di Giuseppe Marazzini
26.01.2017
Da qualche giorno sulla stampa appaiono
notizie che riguardano il nuovo regolamento ISEE degli 11 Comuni del Piano di
Zona del Legnanese (Busto Garolfo, Canegrate, Cerro Maggiore, Dairago, Legnano,
Nerviano, Parabiago, Rescaldina, San Giorgio su Legnano, San Vittore Olona,
Villa Cortese), in particolare l’aberrante art. 70 che prevede: “O LA
RETTA O LA CASA”
Ecco il testo dell’art. 70: Misura della integrazione della retta alberghiera
1. La misura massima
dell’intervento economico integrativo concesso dal Comune è determinata sulla
base della differenza tra la retta e quanto percepito dal cittadino/utente.
2. In presenza di eventuali beni
mobili o immobili, il Comune potrà procedere ad accordi con i beneficiari per
l’alienazione dei beni medesimi, fermo restando che il ricavato della
alienazione rimane vincolato al pagamento della retta.
3. In presenza di beni immobili
non adibiti ad abitazione dell’eventuale coniuge, il Comune potrà procedere ad
accordi con i beneficiari per la locazione degli immobili medesimi ovvero per
un utilizzo a fini sociali, fermo restando che il ricavato della locazione
ovvero del fitto figurativo rimane vincolato al pagamento della retta.
4. In assenza di accordi, come
previsto ai punti 2 e 3 del presente articolo, la contribuzione comunale deve
intendersi quale anticipazione di quanto dovuto del cittadino beneficiario, con
conseguente titolo, da parte del Comune, di rivalersi sulla futura eredità.
Assessori
inetti non li vogliamo
Il nuovo regolamento ISEE votato dagli 11
Comuni del Piano di Zona del legnanese è da qualche giorno sotto la lente
dell’opinione pubblica. Finora era conosciuto solo dagli “addetti” ai lavori.
Il Consiglio Comunale di Legnano ha
votato questo nuovo regolamento ISEE nel mese di marzo dell’anno scorso e già
allora, nel dibattito in commissione e durante il consiglio, diversi
consiglieri della minoranza sollevarono parecchie perplessità sulle norme
introdotte. L’Assessore di competenza rispose alle perplessità e critiche con
argomenti riassumibili in:
il
regolamento è frutto delle linee guida elaborate dell’ANCI e di un lavoro di
adeguamento alla realtà locale da parte degli 11 Comuni facenti parte del Piano
di Zona;
il
regolamento adottato, rispetto a quelli adottati in altre zone, è migliore
perché garantisce maggior tutela e prestazione ai cittadini;
alla
definizione del regolamento hanno partecipato alcune associazioni di
volontariato e i sindacati.
Ma in quelle occasioni istituzionali
quello che fu taciuto erano le osservazioni e le critiche ricevute dalla
associazioni e sindacati proprio in merito dell’art. 70, con la richiesta della
sua eliminazione dal testo.
Ora, dopo aver tradito associazioni di
volontariato ei sindacati, gli assessori ci fanno sapere che anche loro hanno
avuto qualche dubbio, ma nel frattempo il regolamento è stato votato ed
applicato. Lo “sfottò” istituzionale però prosegue con altre dichiarazioni: l’art. 70 comunque non sarà applicato dalle
amministrazioni del Piano di Zona. Dichiarazione paradossale ed
inquietante, 11 Comuni dettano una norma e poi dicono che non la rispetteranno:
i cittadini cosa devono pensare?
Sogno o son desto. Prima hanno usato le
associazioni di volontariato e i sindacati per “certificare” la bontà del
regolamento, poi dicono che anche loro hanno avuto qualche dubbio, poi ancora
che l’art.70 non lo applicheranno, ed ancora che la modifica va attentamente
vagliata con la compatibilità dei bilanci comunali, poi bisogna sentire i
dirigenti che sono i responsabili di eventuali danni erariali... insomma, una
esuberanza di problemi che fanno dire che l’art.70 rimarrà in vigore per molto
tempo ancora.
Non so se questi signori si siano resi
conto del danno economico che stanno provocando a centinaia di famiglie del
ceto medio popolare, che sono alle prese con le strutture di assistenza
socio-sanitarie.
Penso che di Assessori di questa caratura
ne possiamo fare anche a meno!
Da Il Giorno (ed. Legnano) –
26/01/2017
pag.3
Non paghi la retta? Vendi la casa Rivolta sul regolamento della Rsa
Case di riposo: rispondono i familiari. E nel caso addio all' eredità
di PAOLO GIROTTI - LEGNANO - L' ARTICOLO 70: sarà questo passaggio
del nuovo regolamento Isee, approvato dagli undici Comuni del Piano di Zona, a
tornare di attualità ora che ci si è accorti che, a tutti gli effetti, risulta
talmente penalizzante per i cittadini da aver provocato in altre realtà - e con
notevole successo - ricorsi al Tribunale amministrativo in cui ci si appella
alla violazione dei diritti umani. L' articolo in questione prevede che se un
anziano deve essere ricoverato in una casa di riposo ma non ha soldi per
coprire interamente la retta, prima si «batte cassa» dai parenti, poi Comune e
familiari possono procedere a vendere la sua casa per «rientrare» dei costi e,
se non ci dovesse essere l' accordo, il Comune avrebbe infine il diritto di
rivalersi su questa stessa eredità. Malgrado gli amministratori si siano
affrettati a dire che «mai si arriverà a questo punto», è chiaro che, seppur
con un certo ritardo, la regola è scritta nero su bianco e questo tentativo di
rivalersi sul patrimonio, anche minimo, di chi si trova in una situazione di evidente difficoltà ha infine agitato
le acque.
«QUESTO ARTICOLO sembra fatto apposta per mettere in difficoltà
proprio le persone bisognose - spiega Giuseppe Marazzini, il consigliere della
Sinistra legnanese che con Marinella Saitta, del Movimento 5 Stelle, ha avuto
ieri un incontro a palazzo Malinverni per cercare di approfondire la questione
-. Walter Fossati, presidente del Centro per il diritto alla salute di Legnano,
nonostante abbia partecipato con Uildm, Anffas e sindacati a migliorare il
suddetto regolamento, ha considerato questo articolo una vera e propria
aberrazione sociale, mentre l' assessore in sede di commissione ha venduto
questo stesso regolamento come il più avanzato del territorio, adducendo,
appunto, che anche le associazioni erano d' accordo». Ora però qualcosa sembra
muoversi e il rischio che il Comune possa in futuro fare uso all' articolo in
questione ha provocato una reazione: «La nostra intenzione è quella di
presentare una mozione per far cancellare l' articolo in questione - continua
Marazzini - e rivedere con più attenzione i fondamenti del regolamento. Un
passaggio che riguarderebbe tutti i Comuni del Piano di zona, ma che riteniamo
necessario anche perché altri fatti accaduti in questi giorni dovrebbero far
riflettere». Marazzini si riferisce a una sentenza del consiglio di Stato che
solo pochi giorni fa ha confermato, alla fine di un lungo percorso, quanto fosse
illegittimo il diniego opposto dal Comune di Legnano alla compartecipazione nel
pagamento della rette di una malata di Alzheimer ricoverata in una cosa di
riposo della zona. Secondo il Comune il dovere di compartecipare alla retta (la
differenza tra quanto disponibile per la ricoverata, poco meno di 700 euro, e
la retta mensile che superava i 2mila 500 euro) toccava ai figli o parenti: il
Tar si è espresso in senso opposto e il consiglio di Stato lo ha confermato.