di Alessandro Robecchi

E Il Messaggero nel 2010: «Meno tasse per il rilancio». E
Mario Monti nel 2008: «L'UE allargata è più sicura». Insomma, ne avessero
azzeccata una che è una, anche per sbaglio, anche per caso, per culo, per
avventura o per la legge dei grandi numeri. Invece: niente. I giornali che
seguono l'evento come se fosse una riunione di infallibili sciamani ebbri di
peyote, continuano a registrare quelle previsioni come oro colato e a usare
frasi come «Gotha dell'economia» e «Salotto buono della finanza». I nomi, più o
meno, sono sempre quelli: i grandi banchieri sono sempre loro, gli illuminati
imprenditori pure, gli astuti finanzieri sono sempre gli stessi, i geniali
economisti anche, e al massimo può succedere che qualche banchiere si
ripresenti in veste di ministro, o qualche professore coi i galloni di premier.
Chissà, forse è all'Emporio Ambrosetti che si avvera il famoso miracolo
italiano. Perché anche chi vive dando i numeri del Lotto ogni tanto è tenuto ad
azzeccarne uno. Persino nelle tribù del Borneo lo sciamano viene cacciato dopo
aver sbagliato troppi vaticinii. A Cernobbio no: tutti aspettano con ansia,
annuendo, le nuove mirabolanti previsioni del «Gotha dell'economia». Fossimo
sani di mente, dovremmo annuire anche noi. E poi fare esattamente il contrario.
Nessun commento:
Posta un commento