02.03.2017
Manifesto per la creazione di un fronte
comune per la difesa del Sistema Sanitario Nazionale
1.
Non è vero che la sanità pubblica è insostenibile. Un sistema sanitario è tanto
sostenibile quanto si vuole che lo sia. Secondo le valutazioni dell'OMS degli ultimi
dieci anni, gli indicatori di salute dimostrano che il sistema sanitario in
Italia è stato efficace e meno costoso che nella maggior parte dei Paesi
occidentali ad alta industrializzazione. Un sistema sanitario sostenibile non
prevede l'utilizzo illimitato delle risorse disponibili ma persegue il fine di
determinare la migliore e più adatta risposta ai differenti bisogni.
2.
Le varie forme assicurative integrative o sostitutive di ogni natura ed il
cosiddetto secondo welfare rischiano di produrre livelli differenti di
copertura sanitaria che potrebbero colpire profondamente il solidarismo del
sistema sanitario basato sulla fiscalità generale, tendendo ad aumentare il
consumismo sanitario e a non migliorare l'appropriatezza degli interventi. Gli
attuali 35 miliardi di euro della spesa sanitaria privata italiana potrebbero
costituire solo la spesa iniziale in un mercato privato che ha come sua
principale finalità la massimizzazione degli utili e la minimizzazione del
rischio d'impresa: la tendenza che ne risulterebbe potrà aumentare di
conseguenza anche la spesa sanitaria complessiva scaricando sempre sul pubblico
gli interventi più complessi e costosi (emergenza-urgenza, rianimazione,
oncologia, patologie cronico-degenerative).
3.
E' deleteria l’ideologia della salute equivalente alla quantità di prestazioni
erogate che significa indurre la popolazione a credere che il mantenimento
della salute dipenda dal numero di visite, esami, indagini e dal consumo di
farmaci: ciò è solo funzionale al sistema medico-industriale nella logica di
una crescita economica illimitata ed indiscriminata e dell’accrescimento dei
profitti delle case farmaceutiche.
4.
La prevenzione primaria, intesa come andare alle cause delle cause che
producono malattie e disagi nell'ambiente di vita e di lavoro, deve tornare ad
essere elemento fondamentale del sistema sanitario e non può essere confusa né
sostituita da pratiche di diagnosi precoce, pur se dimostrate utili.
Altrettanto importanti sono le azioni di promozione della salute e del
benessere, da perseguire in modo intersettoriale con approccio di "salute
in tutte le politiche": prevedere interventi di cura per poi riportare le
persone nei luoghi di provenienza senza modificare le condizioni che le hanno
fatte ammalare contraddice il buon senso, l'efficacia e la giustizia sociale.
5.
La dimensione relazionale è centrale al rapporto di cura, e coinvolge il
paziente come persona all'interno delle proprie reti familiari e sociali. Per
questo serve un approccio multidisciplinare, in stretta sinergia con l'ambito
d'intervento sociale.
6.
Secondo l'art. 32 della Costituzione, la gratuità delle prestazioni in funzione
del bisogno è dovuta in quanto il servizio sanitario è sostenuto dalla
fiscalità generale secondo la logica della progressività; ciò vale specialmente
in fase di crisi economica che riduce una crescente percentuale della
popolazione sotto il livello di povertà.
7.
Il ricorso a forme di assistenza privatistica in ambito pubblico deve essere
profondamente rivisto incentivando da un lato modalità d'effettiva continuità
assistenziale del processo di cura dei pazienti, dall'altro valorizzando gli
operatori sanitari che aderiscano a progetti con questa finalità. L'obiettivo
di riduzione delle liste d'attesa non può prescindere dalla valutazione
dell’efficacia degli interventi.
8.
Il servizio sanitario è un sistema che si realizza nel decentramento
territoriale: appare opportuno che i responsabili siano conosciuti e
identificati dai cittadini in modo tale che questi ultimi possano esercitare
forme partecipate di controllo. Tale possibilità, finora peraltro mai
contemplata, diventa sempre più ardua a causa della continua estensione
territoriale delle ASL che allontanano sempre più dai territori locali i
responsabili istituzionali.
9.
Il servizio sanitario deve essere riformato dai principi costituzionali di cui
agli articoli 3, 32, 41 della Costituzione, ripresi ed estesi dagli articoli 1
e 2 della legge di Riforma Sanitaria del 23 dicembre 1978.
10.
Una nuova riforma sanitaria e sociale non può prescindere da una riforma del
sistema di formazione dei professionisti della salute, che comprenda i criteri
e le procedure di reclutamento, selezione e accesso (riduzione del gradiente
sociale); gli approcci metodologici (formazione al pensiero critico); i
contenuti (multidisciplinarietà); le sedi di formazione (territorio, comunità);
e le modalità operative (lavoro integrato in equipe all'interno di un sistema
sanitario pubblico).
Rete Sostenibilità e Salute
Si
invitano tutte le realtà che condividono il manifesto a segnalare la loro
adesione scrivendo a: rete@sostenibilitaesalute.org
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