04.08.2013

Dai verbali delle due commissioni, verbali peraltro approvati, risulta
che la posizione dei consiglieri citati nell’articolo di “Legnanonews” non è di
contrarietà alla pubblicizzazione dei propri redditi, ma di forte critica alla
metodologia sulle disposizioni introdotte dalla normativa. Con l’avvertenza che i verbali delle commissioni sono la sintesi di
interventi articolati e a volte la sintesi, non volutamente, penalizza
l’autenticità degli interventi. Nella prima commissione, in ordine di intervento, il consigliere Berti,
a verbale, chiede: “[…] la motivazione
per cui i dirigenti, che ricevano compensi importanti per il loro lavoro e che
assumano provvedimenti che comportano spese per milioni di euro, non sono
soggetti alle pubblicazioni in argomento al contrario dei consiglieri che
ricevono importi modesti per lo svolgimento delle loro funzioni”.
Il consigliere Quaglia, sempre a verbale, presenta “una differente versione dell’articolato da inserire nel vigente
Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale, nel testo che si
allega sub A al presente verbale, procedendo ad una breve illustrazione dello
stesso. Il commissario informa inoltre la
commissione dei dubbi già espressi dal Garante della Privacy in merito alla
pubblicazione dei dati sensibili”. Quaglia chiede anche di inviare il testo proposto al Garante della
Privacy e al Dipartimento della Funzione Pubblica per acquisire i pareri.
Il consigliere Marazzini a verbale dichiara: “ […] che non condivide quanto stabilito dal legislatore in merito alla
pubblicazione dei redditi: per un eccesso di trasparenza, che soddisfa la curiosità
della gente, si va a violare il diritto alla privacy, senza neanche considerare
il fatto che potrebbero esserci anche rischi per l’incolumità personale degli
amministratori. Le informazioni che sono richieste sono già in possesso dello
Stato e dell’Agenzia delle Entrate. Ritiene sia corretto che possono essere
verificate ma non pubblicate (senza controlli). Propone quindi un
approfondimento sotto il profilo legale-istituzionale, chiedendo, in
particolare una verifica sulla costituzionalità della norma […]”.
A conclusione dei lavori il presidente della commissione, consigliere
Crepaldi, mette ai voti la richiesta di Quaglia fatta a nome del gruppo
consiliare del Pd, cioè quella di inviare al Garante della Privacy e del
Dipartimento della Funzione Pubblica per i pareri sulla nuovo proposta di
regolamento, tutti d’accordo meno Crepaldi e la consigliera Selmo che votano
contro. Nella seconda commissione i lavori si svolgono più celermente anche
perché le proposte fatte nella prima non hanno trovato spazio per gli
approfondimenti richiesti e la discrepanza creatasi nella prima commissione fra
il gruppo consigliare del Pd e l’altra parte della maggioranza si ricompone. Il voto conclusivo è che la maggioranza vota il testo dell’art.37 bis
come proposto dal legislatore e la minoranza, assente Marazzini, si astiene.
In Consiglio Comunale, per quanto mi riguarda, non ho fatto altro che
ribadire le criticità sollevate in sede di commissione.
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