venerdì 12 luglio 2013

Su Polis Legnano l’intervista a Giuseppe Marazzini su “un anno del mandato Centinaio”.



Nel numero di luglio di Polis Legnano, il dossier  dedicato a un anno di amministrazione della coalizione del Sindaco Alberto Centinaio. Il Consigliere Giuseppe Marazzini di Sinistra Legnanese, risponde alle domande poste da Polis.

 Un anno di opposizione, questa volta contro una giunta di centrosinistra. Un primo bilancio di questa esperienza?
Nella scorsa tornata elettorale mi sono presentato come candidato sindaco a capo di una coalizione di forze politiche di sinistra e di appartenenti a movimenti e gruppi di base.
Quando al ballottaggio l’attuale sindaco ha escluso ogni accordo di apparentamento, si è persa una opportunità che avrebbe segnato il vero cambiamento. Finora non c’è stata la possibilità di confronti seri, ma nonostante tutto considero la mia esperienza positiva. Continuerò a fare opposizione vigilando sull’operato della giunta e con interventi di critica positiva.

Far quadrare i conti è la prima preoccupazione di questa giunta. Tenuto conto della situazione generale della politica italiana, di certe decisioni nazionali che gravano sui conti municipali (una per tutti, l’IMU), è possibile pensare a un tipo di finanza locale rigorosa eppure attenta alle molteplici esigenze dei cittadini?

Il sindaco nel suo discorso d’insediamento disse che “la nave stava per finire sugli scogli”, ma dov’è ora la nave non ce l’ha ancora detto.
Se fossi stato sindaco, una volta presa visione dei conti comunali, avrei convocato i cittadini per spiegare loro i danni, economici e sociali, che il “patto di stabilità” ha provocato e sta provocando.
Li avrei invitati a mobilitarsi contro tale vessazione.
Non avrei anticipato l’estinzione dei mutui.
Avrei inoltre proposto l’introduzione di un finanziamento popolare (buoni del tesoro comunale), coinvolgendo le fasce abbienti, per sostenere e migliorare i servizi alla persona, educativi e culturali.

Certamente si preparano decisioni che toccheranno le tasche dei legnanesi. Con quale spirito affronterete voi dell’opposizione questa situazione? Riuscirete ad avere una spinta comune costruttiva e lavorare per un intento comune?

Prima di mettere le mani in tasca ai legnanesi guardiamo nelle tasche della giunta comunale.
Siamo sicuri che non siano possibili altri risparmi a cominciare dall’apparato tecnico-politico? Ad esempio, non tutti gli assessori hanno rinunciato a parte del loro compenso. Era proprio necessario un direttore organizzativo esterno? È proprio necessario finanziare il palio con i criteri attuali?
Io, se fossi stato sindaco, la funzione di addetto stampa me la sarei fatta da solo e come già detto avrei agito diversamente in materia di finanza pubblica.
L’opposizione, anche se con visioni differenti, non vuole aggravare la già difficile qualità della vita dei legnanesi, quindi, se il governo centrale continuerà con i tagli, senz’altro una richiesta di forte adeguamento della spesa comunale ci sarà.
Il caso di Euro Impresa ne è un esempio. In tempi non sospetti segnalai alla dirigenza dell’ente il pericolo che l’agenzia si trasformasse in un “carrozzone” senza una riforma radicale delle sue funzioni, ma era un “tempio” di Penati e compagnia, quindi guai a disturbatori.
Ora è stato reso noto che sta per saltare tutto, e il Comune di Legnano detiene il 25% delle azioni.
In questa vicenda penso che il centro sinistra abbia delle responsabilità politiche storiche.
Nel marasma in cui ci troviamo io penso che il problema non sia la costruttività dell’opposizione.
Siamo chiari, l’opposizione non ha spazi decisionali e gli appelli alla collaborazione sono pura formalità, quindi il problema sta nelle scelte della maggioranza, che mi risultano limitate a tamponare contabilmente le avversità che un po’ alla volta stanno arrivando, mentre la politica non si vede.

Giunta di centrodestra potrebbe assumere orientamenti e decisioni sostanzialmente diverse (e realmente praticabili) nell’ambito delle finanze comunali da quelle dell’attuale maggioranza? Dove sta la differenza rispetto alle giunte di ieri?

Il controllo da parte dello Stato sulla finanza locale è sempre più stringente e fra qualche anno, con la parificazione dei bilanci degli enti locali con quello dello Stato, i margini di manovra saranno ridotti ai minimi termini.
Le giunte Cozzi e Vitali, a loro modo, hanno sempre rispettato il patto di stabilità e in questo sostenuti dalle forze politiche più importanti dell’opposizione, quelle che oggi formano il Pd.
Se allora fossi stato sindaco, piuttosto che dissanguare Amga, avrei programmato una fuori uscita dal patto di stabilità.
Ora, anche la maggioranza, per chiudere il bilancio consuntivo 2012 nel rispetto dei parametri finanziari, ha attinto nei fondi Amga per 500 mila euro, e, nel programma di Centinaio è prevista, si dirà per conto legge, la vendita a privati di almeno il 40% della società.
L’attuale maggioranza, nella sostanza, si muove sugli stessi binari del centro destra.
Se fossi stato sindaco, avrei cercato di costituire un’azienda consortile dei beni comuni -acqua, luce e gas-, questa è la modalità più efficace per tutelare i cittadini dalle tariffe speculative e garantire il diritto di accesso a tutti.

Quali gli ostacoli che, almeno finora, la giunta non è riuscita a superare?

In politica non ci sono ostacoli, ci sono problemi da risolvere.
Penso che uno dei problemi che Centinaio deve ancora risolvere sia la precaria coesione della sua maggioranza. La scelta degli assessori non è stata ancora del tutto digerita e il mancato turnover del dimissionario assessore ai lavori pubblici fa pensare che le tensioni persistono.
Dissonanze sono venute alla luce in occasione del famigerato protocollo stipulato con l’associazione Salviamo la vita con Maria e non ancora ritirato, oppure in occasione degli sgomberi dei rom.
Manca il coraggio di istituire il registro delle unioni civili, anche se qualcuno della maggioranza si è dichiarato favorevole.
Anche sulla questione IKEA la giunta sta dimostrando una chiusura incomprensibile che non fa altro che alimentare il sospetto di un probabile sì all’insediamento.
Con la partecipazione e trasparenza siamo ai livelli minimi.
Se fossi stato sindaco, avrei fatto una giunta meno condizionata dai partiti, con più donne e senza amici d’infanzia e avrei istituito una consulta popolare per discutere con i cittadini le questioni più dirimenti.

Impegnarsi nell’amministrazione civica non è semplice, richiede specifiche competenze, e, spesso, riserva amarezze. Ma, alla luce di questa sua esperienza, se la sentirebbe di indicare a un giovane legnanese un servizio in ambito politico?

Un giovane che vuole impegnarsi in ambito politico deve sapere che la partecipazione attiva nella politica comporta lavoro, studio, ricerca e fatica. Se poi la si vuole praticare con un vero spirito di servizio, allora ci vuole anche una grande passione a prescindere.
Nel mio modo di fare politica o pratica sociale, con incarichi o senza incarichi, non ho mai badato al mio curriculum vitae. La politica dev’essere solo generosità verso gli altri, anche se altri politici magari ti guardano male.
Purtroppo non tutti i giovani sono su questa lunghezza d’onda e anche l’esempio che viene dai giovani sostenitori della maggioranza purtroppo non è stimolante dato che anch’essi si sono adagiati ai canoni politici vigenti.
Salvo rare eccezioni, quasi tutti si sono posizionati nei posti resisi disponibili per il cambio di amministrazione, in ciò eguagliando i vecchi volponi della politica, dalle deleghe sindacali ai consigli di amministrazione o presidenze dei vari enti: Fondazione Ticino-Olona, Amga, S. Erasmo, Parco Alto Milanese, etc.
In questi giovani è prevalso lo spirito dei moschietteri del re “uno per tutti, tutti per uno”, uno spirito prigioniero del potere non libero di critica pubblica.
Nel metodo, cosa cambia rispetto a Comunione e Liberazione?

C’è spazio a Legnano per far crescere la cultura politica per il bene comune?

Innanzitutto è bene intendersi su che cos’è il bene comune. A mio parere tutti gli elementi e i servizi che fanno vivere le persone dignitosamente rientrano in questa categoria, in particolare acqua, luce, gas, sanità, alimentazione, scuola, suolo, casa, lavoro e trasporti.
L’altra questione su cui bisogna intenderci è come si salvaguardano i beni comuni, si salvaguardano privatizzandoli o mantenendoli pubblici ? Io propendo per la seconda opzione.
Le manovre per mercificare salute, ambiente, educazione ed altro, sono sempre in corso; l’ultimo esempio ci viene dalla recente costituzione della Fondazione dell’Azienda Ospedaliera di Legnano, il cui statuto è provvido di articoli funzionali alla “infiltrazione” della mano privata anche perché in gioco c’è la gestione di novanta posti letto già accreditati dalla regione Lombardia presso il vecchio ospedale, posti destinati alla costituenda “cittadella della fragilità” o della “salute” - come noto, fare soldi sul bisogno di cura degli anziani è diventato un gioco da ragazzi.
Fare cultura del bene comune non solo è necessario ma è doveroso - com’è doveroso denunciare le storture del nostro sistema - il problema è che se ne fa poca.
Legnano è una città chiusa in se stessa nelle mille parrocchie, e le poche esperienze per il bene comune fatte, ricordo le conferenze sulla criminalità organizzata, sono cadute nell’oblio.
Non mi risulta che la maggioranza stia prendendo iniziative sulla questione dei beni comuni.

A propositi di bene comune, a che punto siamo nella lotta contro il gioco d’azzardo?

La salute dei cittadini è un bene comune, salvaguardare e tutelare il benessere psico-fisico dei cittadini è un dovere delle istituzioni.
Il gioco d’azzardo, benché si dica legale perché regolato da leggi dello Stato - questa anche la tesi sostenuta dall’amministrazione in risposta alla mia interpellanza -  è uno svago dannosissimo.   
Nel frattempo la città è invasa dalle slot machine e dalle sale da gioco.
Costa così tanto aderire al manifesto dei sindaci contro il gioco d’azzardo?
Costa così tanto premiare gli esercizi pubblici che non installano slot machine?

Da 1 a 10, quale voto assegna alla giunta Centinaio?

Anche se sono molto critico e dissenziente sul modo di operare della giunta Centinaio non voglio dare nessun voto perché nel mio modo di concepire democrazia e libertà non è prevista una valutazione numerica.
So che l’indice di gradimento è in discesa e parecchi elettori sono delusi dalla scarsa trasparenza e laicità di questa maggioranza.

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