venerdì 9 dicembre 2016

LEGNANO, LE BRUTTURE DA CANCELLARE

Giuseppe Marazzini
09.12.2016

La Prealpina – Legnano, venerdì 9 dicembre 2016

Quante brutture da cancellare
Molti i punti degradati. L’opposizione sollecita la giunta a varare regole di decoro

Aree abbandonate, edifici degradati, scorci di incuria. Tutte zone che, se riqualificate, darebbero un’immagine diversa di certi quartieri. E non sarebbe solo un fatto estetico: anche la sicurezza e la pulizia ne avrebbero giovamento. Partendo dal centro e andando verso l’Oltresempione di punti discutibili e bene in vista se ne incontrano diversi, a partire dal muro scrostato della sede della Città Metropolitana di via dei Mille: un centro istituzionale di quel genere dovrebbe dare un’immagine sicuramente diversa.

Scendendo verso corso Garibaldi altro impatto forte è quella della ex Bernocchi con i vecchi capannoni fatiscenti: camminare di sera da quelle parti non ispira il massimo della sicurezza. Si arriva quindi sul ponte sull’Olona di via Gabinella: guardando verso nord lo scenario è veramente deprimente, a partire dalle erbacce che ormai hanno conquistato il parapetto e finire poi sulle sponde del fiume e sull’area libera accanto, solo in parte recintata, dove non è raro vedere rifiuti abbandonati. Ma si tratta solo di alcuni esempi nel raggio di nemmeno un chilometro.

Limitandosi alle vie di grande scorrimento, dalla Gabinella al Sempione il passo è davvero breve: presa la direzione Milano si attraversa una bella fetta della zona centrale e si arriva quindi all’incrocio con viale Toselli. Qui, svoltando a sinistra, inizia il rinnovato viale Cadorna: se l’amministrazione comunale ha speso circa 600 mila euro per rifare la strada, ai lati ci sono almeno due brutti esempi di degrado: uno è il cantiere abbandonato di una palazzina finito al centro di una vicenda giudiziaria, l’altro è il panorama che offrono gli edifici cadenti della ex Gianazza, proprio a pochi metri dall’uscita dell’autostrada e non certo un biglietto da visita ideale per la città.

Si potrebbe continuare con altri esempi in via Firenze o in via 29 Maggio, ma la domanda è a questo punto una: l’amministrazione comunale può fare qualcosa per imporre regole di decoro urbano? Secondo Giuseppe Marazzini della Sinistra Legnanese sì, e in proposito nell’ultimo consiglio comunale aveva presentato un ordine del giorno, poi bocciato dalla maggioranza, che impegnava sindaco e giunta “ad attivare tutte le azioni necessarie per la messa a punto di una metodologia di intervento mirata a salvaguardare in tutti i suoi aspetti l’immagine di Legnano”. «Angoli brutti della città - rimarca Marazzini - ci sono e bisogna metterci mano.

La discussione della variante al Pgt poteva essere l’occasione per cominciare a mettere dei paletti e coordinare meglio gli uffici che oggi operano in modo separato nei settori dell’urbanistica e delle opere pubbliche. È chiaro che la responsabilità di certe situazioni è innanzitutto dei proprietari delle aree, ma la parte pubblica ha a mio avviso comunque delle responsabilità proprio perché non esiste ancora un piano organico riguardante l’immagine della città che preveda un’attenta e sistematica regolamentazione».

Se piazza Carroccio e il lungo Olona hanno per esempio avuto piani ad hoc, l’auspicio è che altre parti del tessuto urbano possano essere riqualificate allo stesso modo. E che il tema sia sentito è dimostrato anche dall’ordine del giorno, tuttora giacente, sul recupero e la valorizzazione dei vecchi cortili firmato dal gruppo Per Legnano. Servono ovviamente regole (e magari incentivi per i privati), ma anche piccoli accorgimenti (una panchina, un cestino dei rifiuti, fino ad arrivare ai tabelloni “coprenti”) possono essere molto importanti. Del resto la battaglia per il decoro non può avere colore politico. E il tema può sicuramente essere approfondito.

Luca Nazari

Fotografie di alcune brutture di Legnano ...
 

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