22.11.2013
Mercoledì 27 novembre 2013 alle ore 21.00
presso la sala ACP (sopra il Ristorante la Meridiana), Balerna (TI)
presso la sala ACP (sopra il Ristorante la Meridiana), Balerna (TI)
La presentazione del libro
Il silenzio degli operai, edizioni ‘La vita felice, Milano, 2012 ‘
di Massimo Daviddi
Il silenzio degli operai, edizioni ‘La vita felice, Milano, 2012 ‘
di Massimo Daviddi
Con Massimo Daviddi e Fabiano
Alborghetti – poeta e scrittore
La poesia, è (in)utile?
Massimo
Daviddi
Che significato possiamo o dobbiamo attribuire a questo titolo Silenzio degli operai?
Il silenzio degli operai vuol dire in qualche modo soffermarsi sulla parte del
testo che maggiormente alimenta un mio modo di sentire la vita, coniugandola al
presente. Sono cresciuto in un cortile di Milano, circonvallazione anni ’60, un
tempo unico, caotico, ricco di umanità e anche di piccole violenze, di stenti e
generosità. Osservavo molto, dal mio balcone al settimo piano; ricordo le
macchine in fila, dopo la partita a San Siro e lo stadio, dove andavo da
piccolo per vedere l’Inter, con mio padre. Rivedo le tute bluastre degli operai
che andavano nelle fabbriche con biciclette, vespe, lambrette; i muratori, poco
prima di lavorare nel cantiere, al bar per un bicchiere di marsala, d’inverno.
Gli inseguimenti tra un cortile e l’altro, i bambini veneti, siciliani; la
lingua viva, popolare, un’arena di accenti, detti, null’altro che il pallone, i
giochi come nascondino e bandiera, le urla delle madri per il rientro. Questo
non esiste più; non esiste là, dov’era, e allo stesso tempo non esisto io,
dov’ero: sono straniero in questa Milano che amo sempre, ma la reinvento o
semplicemente scorro nelle vie, fermandomi nei pochi locali dove mi sento a
casa. Oggi – ed è la coniugazione al tempo che viviamo – la società nega
l’esistenza degli operai o quando ne parla, sono sempre visti come
sopravvissuti in un mondo che non sa cosa farne. Fino alla tragedia della
Thyssen, che ricordo nell’ultimo testo della sezione.
da "Il silenzio degli operai" di Massimo Daviddi
Esistenza degli oggetti
Non esiste disparità tra gli oggetti,
sono primariamente spazio
dentro una porzione di luce nella casa,
diventano l’indicatore molteplice dei colori
la loro persistenza gravita sul nulla,
così quando si cucina o si studia,
così quando decifrare il tempo
sa di rimpiattino, nulla di serio,
tutto di incompiuto.
Dov’era ad esempio la luce
dentro il semicerchio?
Come finiva in fondo alla piastrella?
certe volte sembra che
le cose vogliano bene alle cose.
Tiziano Rossi
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