05.03.2017
DOV’È IL MOVIMENTO FEMMINILE A LEGNANO?
Anche a Legnano l’8 marzo, Festa Internazionale
della Donna, verrà festeggiato con una serie di iniziative promosse
dall’amministrazione comunale. Purtroppo, però, come ogni anno, queste
iniziative rientrano in una ritualità che non tiene conto di alcune tematiche
di un certo rilievo inerenti alla condizione attuale della donna.
Le iniziative principali promosse
quest’anno dall’Assessorato alle Pari Opportunità, in collaborazione con la
Commissione Femminile e Pari Opportunità, in sintesi, sono la mostra
fotografica “Del lavoro e delle donne” e l’incontro di discussione e
approfondimento: “Donne e Lavoro – scenari, strategie, opportunità”, con la
presentazione della ricerca “Donne in cifre: Legnano e Altomilanese” e
relazioni sul futuro del lavoro femminile.
Iniziative lodevoli, ma che
risultano alla fine monche se non si affrontano altri temi scottanti e attuali,
quali il dramma al femminile del caporalato che uccide, la perenne disattesa
dell’applicazione della legge 194 con il grande problema dell’obiezione di
coscienza e tante altre situazioni, di cui il nostro territorio non si pensi
sia esente.
Prima ho parlato di caporalato
che uccide. Drammatica è la storia di quella povera bracciante di Andria, Paola
Clemente, 49 anni, costretta a lavorare per una paga oraria miserevole, uccisa
nel 2015 dallo sfruttamento, dal caldo, dalla fatica e dall’indifferenza
generale. Non si tratta solo di questioni di competenza delle autorità e
sindacali, ma piuttosto di un “modus operandi” che è entrato nella nostra
quotidianeità, sia al sud che al nord.
Quante donne, soprattutto giovani,
a Legnano lavorano sfruttate e sottopagate da quello che possiamo chiamare
“caporalato del nord”? Tante per tanti lavori in nero o se va bene con qualche
voucher, in tanti settori lavorativi quali i locali pubblici o i servizi
pubblici (es. nelle attività di assistenza scolastica o culturale, ecc.) o nel
privato. Il nostro territorio non è quell’oasi migliore di tanti altri posti, come
spesso si vuol far credere, soprattutto riguardo l’occupazione giovanile.
Come non si può sottacere la
disattesa applicazione della legge 194, con la continua e scandalosa pratica
della obiezione di coscienza con il solo scopo di non ottemperare ad una legge
dello Stato, dedicata alla libertà di scelta delle donne. La Regione Lazio,
come altre, e l’Ospedale San Camillo di Roma hanno indetto un concorso per
assumere due medici non obiettori, che verranno assegnati al Day Hospital e Day
Surgery per l’applicazione della legge 194, a fronte, negli ultimi anni, di un
incremento dell’Ivg (interruzione volontaria di gravidanza) a livello nazionale
di circa il 12% e con l’altissima percentuale di obiettori pari al 76% (in
Lazio l’81%). In Lombardia a fine 2016 la percentuale di medici obiettori era
del 63,6% e anche la situazione presso l’Azienda Ospedaliera di Legnano, pur
non essendo quella di molti ospedali del sud, che raggiungono quasi il 100% di
obiettori di coscienza, non è certamente esaltante. Nel 2014 presso l’AO di
Legnano sono state fatte 291 Ivg, a fronte di obiettori pari al 62,5% fra i
ginecologi, del 73,8% fra gli anestesisti e del 67,0% fra il personale
infermieristico e ostetrico. Non penso che ad oggi le percentuali siano variate
di molto, se non aumentate …
Per l’8 marzo è stato indetto uno
sciopero nazionale globale, politico, sociale e sindacale di donne, a cui hanno
dato adesione e copertura molte sigle sindacali, ma non quelle confederali. A
Legnano se c'è un movimento femminile, non se ne percepisce la presenza. Ho la
sensazione che se qualcosa c’è, sia un movimento "benpensante",
mentre servirebbe una bella scossa per cambiare le cose.
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