martedì 1 settembre 2009

Terzo binario…..a Legnano

di Giuseppe Marazzini
1.9.2009

Arriva il terzo binario. da Rho a Gallarate le istituzioni, pur con qualche leggero mal di pancia, sono entusiasti: finalmente una grande opera che rilancerà la nostra economia e migliorerà le condizioni di viaggio dei pendolari, questo è quello che si sente dire negli ambienti dei gestori del potere politico. Per la verità l’entusiasmo è bipartisan.
Io, e non per fare il solito bastian contrario, ho qualche perplessità che tutto fili liscio, il disastro Malpensa insegna.
Per ora il terzo binario sta portando scompiglio fra gli abitanti di via Volturno, sì perché trovarsi fra capo e collo la casa espropriata al rientro delle vacanze non è per niente simpatico.
L’amministrazione farà anche del suo meglio per spiegare la complessità dell’intervento, ma come convincere i cittadini che la via Volturno non sarà più una strada normale, ma una specie di trincea militare con una barriera artificiale alta parecchi metri che toglierà aria e luce?
I cittadini, a ragione, lamentano i ritardi delle istituzioni preposte, infatti del terzo binario se ne parla da anni, si sono fatte diverse ipotesi, ma nessuno ha agito preventivamente coinvolgendo i cittadini interessati per individuare le soluzioni più opportune.
È magra soddisfazione, se non un amara presa in giro, sapere che si possono presentare entro la fine di settembre eventuali osservazioni all’Italferr, dopo che il mese di agosto è stato mangiato dall’inefficienza amministrativa da parte di Governo, Regione e Comune.
Io penso che il cittadino non debba essere penalizzato da questo intervento, non solo deve essere risarcito usando come metro di misura i valori di mercato, ma deve ottenere un congruo risarcimento sia per quanto attiene i disagi che dovrà affrontare (ricerca nuova abitazione e/o attività commerciali), sia in rapporto al suo vivere quotidiano (relazioni sociali e servizi) e sia per quanto attiene alla sua attività lavorativa.
È troppo comodo dire: verrà trasferito in un’altra parte della città e lì potrà riaprire il suo negozio.Il buon senso vuole che i cittadini si organizzino per tentare di far modificare il tracciato previsto dalla Italferr e nel caso, di ottenere il riconoscimento di un risarcimento che tenga conto anche di tutti gli indicatori della qualità della vita.

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