02.03.2013
Con la mia interrogazione chiedevo all’Amministrazione
Centinaio se condivideva o meno l’insediamento commerciale Ikea, data
l’annunciata richiesta di partecipare all’accordo di programma. La mia domanda
era essenzialmente politica, cioè: Legnano condivide l’insediamento ipotizzato
da Ikea? I cittadini verranno coinvolti? La risposta è stata deludente sia
nella forma che nella sostanza, con un linguaggio paludato, l’assessore alla
partita ha dichiarato che, non essendo in “possesso degli elementi necessari”,
l’amministrazione legnanese non può esprimersi. E i cittadini: dopo... dopo
...dopo.
Anche i meno esperti di procedure istituzionali sanno che la partecipazione ad un accordo di programma su un dato progetto vuol dire condividerlo – ex Cantoni docet. Certamente il Comune fa bene ad inoltrare ai tavoli tecnici regionali le proprie osservazioni, ma deve essere altrettanto chiaro sulla decisione finale. E per fare questo passo non c’è bisogno dei dettagli tecnici. Dalla risposta dell’assessore io ho capito che c’è un sì condizionato e che il Comune si sta preparando a partecipare alla corsa per spartirsi la torta delle opere di compensazione.
Chi ne pagherà le conseguenze? Il rione Canazza senz’altro e sarà il più colpito, se si avvereranno le ipotesi di intervento per favorire l’insediamento Ikea. Dalla stampa locale si apprende che per collegare il centro commerciale con la rete viaria locale e autostradale sarà necessario sacrificare parte del giardino del tiro a segno nazionale e l’asse Toselli-Cadorna, collegato con il versante rescaldinese, diventerebbe di fatto un’autostrada in mezzo ai palazzi. Si torna alle vecchie ipotesi di collegamento del viale Cadorna con la Saronnese elaborate dalle vecchie giunte pentapartitiche. Tutte ipotesi già sonoramente bocciate dalla gente della Canazza.
Mi auguro, invece, che, oltre alla posizione di totale disaccordo sull’insediamento Ikea del nuovo presidente della Regione Lombardia, Maroni, ci sia un ripensamento anche di tutti i Comuni coinvolti, perché, se dovesse passare il progetto Ikea, verrebbero sottratti all’agricoltura altri 300 mila metri quadrati, sui quali vale sì la pena di fare un bel parco agricolo intercomunale per la produzione biologica e biodinamica a distanza ravvicinata. È una battaglia che bisogna fare perché riguarda la qualità della nostra vita e il futuro alimentare delle prossime generazioni. Spero tanto che per questa battaglia scendano in campo anche i nuovi consiglieri regionali del Movimento cinque stelle.
Strumenti giuridici che possono in qualche modo mettere in discussione le scelte che si stanno per fare ce ne sono. Non da ultimo è la recente sentenza del Consiglio di Stato (6656/2012) che ha sancito che non esistono “diritti edificatori” di suoli non ancora edificati. In sostanza la sentenza dice che sulla base dell’analisi della giurisprudenza, non esiste alcun fondamento giuridico sulla cui base il proprietario di un terreno possa rivendicare un “diritto edificatorio”, o un malaccorto urbanista o amministratore possa motivare la decisione di rendere edificabili aree che attualmente non lo sono.
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