martedì 15 aprile 2014

Capannori, un esempio alternativo concreto all’incenerimento dei rifiuti

di Giuseppe Marazzini
15.04.2014

Capannori è un comune di 46.000 abitanti in provincia di Lucca, ed è stato nel 2007 il primo comune italiano ad aderire all’associazione e alla strategia “Rifiuti Zero”. A marzo di quest’anno i comuni che hanno aderito a questa strategia sono 205 per un totale di 4.315.008 abitanti. Fra questi comuni anche capoluoghi di provincia quali La Spezia, Carrara, Benevento, Lucca, Parma, Mantova, Oristano, Olbia e Treviso e di regione quale Napoli. Vicino a Legnano, hanno aderito Saronno, Olgiate Comasco e Vimercate. A Capannori la raccolta differenziata con raccolta porta a porta arriva oggi a più dell’82 per cento, con punte del 90, con l’obiettivo di zero rifiuti nel 2020.

Il riciclaggio a Capannori avviene in piattaforme impiantistiche e il recupero dei materiali finalizzato al reinserimento nella filiera produttiva. Per incentivare un riciclaggio sempre più consapevole e attento, per l’utente è possibile ricevere un accredito di punti, in funzione del tipo di materiale conferito, presentando il codice fiscale dell’intestatario della bolletta. Al raggiungimento di 500 punti l’utente riceverà uno sconto di 20 euro che sarà applicato sulla bolletta TIA nell’anno successivo a quello in cui è maturato.

Per la riduzione dei rifiuti viene incentivata la diffusione del compostaggio domestico, la sostituzione delle stoviglie e bottiglie in plastica, l’utilizzo dell’acqua del rubinetto (più sana e controllata di quella in bottiglia) o quella delle casette dell’acqua, l’utilizzo di pannolini lavabili sia per bambini che per signora, l’acquisto alla spina di latte, bevande, detergenti, prodotti alimentari, sostituzione degli shoppers in plastica con sporte riutilizzabili. Questo comporta per il commercio locale una possibilità in più di vendita di prodotti ecologici e con modalità sostenibili.

Sempre a Capannori nel 2010 è nato il primo Centro ricerca "Rifiuti Zero" d'Italia. L'organismo, unico nel Paese, ha l’obiettivo di sviluppare iniziative per ridurre “a monte” l’utilizzo di materiali non riciclabili, in particolar modo negli imballaggi. Tra gli strumenti per raggiungere questo fine ci sono collaborazioni con il mondo accademico e della ricerca, nonché campagne di sensibilizzazione dei cittadini.

Nel 2011 è stato aperto il centro per il riuso e riparazione “La Bisaccia”. Funzione di questo centro nella filiera dei rifiuti è quella di recuperare materiali come mobili, vestiario e scarpe, che non finiscono in discarica ma vengono distribuiti alle fasce più deboli della popolazione. A essere distribuiti sono beni di qualità di cui molto spesso i proprietari si disfanno perché non più utilizzati, come i vestiti e la biancheria. I mobili e gli elettrodomestici, invece, vengono consegnati magari a causa di una rottura di una parte, che il Centro ripara con una piccola spesa. Il Centro del riuso offre un valido sostegno a tutte le famiglie che, complice anche la crisi, hanno problemi ad arrivare a fine mese.

Da inizio 2013 si è iniziato anche con la “tariffa puntuale”. Ogni sacco per l’indifferenziata consegnato gratuitamente ai cittadini, ha un micro chip con il codice dell’utente. Per l’utente virtuoso che consegnerà meno rifiuti non riciclabili, la bolletta sarà più leggera.

La storia di Capannori è un esempio da seguire sempre da più comuni, fino a diventare la strategia base di gestione dei rifiuti più seguita ed applicata. Legnano in merito ha fatto già dei passi in avanti, ma ne deve fare altrettanti per raggiungere i risultati di Capannori, cominciando con l’abbandonare la strategia dell’incenerimento dei rifiuti.






Capannori, il primo comune rifiuti zero d'Italia – Sky TG24 09.06.2013

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