Giuseppe Marazzini
29.05.2015venerdì 29 maggio 2015
martedì 26 maggio 2015
PER UN ASSOCIAZIONISMO PIÙ TRASPARENTE
di Giuseppe Marazzini
26.05.2015
26.05.2015
La stampa locale non ne parla, forse per
una sorta di benevolenza verso la congrega
dei cappellini bianchi, ma in occasione delle discussioni in Consiglio
comunale del bilancio consuntivo 2014 il dato è stato citato. Il comune di
Legnano solo nel mese di dicembre 2014 ha erogato contributi a pioggia a favore
di cinquanta associazioni per un valore di circa 220mila euro. Le erogazioni
complessive dell’anno 2014 sono state 265mila euro.
È bene precisare che detto importo è
solo una parte delle erogazioni concesse che va sotto il nome di associazioni.
Si dirà che è una consuetudine, una tradizione, un sostegno alle buone pratiche
e alla sussidiarietà, ma in ciò c’è un qualcosa che non mi convince.
La
prima cosa è che questi
soldi sono dei contribuenti legnanesi e sono stati erogati con molta
discrezionalità da parte dell’Amministrazione senza informare il Consiglio
Comunale. Con quali motivazioni e criteri sono stati elargiti i contributi
forse potremmo saperlo solo presentando una interrogazione.
La
seconda cosa è che la
modalità delle erogazioni a pioggia richiama in auge il vecchio modello
democristiano; quello di affezionarsi fette di cospicuo e potenziale elettorato
nel contesto del volontariato, che sia terzo settore o meno. Un contesto molto
ampio che spazia dall’associazionismo cattolico a quello post comunista.
La
terza cosa è che le
associazioni più forti e scaltre, che ormai si possono definire delle vere e
proprie lobby, fanno la parte del leone e vengono premiate con somme più
consistenti rispetto alle altre, sia dal Comune che dalla Fondazione
Ticino-Olona; quest’ultima cofinanziata dal Comune per 15mila euro l’anno.
La
quarta cosa riguarda
l’inefficacia del nuovo regolamento che non è in grado di contenere le
erogazioni a pioggia. Un regolamento rigettato dalle stesse associazioni e
considerato da tanti fin troppo macchinoso per le loro modalità operative.
La
quinta cosa è che parte
di questi contributi vanno a finanziare attività private ai fini sociali che
entrano in concorrenza con le attività comunali rendendo queste ultime
economicamente meno competitive e di conseguenza meno frequentate. È il caso
dei centri estivi comunali che da quattro sono stati ridotti a due per
risparmiare 30mila euro. Nel frattempo però si apre un centro estivo privato,
con tariffe molto inferiori rispetto a quelle comunali, promosso dalla
Fondazione Ospedaliera (presidente Paolo Pigni), dalla Fondazione Ticino-Olona
(presidente Piero Cattaneo) e dalla cooperativa S. Luigi di Tradate, il cui
presidente è nipote del parroco della parrocchia S. Pietro in Canazza.
Con la scusa di tagliare per ridurre i
costi dei servizi, si sta applicando in piccolo sul territorio quanto il
governo centrale sta portando avanti ormai da mesi, ovvero lo smantellamento
sistematico dello stato sociale a favore del privato.
Io
penso, prendendo atto che non tutte le associazioni che ricevono contributi
pubblici sono autoreferenziali o agiscono per fini privati, che sia necessario
per l’amministrazione comunale superare questa situazione. Per esempio
esaminando nel concreto le attività in essere che le associazioni svolgono con
dettagliate rendicontazioni sia sullo stato di avanzamento delle loro attività,
che sull’uso del contributo pubblico ricevuto e non ultimo con la valutazione
del grado di sussidiarietà ottenuta. Penso anche che sarebbe una buona pratica
delle associazioni che ricevono erogazioni pubbliche pubblicare annualmente sul
sito del Comune il proprio bilancio sia amministrativo che sociale.
domenica 17 maggio 2015
72 operai bruciati a Manila, RENDIAMO ILLEGALE LA POVERTÀ
Giuseppe Marazzini
17.05.2015
17.05.2015
Operai indifesi, resi in
schiavitù e condannati a sacrificare la propria vita per riempiere il
portafoglio dei potenti del mondo.
MANILA, 72 i morti nella fabbrica incendiata. Guadagnavano 6 euro al
giorno
MANILA, 14 maggio - E' pesantissimo il bilancio dell'incendio
che ha distrutto a Valenzuela, nell'area metropolitana di Manila, una fabbrica
di infradito. I morti sono 72, secondo l'ultimo aggiornamento fornito da
Rexlon Gatchalian, il sindaco di Valenzuela; e il bilancio a questo punto
potrebbe essere definitivo perché corrisponde al numero delle persone che
mancano all'appello. Il rogo e' divampato mercoledì poco prima di mezzogiorno
(le 6 del mattino in Italia) in un edificio di due piani nella zona industriale
a nord della capitale e un'enorme
colonna di fumo si e' levata sopra la metropoli in cui vivono 14 milioni di
persone. La fabbrica è di proprietà della societa' filippina Kentex Manufacturing Inc. G. I
familiari delle vittime hanno denunciato le condizioni di lavoro nella
fabbrica, dove gli operai guadagnavano l'equivalente
di 6 euro al giorno, senza riuscire a proteggersi dalle esalazioni tossiche
e non avevano ricevuto alcuna preparazione su come evacuare l'edificio in caso
di incendio.
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