domenica 13 febbraio 2011

Veleni a gogò

di Giuseppe Marazzini
13.02.2011


Alla fine il “partito” del tanto peggio, tanto meglio, l’ha spuntata. Fermare i camion e le automobili per più giorni, per far diminuire i livelli di inquinamento atmosferico, è stata considerata un’azione penalizzante per i cittadini. Dico io, cosa c’è di più penalizzante se non colpire la salute delle persone? Un’azione propedeutica ma radicale andava fatta per far capire ai cittadini che non siano davanti a una situazione emergenziale ma cronica, quindi bisogna cominciare ad assumere atteggiamenti più sobri. Le amministrazioni locali hanno il compito, oltre a quello di ricercare soluzioni al problema, anche di promuovere un processo che guidi i cittadini ad assumersi la responsabilità collettiva di certe scelte e uscire dall’ipocrisia: è preferibile circolare sempre e comunque, anche per comodità personali ed intossicare i nostri bambini ed i nostri anziani, o è preferibile fermare il traffico quando è necessario?

Lo stato di inquinamento atmosferico della nostra zona è tale che se non si fa qualcosa di incisivo, la nostra atmosfera verrà saturata da gas velenosi tali da provocare ricadute disastrose per la salute delle persone. Per dare un’idea di come siamo messi, riporto alcune argomentazioni tratte dal documento di Valutazione Ambientale Strategica del PGT del comune di Legnano.
Alcuni inquinanti quali l’ossido di carbonio (CO), l’anidride solforosa (SO2), l’ozono (O3) e gli ossidi di azoto (NO) sono in qualche modo monitorati. Si noti tuttavia l’assenza di monitoraggio del particolato fine (PM10 e PM2,5), che invece riveste un’elevata importanza ai fini della tutela della salute umana. Un dato questo che è stato più volte denunciato dalle associazioni ambientaliste locali e da comitati di cittadini.

Nello stesso documento si evince, inoltre, che se da una parte c’è una tendenza alla riduzione delle immissioni in atmosfera di gas serra, dall’altra si riscontra un aumento delle immissioni di gas metano (CH4) e di ammoniaca (NH3), il metano da imputare quasi esclusivamente al settore industriale, l’ammoniaca al settore agricolo (i dati riportati dal documento si riferiscono all’inventario provinciale delle emissioni atmosferiche del 2000).

Dal documento emerge anche che la porzione di territorio maggiormente interessato dall’inquinamento dei tre inquinanti (CO, NOX, PM10) e quello nord-orientale, in corrispondenza dell’attraversamento dell’autostrada Milano-Varese.
Par di capire che gli abitanti del rione Canazza e Olmina stiano facendo un po’ da cavie: “vediamo un po’ fino a quando resistono con questo tasso di inquinamento”.
Nel restante territorio si osserva una sostanziale omogeneità nella distribuzione delle emissioni, mentre i valori minimi si riscontrano nell’area sud-occidentale del comune. (dati da riverificare dopo l’apertura del nuovo ospedale).

Il quadro, come si nota, non è per niente entusiasmante e bisogna fare subito qualcosa o almeno mettere in cantiere interventi di contrasto. Ne suggerisco alcuni:
** Installare una vera rete di monitoraggio di tutti gli inquinanti, compreso il benzene (CH6C6 sostanza altamente cancerogena) e gli IPA (idrocarburi policiclici aromatici, trattasi di una miscela di sostanze altrettanto altamente cancerogene);
** Sostituire gli attuali mezzi di trasporto pubblico con mezzi elettrici o a metano;
** Migliorare il servizio del trasporto pubblico locale per disincentivare l’uso dell’auto, oltre a una ben efficiente rete di piste ciclabili;
** Istituire presso i medici di famiglia un registro epidemiologico riguardante le malattie collegate all’inquinamento atmosferico.







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Falla Falla ft Dj T Robb & Murubutu - Sapore di smog

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