di Giuseppe Marazzini
07.04.2012
Un altro partito nella bufera giudiziaria. Uomini importanti del PdL, del PD e della ex Margherita sono indagati per corruzione, ora tocca alla Lega di Bossi, un partito apparentemente esente da frodi e ruberie che, alla luce delle accuse per truffa, finanziamento illecito, riciclaggio, rapporti sospetti con faccendieri della ‘ndrangheta, sembra dimostrare il contrario. Per tutti, ovviamente, vale la presunzione di innocenza, nel frattempo però l’antipolitica avanza ed è ripreso il refrain della gente comune: “sono tutti uguali questi politici, non se ne salva uno”, e hanno ragione da vendere. Mentre la gente comune tira la cinghia per campare e qualcuno si abbandona alla disperazione senza ritorno, quasi tutti i partiti continuano a fare la bella vita con i soldi pubblici.
Io dico però, non siamo tutti uguali. È vero, ci sono persone che entrano in politica per trarne profitto, altre che usano la politica per interessi propri ed altre ancora che agiscono come vere e proprie associazioni a delinquere, è vero anche che i partiti hanno fatto e fanno troppo poco per stabilire rigide regole di controllo sul personale politico, ma ripeto, non siamo tutti uguali. Io faccio politica, come tanti altri, per spirito di servizio, senza pretendere riconoscimenti da chicchessia. Conosco tante persone che, senza essere sotto i riflettori della notorietà, danno il loro contributo alla vita pubblica senza calcoli personali o proprio tornaconto. Sono sempre stato convinto che l’impegno politico debba richiedere a se stessi serietà, onestà e coscienza di volere e sapere agire per l’interesse comune e non per approfittarne, per non pagare le tasse o rubare ciò che appartiene a tutti.
Penso anche che per cambiare le cose bisogna interrompere il malcostume. Ad esempio, le poltrone dei consigli di amministrazione di AMGA e società collegate, di Euroimpresa, di Euroimmobilire e di Eurolavoro - tutte aziende compartecipate dai diversi comuni del territorio - sono occupate, per consuetudine, da uomini o donne delle forze politiche che vincono le elezioni. Ritengo che questa sia una consuetudine sbagliata e devastante per la gestione della cosa pubblica.
Paolo Girotti, nel suo articolo apparso sul quotidiano Il Giorno del 29 marzo us., evidenziava - con nomi, ruoli e compensi - come politici della Lega e del PdL di Legnano, Magenta e Parabiago abbiano colonizzato tutte queste aziende, andando a occupare tutti i possibili posti. È ora di dire basta, questo malcostume è troppo sensibile al potere dei partiti e alle lobby di mercato. E’ ora che sia dato spazio a donne e a uomini, capaci e liberi da condizionamenti, che sappiano agire nell’interesse generale a tutela del bene comune con rigore e scrupolosità.
Mini-album satirico sulla Lega
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