30.09.2013
Ricordo che un po' di anni fa fui promotore, in qualità di
presidente del comitato genitori della mensa delle scuole di Legnano, di uno
"sciopero del panino" per protestare contro la qualità scadente del
cibo che veniva fornito ai bambini. La protesta durò qualche giorno non di più.
Ora la questione è ben diversa, non è la qualità
in discussione ma bensì le tariffe che sono piuttosto elevate e data
l'incertezza dei bilanci familiari l'attenzione ai costi è ai massimi
livelli. Il punto di partenza
dell’attuale situazione, è il vigente contratto che la società di ristorazione Pellegrini, ha avuto vincendo la gara
di appalto dopo ricorso al TAR (il tutto avvenuto sotto la giunta Vitali).
Questo contratto prevede, oltre al servizio di ristorazione scolastica, anche
il completamento del nuovo centro di cottura comunale di via Cremona. Avere un centro di cottura comunale era uno degli
obiettivi principali dell’allora comitato di cui ero presidente. La storia risale a quasi vent’anni fa, ed è
fuori dubbio che le possibilità finanziarie di allora (non c'era il
patto di stabilità) erano più favorevoli di quelle odierne.
Tornando ad oggi é ovvio che
la spalmatura dei costi di ammortamento del nuovo centro di cottura sul singolo
pasto, ne ha fatto schizzare alle stelle il costo. Era possibile fare
diversamente? Credo di no, in parte a causa delle procedure di gara
ed in buona parte per i vincoli stabiliti per rispettare il patto di stabilità.
Queste sono le spiegazioni che io ho raccolto dai funzionari comunali che
hanno seguito l'iter della gara di appalto; funzionari tutt'ora operativi con
la nuova amministrazione.
Non bisogna neanche
dimenticare la grande confusione in materia di applicazione del diritto allo
studio, come sancito dalla nostra Costituzione. Sono noti i conflitti fra
i vari organi legislativi: Stato, Regioni e Comuni. Tant'è che diversi comuni
nei loro regolamenti, essendo la refezione scolastica un servizio a domanda
individuale, per il quale è prevista la compartecipazione delle spese da parte
dell'utente, hanno previsto la non obbligatorietà dell'utilizzo del
servizio della mensa scolastica. Pertanto chi
si esercita, anche nell'amministrazione Centinaio, allo scarica barile, non fa
per niente un buon servizio ai cittadini.
Su questa vicenda come ho
agito da "oppositore"?
A conoscenza del ricorso al TAR della società Pellegrini ho preso visione, a fine dicembre 2012, del disciplinare di gara e del capitolato per verificare eventuali errori nella procedura e nelle valutazioni. Dopo diversi articoli apparsi sulla stampa locale che denunciavano l'eccessivo costo della mensa scolastica, l'occasione per uno scambio di vedute con l'assessore all'istruzione si è presentata in una seduta della commissione mensa, avvenuta a fine giugno di quest'anno. In quel contesto ho proposto di scaricare parte delle voci che vanno a comporre il costo del pasto su altri capitoli di spesa del comune, in particolare il costo dell'ammortamento del nuovo centro di cottura. L'assessore in quell'occasione non si è sbilanciato, rinviando eventuali risposte in altri momenti.
A conoscenza del ricorso al TAR della società Pellegrini ho preso visione, a fine dicembre 2012, del disciplinare di gara e del capitolato per verificare eventuali errori nella procedura e nelle valutazioni. Dopo diversi articoli apparsi sulla stampa locale che denunciavano l'eccessivo costo della mensa scolastica, l'occasione per uno scambio di vedute con l'assessore all'istruzione si è presentata in una seduta della commissione mensa, avvenuta a fine giugno di quest'anno. In quel contesto ho proposto di scaricare parte delle voci che vanno a comporre il costo del pasto su altri capitoli di spesa del comune, in particolare il costo dell'ammortamento del nuovo centro di cottura. L'assessore in quell'occasione non si è sbilanciato, rinviando eventuali risposte in altri momenti.
Anche il Movimento 5Stelle si
è mosso e il 1° di luglio ha presentato una interrogazione sull'argomento.
L'interrogazione ha ricevuto risposta nella seduta consiliare dell'8 luglio ma
senza alcuna novità. Sempre la solita solfa
..."non si può modificare il contratto con la Pellegrini"....ecc.
ecc. Nella lunga interruzione
istituzionale estiva (dall'8 luglio fino al 24 di settembre) non ci sono stati
consigli comunali, e questo di certo non ha favorito l'approfondimento di altre
proposte, incancrenendo così il confronto con i genitori che contestano
duramente l’attuale tariffazione in vigore. Nell'ultima
seduta consiliare del 24 settembre, in una mia comunicazione, a conoscenza
dell'incontro con il comitato Agorà programmato per il 3 ottobre, ho chiesto
all'amministrazione di andare oltre la posizione del .."non si può fare
niente" o la colpa è di ..."quelli di prima".... Ho però la netta sensazione che l'amministrazione
Centinaio voglia fare tutto da sola.
Cosa si può fare?
A mio giudizio, fermo restando le fasce ISEE, bisogna riequilibrare a favore dell’utenza il rapporto fra quanto paga il comune e quanto paga il fruitore del servizio. Attualmente il comune paga il 41% della spesa complessiva del servizio, mentre l'utente paga il restante 59%. Si potrebbe tentare di arrivare al 50 e 50. Per fare ciò e per trovare le disponibilità finanziare bisogna intavolare una verifica con l'assessore al bilancio e valutare su quali voci intervenire (un inizio di bilancio partecipativo). Il tempo c'è, il bilancio di previsione 2013/2014 è ancora in itinere. Modalità concrete per raggiungere tale risultato, senza stravolgere il contratto con la Pellegrini o i vincoli del patto di stabilità, ce ne sono a cominciare da un aumento delle franchigie per chi è in affitto o ha stipulato mutui per la casa (acquisto, ristrutturazioni,ecc.) oppure deve sostenere spese socio-sanitarie straordinarie. Mi auguro che la parti in causa coinvolgano tutti i gruppi consiliari, anche se comprendo la diffidenza espressa dal comitato Agorà verso la politica. Ma il Comune, a mio modesto parere, è e resta il luogo ideale per sbrogliare tutta questa matassa ormai fin troppo aggrovigliata.
A mio giudizio, fermo restando le fasce ISEE, bisogna riequilibrare a favore dell’utenza il rapporto fra quanto paga il comune e quanto paga il fruitore del servizio. Attualmente il comune paga il 41% della spesa complessiva del servizio, mentre l'utente paga il restante 59%. Si potrebbe tentare di arrivare al 50 e 50. Per fare ciò e per trovare le disponibilità finanziare bisogna intavolare una verifica con l'assessore al bilancio e valutare su quali voci intervenire (un inizio di bilancio partecipativo). Il tempo c'è, il bilancio di previsione 2013/2014 è ancora in itinere. Modalità concrete per raggiungere tale risultato, senza stravolgere il contratto con la Pellegrini o i vincoli del patto di stabilità, ce ne sono a cominciare da un aumento delle franchigie per chi è in affitto o ha stipulato mutui per la casa (acquisto, ristrutturazioni,ecc.) oppure deve sostenere spese socio-sanitarie straordinarie. Mi auguro che la parti in causa coinvolgano tutti i gruppi consiliari, anche se comprendo la diffidenza espressa dal comitato Agorà verso la politica. Ma il Comune, a mio modesto parere, è e resta il luogo ideale per sbrogliare tutta questa matassa ormai fin troppo aggrovigliata.