lunedì 1 novembre 2010

LEGNANO DECOLLA ... MA DOVE ATTERRERA’?

di Giuseppe Marazzini
01.11.2010


Sarà… ma quello presentato in Consiglio Comunale la sera del 28 ottobre non mi è parso un Piano del Governo del Territorio (PGT) ma piuttosto una descrizione di ipotesi del futuro assetto territoriale e la conferma che tutto è ancora agganciato al piano regolatore del 2003, che, stando alle fasi iniziali di preparazione del PGT, doveva essere messo in soffitta.
Tre ore di esposizione senza dire concretamente, con dettagli più precisi, come Legnano verrà trasformata nell’immediato futuro e senza dare indicazioni, anche di massima, su quanti abitanti è calibrato questo PGT – particolare di non poco conto.

A conferma di quanto sopra, nella stesura degli obiettivi ci sono troppe cose che fanno pensare che questo PGT sia solo una coperta che va a coprire scelte fatte in precedenza e ciò si nota nella mancanza di novità, sia di metodo che di sostanza. Ad esempio:

1. non si prevede la creazione di una anagrafe degli edifici sfitti e invenduti;
2. non c’è nessun accenno all’edilizia sociale;
3. non c’è nessun accenno ai requisiti minimi di convivenza urbanistica;
4. non c’è nessun accenno ad un piano di manutenzione della città pubblica esistente;
5. non sono state definite le regole di gestione dei diritti edificatori (volumetrici) e perché, per forza di cose, tutte le superfici debbano avere questi diritti.

Ulteriore aggravante, non si ferma il consumo di suolo naturale – suolo adibito a campi, prati e/o alberato – la cui superficie è pari a quasi 900 mila metri quadrati, più della metà dei quali sono destinati ad area industriale.
Non guasta ricordare che Legnano si è già mangiata quasi il 70% del suolo a disposizione e la scelta di continuare sulla stessa strada non mi pare una grande strategia urbanistica. Anzi, i tecnici adibiti alla preparazione del PGT, che hanno riscontrato che il 70% dei 900 mila metri quadrati di suolo vergine destinati all’urbanizzazione sono stati ereditati dal PRG del 2003 (aree rimaste ferme), dovevano proporre un cambio di rotta… ma capisco che non è facile sottrarsi ai condizionamenti politici.

Cosa si farà sull’area destinata a zona industriale non è dato sapere.
Ci sarà un polo industriale? Ci saranno capannoni adibiti a deposito?
Sarebbe opportuno, oltre che un dovere, far sapere alla città se ci sono già delle proposte in merito.
In quasi 500 mila metri quadrati di superficie ci stanno abbondantemente due stabilimenti come quelli della Franco Tosi.

La discussione è aperta. Nelle prossime settimane si tornerà sull’argomento, approfondendo altre questioni inerenti al PGT. Nel frattempo i lettori possono accedere alla documentazione sul sito del comune di Legnano.

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