Giorgio Gaber "Trani a gogò" - 1962
Gustosa lettera di un aristocratico bolognese sulla sospensione delle ordinanze antidegrado nella sua città - 14/03/2012.
Da leggere!
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