di Giuseppe Marazzini
20.10.2017
Su Amga pare si sia
abbattuto un uragano.
Nelle ultime settimane
la stampa, vedi la Prealpina e il Giorno, ha dedicato non poco spazio nel
raccontare le “disattenzioni” di Amga; articoli graffianti, richiami ad “assunzioni
pilotate”, “consulenze d’oro”, “selezione imbarazzante”, e via dicendo.
Mi sono chiesto ma sarà vero oppure è una pasquinata?! eppure i giornali hanno scritto che il
dossier ricevuto dal Sindaco, sia pur anonimo, contiene segnalazioni ben circostanziate
per fatti avvenuti prima della attuale amministrazione comunale.
C’è comunque da
rimanere sconcertati, dopo che tutti, o quasi tutti (e qui mi riferisco al passato
consiglio comunale), avevano dato il loro plauso al nuovo corso moralizzatore,
visti gli esiti di fine mandato con ex responsabili Amga davanti a giudici.
E via si parte con il
controllo analogo, lo strumento con cui i soci sindaci di una società
partecipata possono controllare ogni cosa come se fosse la cucina del proprio
ristorante e volendo, anche quella di limitare i compiti dello chef di turno. Eppure,
se allo chef gli si affida tutta la gestione, il risultato è scontato, sarà lui
il vero padrone del ristorante.
Nel caso in questione
il nuovo Sindaco di Legnano, socio maggioritario della società Amga, ha
convocato il Comitato di Controllo e ha sotto posto alla dirigenza della
società il dossier ricevuto con richiesta di ottenere delucidazioni in merito. Il sindaco non poteva esimersi
dal fare altrimenti.
Il controllo analogo è
uno strumento utilissimo ed efficace se usato con scrupolosità ed oggettività,
ma se il suo utilizzo diventa uno strumento di asservimento politico per
esaltare un modello gestionale a scapito di un altro, allora sono disastri.
Il controllo analogo
venne introdotto in Amga, come in altre società partecipate, cinque anni fa dai
moralizzatori, scelta che non venne
ostacolata al contrario, fu letta come esercizio di alta vigilanza sulla Società.
E in effetti il punto
più alto venne raggiunto con la modifica dello statuto della Società
introducendo con l’art. 24 i criteri di incompatibilità delle cariche societarie,
articolo ritenuto troppo vincolante tanto che alcuni Comuni soci hanno già
deciso la sua cancellazione. Ci provò anche il
comune di Legnano prima delle elezioni amministrative, ma con l’opposizione di
M5S e Sinistra Legnanese si bloccò tutto.
Ma torniamo al dossier.
E’ logico supporre che se le segnalazioni dovessero trovare riscontro, anche
solo in parte, starebbero a significare che chi ha esercitato il controllo
analogo negli ultimi cinque anni ha solo preso atto di report e quant’altro senza
verificare se nelle celle frigorifere e nella dispensa del proprio ristorante
tutto era realmente a posto.
È risaputo che ogni
spreco di denaro pubblico, oltre ad essere punito dalla legge, ha ricadute
impositive sui cittadini, quindi chi ha la responsabilità del controllo analogo
deve avere a mio avviso il massimo scrupolo di accertare e verificare lo spreco
anche se si trattasse di un solo caffè o una tartina.
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