MAGENTA / In difficoltà la società di trasporti pubblici
Un milione perso nel 2008, il bilancio 2009 sarà peggiore. «Urgono risorse»
15/3/2010 - Il trasporto pubblico dovrebbe avere forza di attrazione tale da convincere gli automobilisti a preferirlo rispetto al proprio mezzo. Migliorerebbe il traffico, l’aria probabilmente sarebbe più pulita, ci sarebbe meno inquinamento acustico e ne guadagnerebbero anche i portafogli perché i costi della mobilità personale sarebbero inferiori. Ma la realtà è ben diversa. I treni sono oggetto quotidiano di critica da parte degli utenti per ritardi, sporcizie, inefficienze, mancata manutenzione, insufficienza di carrozze. Ma anche il trasporto su gomma ha i suoi guai: tra gli altri, quelli di una sana gestione economica che diversamente lo condannerebbe alla chiusura del servizio.
A meno che qualcuno non intervenga a ripianare il deficit. Ne sa qualcosa Movibus, società costituita il 15 maggio 2008 con il 52% del capitale portato da Stie, che appunto perché maggioritario ha il diritto di avere l’amministratore delegato; il 26 è di Atm; il 22 è di Atinom. L’organico è composto da 250 persone: una quarantina gli amministrativi, 210 circa gli autisti, altrettanti i mezzi in dotazione. Movibus è nata in seguito all’aggiudicazione di una gara provinciale per coprire i tragitti Magenta-Milano, Castano Primo-Milano e Legnano/Parabiago-Milano.
In un anno percorre la bellezza di 7.500.000 km. Il bilancio dei primi sette mesi di attività del 2008 ha dovuto registrare un milione di euro di perdite, assorbite dal capitale proprio forte di ben 8.200.000 euro. Quello a consuntivo del 2009 sarà sottoposto ai soci tra aprile e maggio. «Ma fin d’ora, nonostante non ci siano ancora le cifre definitive, si può già presumere che sia peggiorato in modo significativo rispetto al 2008». L’affermazione virgolettata è di Marco Repossi. Il commercialista abbiatense è presidente di Atinom dal 31 agosto 2009, cioè dalla morte del suo predecessore Sergio Guarnieri, ma è anche componente del consiglio di amministrazione di Movibus.
«La società - ragiona ad alta voce - riflette la situazione di criticità del servizio di trasporto pubblico in tutta la provincia di Milano, dove altre aziende non presentano conti brillanti. E’ una crisi seria perchè strutturale e non, dunque, legata a qualche fatto contingente. Talmente grave che oggi come oggi nemmeno un mago dotato di poteri sovrannaturali riuscirebbe a risolverla». Chi si aspettava che il socio di maggioranza, azienda privata che ha come obiettivo l’efficienza, riuscisse a trarre fuori dalle secche la nuova società è rimasto deluso dei risultati. Forse non per incapacità gestionale ma perché la partita che si sta giocando è difficilissima. Sul come si è arrivati a questa situazione, Repossi ha qualcosa da dire.
«Siamo andati a fare una gara a costi attuali ma con offerte risalenti al 2002. Costi che sono del tutto saltati, in molti casi sono raddoppiati mentre le risorse sono rimaste quelle preventivate allora. In 8 anni il mondo è cambiato: per esempio, il traffico ingrossa le sue file del 10% all’anno. Più auto in strada significano per noi due cose: una velocità commerciale rallentata, e dunque un aumento dei tempi di percorrenza, ed un maggior consumo di gasolio per fare gli stessi kilometri». Queste non sono le sole denunce. Ce n’è un’altra non meno importante: «E’ cresciuto il numero di coloro che non pagano il biglietto». Esiste, dunque un problema di controlli «che l’azienda sta tentando di mettere in atto seriamente».
Così come è già stato approvato dal cda un piano riorganizzativo industriale che a breve sarà sottoposto ai soci. «Ma - conclude Repossi - anche se dovesse andare in porto, risolverebbe un terzo dei problemi, perché i più grossi restano la riforma strutturale e le risorse». Insomma: Provincia se ci sei batti un colpo, datti da fare se no rischi di essere obbligata ad assistere ad un funerale. Il che è soprattutto indice di un fallimento.
Alessandro Ortolina
Ordine e Libertà on line – domenica 10 ottobre 2010
Le ultime notizie che giungono dal mondo sindacale non fanno che confermare lo stato di precarietà di Movibus.
Il deficit si è notevolmente ingigantito, da 3 milioni si è passati a circa 6-7 milioni di euro.
Il 60% degli utenti non paga il biglietto.
La società sta pensando, nel piano di riorganizzazione, di ridurre il numero degli autisti, almeno 15.
Esiste la possiilità concreta che Movibus restituisca alla Provincia le concessioni delle linee in carico.
Giuseppe Marazzini
10.10.2010
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