12.10.2016
Arcipelago Milano - Anno VIII n°32
LE ELEZIONI FANTASMA DEL
CONSIGLIO METROPOLITANO
di Daniele Vittorio Comero – 11
ottobre 2016
Dopo il voto “fantasma” del 9
ottobre c’è una notizia quasi buona per il Governo, un po’ meno per i
cittadini. La seconda prova di voto con le regole della legge Delrio, dopo la
prima del 2014, è andata decisamente bene, senza intoppi e fastidiosi clamori.
Peccato che nessuno sappia niente dei programmi dei candidati e delle liste che
si sono presentate. Pochi si sono accorti dell’iniquità del sistema elettorale
ponderato.
Gli addetti ai lavori hanno
potuto lavorare indisturbati a costruire il risultato delle elezioni a
tavolino, per non avere sorprese sgradite. Un chiaro esempio di come sarà fatto
il futuro Senato della riforma Boschi. Però, si è risparmiato molto, tenendo
tutta la carta e le idee nei cassetti. Milano e Bologna si confermano a guida
PD. Il dato politico nazionale è che i sindaci cinquestelle di Torino e Roma,
nonché De Magistris a Napoli, non hanno una maggioranza nei loro consigli
metropolitani, con i risultati emersi dagli scrutini di lunedì 10 ottobre. Se è
vero che i grillini romani e torinesi non hanno una maggioranza predefinita, è
anche vero che è stato il sistema ponderato a dare subito un peso enorme al M5S
nei consigli metropolitani, pari o superiore al PD, che invece ha impiegato
anni a costruirsi una base diffusa a livello territoriale. Questi effetti
collaterali sono da tenere bene a mente quando si tratta di sistemi elettorali
in vario modo manipolativi, come è il Delrio e l’Italicum.
A Milano i grandi elettori sono
stati 1.510, su un totale di 2.025, che domenica sono andati a palazzo
Isimbardi a votare per le elezioni di secondo grado del consiglio
metropolitano.I risultati elettorali confermano la situazione di due anni fa:
la lista C+, composta da PD con pezzi di SEL e ex arancioni, mantiene i suoi 14
seggi, la Lega conferma i 2 seggi che aveva, la lista Civica Città dei Comuni
scende da 2 a un seggio, entrano per la prima volta i grillini con un seggio.
Sotto questa apparente stabilità
si cela un profondo ricambio, di persone e di impostazione politica. Sono
cambiati moltissimi eletti, con poche riconferme. Naturalmente hanno contato
parecchio i voti pesanti dei 49 milanesi, che in parte si sono defilati dalla
partita metropolitana, lasciando spazio ai politici del “contado”. Tra i voti
pesanti dei consiglieri comunali di Milano ci sono quattro schede a Musella,
sindaco FI di Assago. Il centrodestra milanese ha lasciato spazio al
territorio, dopo la brutta esperienza della scorsa consiliatura. Affaritaliani.it
sostiene che il vincitore politico, almeno nel centrodestra, è il consigliere
regionale Mario Mantovani, che ha mosso tutta la sua ramificata rete sul
territorio, in pratica stoppando qualsiasi rinnovamento. “È un bel
risultato, perché abbiamo confermato lo stesso numero di amministratori, come
lista, dell’altra volta, però senza Fratelli d’Italia. Lo dico da coordinatore
di Forza Italia a livello personale è chiaro che la soddisfazione più evidente
è che Vito Bellomo, senza avere il sostegno di nessun consigliere comunale di
Milano è arrivato primo tra tutti i consiglieri metropolitani” spiega ad Affaritaliani
Luca Squeri, uomo di fiducia di Mantovani per Milano.
La Lega Nord porta a casa due
posti: uno per Massimiliano Bastoni l’altro per il sindaco di Parabiago Cucchi,
che soffia il posto al battagliero sindaco di Opera Ettore Fusco. Il
Movimento 5 Stelle riesce ad entrare con il suo capolista Marco Carrettoni,
giovane ingegnere consigliere a Sedriano. I Civici della lista Città dei
Comuni ottengono un solo consigliere e passa Alessandro Braga, consigliere a
Inzago, sostenuto dal voto pesante del milanese Basilio Rizzo. Fine del
progetto politico trasversale che era nato nell’estate del 2014 con Biscardini,
Cappato, Croci e Bertani.
Nel centrosinistra i vincitori
sono Pietro Mezzi, di Melegnano, e Francesco Vassallo, sindaco PD di Bollate,
che è arrivato secondo senza aiuti dal Palazzo che domina piazza della
Scala. La sinistra di Palazzo Marino ha fatto quadrato, ripartendo i voti
all’interno: Bocci, Buscemi, Censi, Ceccarelli e Uguccioni, quattro ciascuno,
così come D’Alfonso della lista Sala. Con oculatezza sono stati distribuiti
pochi voti pesanti al contado: tre a Mezzi, un voto ciascuno ai sindaci
Palestra di Arese e Agogliati di Rozzano. Tutti eletti.
Adesso si apre la battaglia
all’interno della maggioranza di centrosinistra per il posto di vice sindaco
metropolitano, già occupato da Eugenio Comencini, sindaco di Cernusco in
scadenza, nonché dei numerosi posti di consigliere delegato, che sono come
degli assessori metropolitani. È risaputo che sono tutti incarichi a titolo
gratuito, come prevede la legge Delrio. Non ci dovrebbero essere alibi e spazi
per il lamento rituale “lavoro a gratis, non ho tempo, mancano i
soldi …” A fine ottobre la prima riunione del nuovo Consiglio, con la
presentazione della squadra metropolitana di Sala.
Daniele Vittorio Comero
La composizione del nuovo
Consiglio metropolitano, oltre al sindaco Sala è la seguente:
C + Milano Metropolitana
(PD e parti di SEL)
·
MEZZI Pietro
·
VASSALLO Francesco
·
CENSI Arianna Maria
·
MAVIGLIA Roberto
·
MANTOAN Giorgio
·
BOCCI Paola
·
BUSCEMI Elena
·
CECCARELLI Bruno
·
AGOGLIATI Barbara
·
UGUCCIONI Beatrice
·
D’ALFONSO Franco
·
TREZZI Siria
·
PALESTRA Michela
·
DEL BEN Daniele
La Città dei Comuni Lista
Civica (Civici e pezzi di SEL)
·
BRAGA Alessandro
Insieme per La Città
Metropolitana (FI e Ncd)
·
BELLOMO Vito
·
COCUCCI Vera
·
DI LAURO Angelo
·
MUSELLA Graziano
·
BALLARINI Marco
·
GUIDI Luciano
Lega Nord Lega Lombarda
Salvini
·
BASTONI Massimiliano
·
CUCCHI Raffaele
Movimento Movimento5stelle.It
·
CARRETTONI Marco
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