15.09.2015
È evidente che il sindaco di Castano
Primo o chi per esso, in buona fede si intende, ha combinato un gran pasticcio
nella gestione delle autorizzazioni. Ma il punto non è questo, il punto è come
vengono interpretate le norme che dovrebbero vietare manifestazioni che si ispirano
ad ideologie che in Italia sono considerate vietate. Vorremmo tutti sapere, e
la domanda è rivolta agli organi dello Stato: il fascismo è fuorilegge, oppure
no?
Molti pensano, nel 70° anniversario
della Liberazione dal nazifascismo, che il pericolo fascista non esista più.
Invece purtroppo di questo pericolo non ce ne siamo ancora liberati. È un
pensiero questo che trova ospitalità anche nella compagine del centro sinistra
che con inusitato cinismo sta trasformando la Costituzione per renderla più
compatibile alle esigenze dei poteri finanziari notoriamente antidemocratici.
Potrò sbagliarmi ma i dirigenti della
classe politica dominante stanno portando il nostro Paese ad essere costituzionalmente
afascista.
Castano Primo (MI) 13 settembre 2015
Corriere della Sera - Milano, 17 maggio 2014
Raduno a Rovetta, il Viminale:
«Manifestare è un diritto» Le associazioni antifasciste
pronte alla protesta
di Fabio Paravisi17 maggio 2014 - Un raduno fuori dalla storia
17 maggio 2014 - Raduno a Rovetta, il Viminale: «Manifestare è un diritto»
Dopo il primo sì della prefettura, il via libera al raduno dei nostalgici fascisti a Rovetta e Lovere è arrivato anche dal ministero dell’Interno. I deputati Antonio Misiani (Pd) e Pia Locatelli (Socialista eletta nel Pd) avevano presentato un’interrogazione al ministro Alfano per chiedere lo stop alla doppia manifestazione, nel nome della legge che vieta l’apologia del fascismo e delle ragioni di opportunità legate al fatto che si svolgerà il 24 e 25 maggio, in piena tornata elettorale.
La loro proposta è stata però
respinta nel nome della libertà di parola, come ha spiegato il sottosegretario agli Interni Ivan
Scalfarotto (Pd): «La passione repubblicana
che condividiamo deve tenere conto dell’osservanza della nostra Costituzione,
che tutela il diritto di manifestare — ha spiegato ieri in aula —. L’iniziativa di Rovetta è stata oggetto di
approfondita analisi e di riunioni tecniche in prefettura a Bergamo. Si è
tenuto conto della natura commemorativa. Non si tratta di comizi e di
propaganda elettorale. Non viola la legge, che garantisce il diritto di
riunione purché avvenga pacificamente e senza armi. La situazione sarà
monitorata con attenzione dalle autorità di sicurezza. Le forze di polizia
dedicano la massima attenzione alle frange di estremisti».
E Misiani ha replicato: «Non
posso dirmi soddisfatto. Stiamo parlando di un’adunata nazifascista a cui
partecipano teste rasate e in cui vengono esposti simboli fascisti. È un’offesa
al popolo bergamasco, che si è battuto per la Liberazione pagando un prezzo
altissimo. Noi riteniamo che questo raduno violi la Costituzione e anche la
legge vigente. Fatto ancor più grave se contemporaneo alle elezioni che
inibiscono qualunque tipo di manifestazione dal punto di vista politico e
propagandistico».
Una protesta ancora più vivace
arriva dall’Associazione nazionale partigiani e dal Comitato antifascista, il
cui presidente Carlo Salvioni prima premette che «la pietà per i morti
appartiene alla civiltà e noi non abbiamo nulla da obiettare», ma poi aggiunge
che in questo caso «non si tratta più di una commemorazione, ma di un’apologia
del fascismo. Per vietarla, per di più in una giornata elettorale, sarebbe bastato
un po’ di buonsenso. Ma non staremo in silenzio. Lunedì organizzeremo un sit-in
di protesta davanti alla prefettura e, in caso dovesse avvenire di nuovo
l’apologia del fascismo, siamo pronti a presentare un esposto in Procura».
«Il Comune di Lovere ha negato il
permesso alla manifestazione fascista e alla contromanifestazione per timori di
ordine pubblico, ma la prefettura le autorizzerà entrambe — aggiunge Giuseppe
Faccardi a nome dell’amministrazione loverese —. E se succede qualcosa?». Le
contromanifestazioni dovrebbero essere due: a Lovere quella del gruppo
«Provincia Lotta» della Val Camonica e a Rovetta quella dei «Ribelli della
montagna», il cui rappresentante ieri, a sorpresa, ha attaccato l’Anpi, che non
ritiene abbastanza decisa nell’opposizione: «Finora quelli che si sono mossi di
più per contrastare la manifestazione, realizzando e diffondendo anche un dvd
con le immagini e le foto, siamo stati noi. Useremo tutti i mezzi legali
necessari per far sentire la nostra voce e la nostra presenza».
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