domenica 1 settembre 2013

LARGHE INTESE? NON E’ VERA DEMOCRAZIA – “Viviamo in un costante stato di paura e di eccezionalità”

Giuseppe Marazzini
01.09.2013

GUIDO ROSSI AL FESTIVAL DELLA MENTE DI SARZANA
 di Francesco Bonazzi – Il Secolo XIX del 28/08/2013

A SARZANA, Guido Rossi parlerà della "responsabilità delle idee nel bene e nel male". Un tema vago? Per nulla, perché idee come libertà, eguaglianza, austerità, trasparenza e progresso possono diventare addirittura "pessime" quando, per esempio, “la libertà di mercato" schiaccia le libertà individuali e politiche. E il pensiero va alla crisi di oggi, Tra “larghe intese" che non “sono autentica democrazia" e banche che si sono incrociate con le imprese a cui prestavano soldi, in un groviglio diabolico quanto inestricabile.

Professore, al Festival spiegherà che perfino parole belle come “libertà" sono in realtà ambigue e instabili, se non addirittura pericolose. Perché?
«Parto dalla nota affermazione, contenuta nella parte conclusiva della “Teoria generale” di John Maynard Keynes., secondo la quale presto o tardi sono le idee, e non gli interessi precostituiti, a essere pericolosi ai fini del bene e del male. E sempre Keynes faceva notare come tutti i politici e i tecnici, quando si ritengono liberi da influenze intellettuali, in realtà poi sono schiavi di qualche economista definito "scribacchino accademico"».

L'idea di libertà, per esempio, si presta alle interpretazioni più varie e contraddittorie.
«Basta pensare alla scritta "Il lavoro rende liberi" che campeggiava sull'ingresso di Auschwitz. La libertà degli antichi, la libertà di Aristotele, subisce una violenta rottura con l’ “homo homini lupus" di Hobbes. La libertà degli antichi nella polis lascia il campo alla libertà dei moderni fuori dallo Stato, con una soluzione ambigua che può finire anche nel male, quando la libertà individuale e politica diventa uguale alla libertà di mercato».

Libertà di mercato che per lei sarebbe all'origine dei mali attuali.
“Alla fine la libertà del mercato uccide altre forme di libertà. Come scrive Robert Reich in “Supercapitalismo'', è stata sostituita la tutela dei diritti dei cittadini con la tutela dei consumatori».

Tutte le statistiche del decennio dicono che la forbice della diseguaglianza non ha fatto altro elle allargarsi, ben prima che l'Europa importasse dagli Stati Uniti la crisi dei subprime. Chi é il colpevole? La politica, la globalizzazione, la moneta unica?
«Non è la moneta unica, questo proprio no. La responsabilità, come diceva ancora Keynes, é delle idee. E le idee da mettere sul banco degli imputati sono quelle del neoliberismo politico, che ha preso il comando in tutto il mondo, a cominciare dagli Usa.  Si é sostituita la norma giuridica con la cosiddetta libertà del singolo. Ovvero, la regola giuridica vincolante ha lasciato campo libero alla lex mercatoria, che vuole che il mercato sia fatto dai mercanti. E’ andata benissimo nel Medio Evo, ma oggi, nel capitalismo finanziario, ha avuto effetti distruttivi».

In seguito alla condanna di Silvio Berlusconi e all'instabilità politica che ne deriva, si prepara l’ennesimo autunno caldo per l'Italia. I mercati tornano minacciosi e si dice che non possiamo permetterci di tornare al voto. E’ davvero cosi?
“Viviamo in un sistema dove si é sempre in costante stato di paura. Lo aveva previsto il giurista tedesco Carl Schmitt, quando parlava di Stati sopraffatti dalla paura e dallo stato di eccitazione».

Ma la paura, di esprimersi come di votare, non uccide la democrazia?
«Sì, purtroppo la paura uccide la democrazia. In Italia si è cominciato nel novembre del 2011, quando è caduto il governo Berlusconi e, anziché andare alle urne, si è proceduto alla formazione del governo Monti con un sovvertimento della normale pratica della
democrazia e il passaggio allo stato di eccezione. Sarebbe stato logico e naturale andare a votare, ma il Leviatano tecnico-burocratico non ha voluto».

Vale anche oggi per il governo Letta? Ora che è in bilico, si scrutano di nuovo con preoccupazione lo spread e i mercati finanziari.
“Sì, lo strumento delle cosiddette larghe intese ha scarso valore democratico. Qui non si vota più e si continua a voler risolvere tutto in base allo stato di eccezione, ma questa non è autentica democrazia”.

Il cambio di missione di Medio-banca e delle Generali. La caduta dei Ligresti. Le difficoltà di Zaleski-Tassara e il nodo irrisolto di Telco-Telecom. I prossimi mesi potrebbero segnare una totale rivoluzione in quello che fu il salotto buono della. finanza italiana. E’ stata una buona idea lasciare che banche e imprese si incrociassero liberamente?
“Sono assolutamente contrario all’incrocio. E’ la mostruosa fratellanza siamese della quale parlava quel grande banchiere che è stato Raffaele Mattioli. Io sono sempre stato nemico dei patti di sindacato e adesso finalmente assistiamo al tramonto del capitalismo di relazione,. La sa una cosa raccapricciante? Nel 1980, quando venni nominato alla guida della Consob, il numero delle società quotate alla Borsa di Milano era grosso modo lo stesso di oggi, se togliamo i doppioni e le scatole cinesi. Quindi, a distanza di quasi 35 anni, la vera storia è che si è preferito scegliere il capitalismo di relazione, con le banche che imbrigliano le imprese, a discapito della crescita del mercato finanziario. E qui la colpa è di quello di cui parlavamo prima: il prevalere della lex mercatoria fatta dai mercanti su tutti gli altri interessi della polis».

Nessun commento: