28.07.2015
COMPORTAMENTI INACCETTABILI
DEI DIRIGENTI ACCAM !
MENTRE I COMUNI MATURAVANO LA
DISMISSIONE DELL'INCENERITORE,
ATTIVAVANO LE PROCEDURE PER INCREMENTARE LA
QUANTITA' DI RIFIUTI E PER RICEVERE RIFIUTI ANCHE DA FUORI REGIONE!
APPELLO AI SINDACI E ALLA
REGIONE PER ANNULLARE QUESTA SCELTA SCIAGURATA !
26
luglio 2015
Proprio
nei giorni in cui vengono resi pubblici i risultati dell'analisi epidemiologica
di ARPA Piemonte sulle gravi conseguenze sulla salute dell'inceneritore di
Vercelli che, senza ombra di dubbio, viene imputato dell'aumento
dei tumori (+60%, con punte di +400% per i tumori del colon-retto e +180% dei
polmoni) anche per l'esercizio dell'impianto dopo la ristrutturazione, veniamo casualmente a conoscenza che i dirigenti Accam hanno
attivato un iter amministrativo che ha
portato al riconoscimento della qualifica di impianto di incenerimento con recupero energetico (R1), si tratta
del primo passaggio per rientrare nella "rete nazionale degli
inceneritori" sciaguratamente prevista dal decreto “Sblocca Italia” e che
permetterebbe all'impianto di incrementare d'ufficio la quantità dei rifiuti
inceneribili (autorizzazione a "saturazione termica") e
contestualmente a venir svincolato da ogni limitazione di provenienza territoriale,
regionale ed extraregionale.
Mentre i
sindaci ricevevano garanzie dall'assessore Regionale all'ambiente Claudia Terzi
che non vi sarebbero stati problemi di autorizzazioni nella fase di dismissione
dell'impianto, Polleri, Antonelli e Ghiringhelli
richiedevano un riconoscimento atto a ottenere l'autorizzazione di bruciare più
rifiuti, ovviamente extra-consortili.
Pur sapendo delle decisioni in
corso verso la dismissione dell'inceneritore, non hanno ritenuto di avvisare i proprietari,
cioè i 27 comuni soci, di questa procedura in corso!
Nella nota del 16 luglio, a
firma del funzionario regionale Dario Sciunnach, risulta infatti che l’impianto
Accam è stato riclassificato come R1, e quindi atto a ricevere i rifiuti da
fuori Regione, il tutto
dopo 6 mesi di missive con l'azienda
con conteggi e riconteggi sul reale rendimento energetico dell'impianto (su
alcuni dei quali nutriamo forti dubbi di legittimità ) al fine di riuscire ad
arrivare a questo risultato.
Chi ha autorizzato questa
iniziativa che ora mette ancora più a rischio la salute della nostra
popolazione e per la quale saremo probabilmente obbligati, secondo il decreto
del Governo, a ricevere i rifiuti extraregionali fino a saturazione della
capacità dell'impianto?
Logica
invece vorrebbe che in fase di dismissione dell'impianto si debba prevedere una
graduale riduzione dei
rifiuti fino allo spegnimento di un forno e poi del secondo.
Questo deve essere l'obiettivo
dichiarato da ACCAM e dai Comuni nell'ambito della attuale procedura di riesame
della Autorizzazione Integrata Ambientale, una procedura che deve essere resa
pubblica in ogni suo passaggio e in ogni suo documento per permettere
l'informazione finora negata e la partecipazione delle popolazioni esposte.
Se
l'impianto venisse inserito nella "rete nazionale degli inceneritori"
il Governo può imporre l'incremento dei rifiuti inceneriti e il conferimento
dei rifiuti da fuori Regione rimettendo in discussione quanto finora ottenuto e
condiviso dalla maggioranza dei Comuni consorziati .
Una beffa
bella e buona rispetto agli sforzi dei cittadini che si impegnano in una
gestione sempre più
virtuosa dei rifiuti e dei Comuni che si sono schierati nella direzione di una
gestione alternativa dei rifiuti.
Comunque,
se guardiamo le modalità con le quali Accam è riuscita a passare da impianto
D10 (di solo smaltimento)
a R1 (con recupero di energia) riteniamo che tutte le considerazioni fino ad
oggi fatte non siano più
valide in quanto, con l'entrata in vigore il 10 luglio scorso della direttiva
europea 1127/2015 che impone
coefficienti più stringenti per il calcolo della efficienza energetica,
l'azienda dovrebbe ripresentare un nuovo
calcolo aggiornato e correttamente impostato sulle linee guida europee sull'argomento.
Ci appelliamo quindi ai
sindaci del consorzio, che a maggioranza hanno votato per lo scenario di dismissione dell'inceneritore
Accam, affinché svolgano tutti i controlli e le azioni in loro potere per
evitare questa beffa e questo danno per i cittadini di Busto Arsizio e dell'
Altomilanese.
Ci appelliamo infine
all’assessore Terzi chiedendoLe un incontro chiarificatore su quale sia la
strategia della Regione verso la graduale riduzione dell'impiantistica di
incenerimento lombarda, più volte annunciata, e naturalmente garanzie sulla
graduale dismissione dell'impianto Accam come deciso dalla maggioranza dei soci
in data 2 marzo 2015.
Comitato ecologico inceneritore e ambiente Borsano –
Ecoistituto della Valle del Ticino Onlus, Cuggiono - Medicina Democratica Onlus
- Centro per la salute Macaccaro Onlus, Castellanza - Comitato RifiutiZero
Busto Arsizio NoInceneritore - Associazione Cinque agosto 1991 , Buscate -
Legambiente Ticino Turbigo - Salviamo il
paesaggio Inveruno, Furato - No terza pista Vanzaghello - Noi per la Città,
Parabiago - Salviamo il paesaggio Olona,
Bozente, Lura - Salviamo il paesaggio Casorezzo - San Giorgio Insieme R.0, San
Giorgio su Legnano - Forum Sanità, Cuggiono - Salviamo il Paesaggio Legnano,
Villa Cortese, Canegrate, San Giorgio Su Legnano – Circoli Legambiente Valle
Olona - Movimento Nazionale Legge Rifiuti Zero Legnano e Altomilanese – Acqua
Bene Comune Provincia di Varese- Associazione InFormazione InMovimento Legnano
– Uniti per Turbigo da Vivere - Coordinamento Legambiente provinciale Varese
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