di Giuseppe Marazzini
19.02.2016
Nella tardiva commissione sul Cadorna, convocata dopo l’affidamento
dei lavori, abbiamo visto un sindaco piccolo piccolo arrampicarsi sui vetri nel
tentativo di tamponare una situazione sfuggitagli di mano. Ammettendo la fretta
avuta nelle procedure, dicendo qualche bugia ed assumendosi la responsabilità
di una cattiva informazione sulla vicenda, il sindaco non ha fatto altro che
ammettere un vizio ormai abituale di questa amministrazione, un vizio che si
sta ripetendo fin troppo e che rivela un carattere intrinseco della loro forma
mentis: il vizio di disinformare, e la disinformazione è la morte della
partecipazione attiva dei cittadini.
Per sua stessa ammissione, il sindaco se n’è fatto un baffo delle
osservazioni, dei consigli e delle critiche, buone o cattive che fossero, ed è
andato avanti per la sua strada. Eppure qualche dritta gli era arrivata:
“Attenzione che il Cadorna è il tratto finale della SP12 e del viale
Toselli, non è una semplice via cittadina!”.
Come si può intervenire sul Cadorna senza pensare a cosa succederà sul
Toselli e sul Sempione e senza un parere almeno consultivo dei Comuni limitrofi,
Cerro Maggiore e San Vittore? Un momento per un contradditorio partecipativo in
vista del progetto definitivo il Sindaco doveva trovarlo, invece ha preferito
dare la caccia ai fantasmi e ai “falsi profeti”, se mai sono esistiti. Penso che
sulla linea Cadorna finisca la parabola politica di Centinaio e il suo sogno di
“Patron” dall’Altomilanese.
In commissione i tecnici non hanno fornito dati certi per capire come
verrà trasformata la viabilità del viale. Verrà ridotta la larghezza dello spartitraffico
centrale dai 2 m previsti a 1,50/1,20 m, confermando i pali per l’illuminazione
al centro del viale. È stata confermata una corsia unica con la possibilità di
transito in doppia fila, come da simulazione presentata, ma non è stata fornita
la misura della carreggiata utile, al netto dei margini di sicurezza laterali. La
simulazione dà sì la percezione che si possa viaggiare in doppia fila come
avviene attualmente, ma non sarà così: ci sarà la possibilità di sorpassare
lasciando alla perizia del conducente l’evitare impatti laterali e sarà ad alto
rischio il transito delle moto e delle biciclette.
La carreggiata sarà molto probabilmente di 5,30 m; quella utile di
transito, al netto dei margini di sicurezza laterali (60 cm), dovrebbe essere
quindi di 4,70 m. Tenuto conto dello spazio fra i due mezzi, basta poco per
capire che la marcia in doppia fila può avvenire con auto di dimensioni
contenute. Due utilitarie affiancate, da deflettore a deflettore, hanno,
infatti, una larghezza poco meno di 4 m, quindi fra un auto e l’altra ci sono
70 cm di spazio di manovra. Ovviamente, man mano che le dimensioni dei mezzi
aumentano lo spazio centrale diminuisce sempre più, fino ad esaurirsi per i
mezzi pesanti e i bus; due bus affiancati, ad esempio, raggiungono una
larghezza, esclusi i deflettori, di 5,10 m, andando oltre i limiti di sicurezza
della carreggiata. Anche nel caso di affiancamento di un’ambulanza (larghezza
2,050 m) con un bus (larghezza 2,550 m), lo spazio di manovra è limitatissimo.
Inoltre la riduzione della velocità, 40-45 km/h di media, verrà
ottenuta mediante un impianto semaforico sincronizzato che accompagnerà un
“plotone” di auto di tratto in tratto, la cosiddetta “onda verde”. Secondo i
tecnici questa modalità eviterà code e produrrà benefici ambientali: meno
rumore e meno polveri sottili. La debolezza del pensiero tecnico, in questo
caso, è dare per scontato che le auto siano state appena sfornate dalle catene
di montaggio, che i conducenti siano dei robot e che tali condizioni non siano
soggette a mutazioni.
Altri dubbi andrebbero chiariti, in ogni caso non si esclude che prima
del prossimo Consiglio Comunale la minoranza convochi un Consiglio
straordinario per discutere e votare la mozione inerente alla vicenda, con la
quale si chiede la sospensione del progetto.