giovedì 27 maggio 2010

Le energie rinnovabili avranno un futuro a Legnano?

di Giuseppe Marazzini
27.05.2010


Nella fase “partecipativa” alla stesura del Piano di Governo del Territorio (PGT) la questione delle energie rinnovabili non è emersa in modo preponderante, anzi non se parlato proprio.
Eppure un timido tentativo di fare strategia nel campo energetico è stato fatto da AMGA nel 2002 nell’imminente lancio del progetto teleriscaldamento, per l’occasione preparò per l’amministrazione comunale un Piano Energetico della Città di Legnano ( probabilmente gli amministratori non se lo ricordano neanche più).

Il Piano (che andrebbe aggiornato) prendeva in esame il fabbisogno energetico della città e fissava le linee guida dell’uso razionale dell’energia.
Un paragrafo del Piano prendeva in considerazione, ad esempio, l’utilizzo del fotovoltaico per generare potenza ad integrazione dei fabbisogni elettrici dell’utenza, pur non precisando modalità di intervento e tecnologie applicative.
Un tema, quello del fotovoltaico, di cui oggi in città se ne parla con più cognizione di causa in relazione anche al futuro impianto che verrà realizzato da AMGA nel nuovo ospedale. Su questa iniziativa è bene spenderci due parole perché si tratta di una realizzazione importante sia sotto il profilo ambientale che quello tecnologico.

Verranno installati sulle pensiline di copertura dei parcheggi, oltre 10.000 mq. di superficie, 7.140 moduli fotovoltaici per una potenza di 1,57 MW e una energia annua prodotta di 1.600 MWh, con una riduzione di anidride carbonica nell’ambiente di 850 tonnellate/anno (dati forniti da AMGA). Ho voluto riportare questi dati per dare una idea di quanto sia determinante questa tecnologia per la tutela ambientale e il risparmio energetico.

Gli esperti del settore ci dicono che l’Italia consuma ogni anno, in media, circa 55.000 MW di potenza elettrica. Sostengono che coprendo l’1% della superficie italiana (3.013 Kmq) con pannelli fotovoltaici potremmo produrre tutta l’energia che ci serve. Sempre secondo questi esperti, sommando la superficie di tutti i tetti, capannoni industriali e parcheggi si arriva quasi all’1%.
Sarà possibile estendere capillarmente questa tecnologia in città?
Non credo che ciò sarà possibile per tutti gli edifici esistenti se non con costi altissimi. Per gli edifici costruiti negli anni più recenti probabilmente è fattibile un recupero a tali funzioni, ma per gli edifici più vecchi le cose sono un po’ più complicate.

A Legnano ci sono 2.199 edifici costruiti entro il 1919; 2.175 edifici costruiti dal 1919 al 1945; 3.996 edifici costruiti dal 1946 al 1960; 5007 edifici costruiti dal 1961 al 1971; 3.669 edifici costruiti dal 1972 al 1980; 2.773 edifici costruiti dal 1981 al 1991 (dati AMGA), i quali, per ottenere dei benefici energetici efficaci andrebbero “ricostruiti” (azione da non escludere).

Quindi non si deve fare nulla? Assolutamente no. Proprio in vista di alcuni cambiamenti di destinazione d’uso di aree importanti della città, come la ex caserma Cadorna destinata, pare, a funzioni di servizio, perché allora non destinare qualche area industriale dismessa per realizzare un impianto fotovoltaico simile a quello del nuovo ospedale, utile a compensare le perdite energetiche di un patrimonio edilizio piuttosto vecchio. Penso che la ex Gianazza sia il sito più adatto per fare questo tipo di impianto, un’area che potrebbe essere destinata in buona parte a parcheggio di scambio gomma-gomma (da auto a bus) di servizio alla città e ai collegamenti con Milano, Malpensa ed ai futuri grandi eventi internazionali in programmazione.

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