domenica 1 novembre 2009

Panem et circenses: un conto salato per Legnano


di Giuseppe Marazzini
01.11.2009


Sono anni che il sottoscritto, in qualità di consigliere comunale, chiede trasparenza e parsimonia nelle spese per il Palio, ma a ben vedere cavalieri e castellane costano sempre di più.

Per le manifestazioni paliesche del 2008 il Comune è andato in rosso di 166 mila euro, ci dicono che parte di questo deficit verrà coperto da un contributo governativo pari a 56 mila euro riducendo così il disavanzo a circa 110 mila euro. Sempre di una bella somma si tratta.

L’assessore competente ci informa che “In media, ogni anno il Comune è in deficit di circa 110 o 120 mila euro. È una costante”. Faccio osservare che la somma del deficit è più alta di quella accantonata per le famiglie e i piccoli artigiani rimasti senza reddito, che ammonta a 100 mila euro.

Il Palio pesa sul bilancio comunale per quasi 500 mila euro, in parte coperti da contributi provenienti da altri enti istituzionali quali Provincia, Regione e Governo, in parte da enti privati (Fondazione Ticino-Olona, Banca di Legnano, etc), e in parte da altri sponsor minori e cittadini paganti.
Per le casse comunali le spese per festeggiare la sconfitta del “Barbarossa” stanno diventando un fardello sempre più pesante visto l’incerto andamento delle entrate comunali.

Il sindaco Cozzi prima, il sindaco Vitali dopo, del rispetto del patto di stabilità, e del fatto che Legnano è un Comune virtuoso, ne hanno sempre fatto una questione di orgoglio amministrativo, bene! Ora la giunta applichi lo stesso orgoglio amministrativo con il Palio. Mai più un bilancio in rosso.
Non per essere corrosivo, ma l’oligarchia che gestisce il Palio dalla parte dei contradaioli deve sapere che se applicassimo le regole del liberismo, che tanto piacciono alla maggioranza degli italiani, il Palio dovrebbe chiudere perché non è in grado di autofinanziarsi.

E visto che siamo in argomento, non sarebbe male far sapere ai cittadini legnanesi quanto le contrade spendono per il Palio, dato che piaccia o non piaccia, i cittadini tutti contribuiscono alla spese del Palio e delle contrade con risorse messe a disposizione dal Comune. Io propongo di cominciare con la buona pratica della rendicontazione della spesa.

Si chiedono i compensi dei manager, non si comprende perché non si devono conoscere i compensi dei fantini o di altre attività collegate.
Così come non si può continuare con l’offerta culturale “paliocentrica” che oltre a drenare parecchie risorse per altre iniziative più attinenti alle conoscenze culturali della città, riduce di molto la possibilità di sostenere altre associazioni impegnate seriamente su altri versanti culturali (scuole di musica, teatro, animazione, cinema).

Credo sia giunto il momento in cui l’Amministrazione locale prenda l’iniziativa; quindi, Sindaco ed assessori unitamente al Consiglio Comunale inizino una seria riflessione per verificare dove stanno gli errori, come correggerli e come ridisegnare un modello di Palio all’insegna della popolarità e della genuinità.
Che il Comune diventi il protagonista vero del Palio.

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