08.08.2013
E’ datato 6 agosto 2013 l’avviso di gara andata deserta
comparso sull’albo pretorio del comune, che decreta in sostanza che, per
adesso, Legnano non avrà ancora le sue casette pubbliche dell’acqua.
Ci si aspettava che, finalmente, fossero installate in
autunno, ma, purtroppo, per ora tutto resta un sogno di mezza estate! I
legnanesi dovranno continuare a migrare nei comuni vicini (ora anche San
Giorgio) per poter avere l’acqua pubblica refrigerata e anche gassata. Ma
perché una gara pubblica, che in sostanza avrebbe portato un po’ di lavoro a
qualche azienda del settore, è andata deserta? Perché gli altri comuni che si
sono dotati di casette dell’acqua non hanno sicuramente avuto tutti questo tipo
di problemi?
Nella notizia in merito, comparsa oggi su Legnanonews, si fa
cenno che “Forse a causa dell'attuale congiuntura economica, alla gara,
svoltasi lo scorso mese di luglio, ha partecipato una sola
ditta, successivamente esclusa, per non poter presentare tutti i
criteri richiesti”.
Leggendo la delibera di giunta e, soprattutto, tutti gli
allegati tecnici, in particolare l’allegato C, emessi in data 27 maggio 2013,
ci si rende conto invece di come tutta una serie di richieste, atte a scaricare
dall’amministrazione qualsiasi spesa possibile, possa aver mandato a monte una
gara che avrebbe dovuto essere senza problemi e senza alcun ostacolo.
Sicuramente i comuni limitrofi, che si sono dotati delle
casette dell’acqua, non hanno complicato così le cose e, accollandosi qualche
onere, hanno facilitato l’installazione e fornito un servizio pubblico
importante in tempi rapidi.
Ma a Legnano le cose semplici bisogna renderle per forza
difficili e, pensando di volere la botte piena e la moglie ubriaca (d’acqua in
questo caso), si è riusciti invece a far rimanere a secco ancora una volta la
cittadinanza: che tristezza!!
Casa dell’acqua, il bando va deserto.
La giunta puntava a una realizzazione "a costo zero", Ora i piani
dovranno essere rivisti
LEGNANO - Dovevano essere realizzate almeno tre "casette
dell'acqua", una in ogni quartiere. Ma per la giunta di Palazzo Malinverni
è arrivata, è il caso di dirlo, un'altra doccia fredda. La gara (a procedura
aperta e con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa) è andata
infatti deserta. O meglio: al 23 luglio, ultimo giorno per presentare le
offerte, aveva partecipato una sola ditta, successivamente esclusa
durante la seduta conclusiva dell'apposita commissione comunale avvenuta pochi
giorni fa. E adesso tutto è da rifare. La cosa è però piuttosto clamorosa
perché diversi Comuni della zona hanno già realizzato senza problemi sul
proprio territorio impianti del genere dove i cittadini residenti possono
prelevare gratuitamente quantitativi di acqua (liscia, gassata o leggermente
frizzante) da portare in tavola. A Parabiago, per esempio, l'impianto è stato
realizzato da Ianomi e funziona con il Comune che partecipa con una
piccola quota di spese. A Legnano, invece, il fatto di aver voluto impostare
l'operazione "a costo zero" per le casse municipali ha forse
giocato in modo negativo. Alla giunta fare ora le opportune valutazioni e
magari riemettere il bando a settembre con le dovute correzioni.
Come si
ricorderà, era stato il consigliere comunale della Sinistra legnanese, Giuseppe
Marazzini a presentare già durante la scorsa legislatura un ordine del
giorno che impegnava l'amministrazione a procedere all'intervento. La
maggioranza di centrodestra aveva però respinto la proposta pur dicendosi
disponibile ad effettuare verifiche sulla fattibilità dell'opera. Marazzini nel
corso del 2012 ha quindi riproposto il testo al nuovo consiglio comunale e
stavolta la maggioranza di centrosinistra l'ha appoggiato. La giunta guidata
dal sindaco Centinaio nei mesi scorsi aveva quindi proceduto a una serie
di verifiche e deciso di procedere con un bando appunto a costo zero (la gara
prevedeva la concessione del servizio al soggetto che avesse ottenuto il
punteggio migliore in base a una serie di parametri). L'idea era di garantire a
tutti i cittadini residenti due litri gratuiti al giorno tramite inserimento in
un apposito lettore della Carta regionale dei servizi. Le quantità oltre questa
soglia avrebbero dovuto essere pagate dagli utenti in base alle tariffe
stabilite del gestore (si parlava di circa 5 centesimi al litro con un
risparmio comunque notevole rispetto ai prezzi di negozi e supermercati). Anche
i residenti fuori Legnano avrebbero inoltre potuto riempire le loro bottiglie
pagando il prezzo pieno e senza litri in omaggio.
I vantaggi dell'operazione
gli stessi che negli altri Comuni che hanno già realizzato impianti del genere:
garantire acqua buona a tutti a un prezzo calmierato e all'insegna del
risparmio ambientale visto che si punta a una sensibile riduzione delle
quantità di bottiglie di plastica in circolazione e quindi da smaltire. Per il
gestore l'operazione avrebbe dovuto, sulla carta, essere altrettanto
conveniente: il rientro dai costi di realizzazione e manutenzione doveva essere
garantito dalle quote di acqua vendute (acqua senza alcun trattamento chimico e
la stessa che scende dai rubinetti di casa se non con alcuni piccoli ma
importanti accorgimenti). Evidentemente i conti li aveva però fatti solo il
Comune, perché i privati non si sono visti.
Luca Nazari
La Prealpina – 09/08/2013 pag28
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