martedì 13 luglio 2010

L’importanza di essere “poveri cristi” (2)

Essere “poveri cristi” è sempre più importante, perché, non solo si diventa protagonisti di azioni per evitare che il proprio Comune sfori il patto di stabilità (pagando di più i servizi o addirittura perdendone qualcuno o magari subendo nuove tasse regionali e comunali), ma ci si dovrà abituare ad un peggioramento della qualità della vita: lampioni spenti alle dieci di sera per risparmiare sulla spesa corrente, strade con le buche lasciate da ripianare, servizi sanitari più scadenti, trasporto pubblico nettamente ridotto e stop ai contributi per le aziende che vogliono investire.
Dopo la manovra Tremonti niente sarà come prima, poiché sarà la società reale a pagare.
Per i ricchi il bengodi continua: tanto chi li ferma?!


Giuseppe Marazzini
13.07.2010


IL CASO - Nullatenenti con ville e yacht in aumento verso punte da record.

Per Contribuenti.it il 47% degli affitti delle dimore di pregio delle più ricche località italiane è intestato a prestanome pensionati o indigenti. Stesso meccanismo anche per le barche di lusso: il 64% fa capo a società di comodo o a poveri.

ROMA - C'è un esercito di nullatenenti e pensionati (alcuni muniti di social card) che vivono in affitto in ville e dimore di pregio di Porto Cervo e Capri, o che risultano essere i proprietari di yacht e barche di lusso. Secondo Contribuenti.it, l'Associazione Contribuenti Italiani che con lo "sportello del contribuente" rileva il fenomeno dell'evasione fiscale, il numero dei "ricchi nullatenenti" e dei "poveri possidenti" - che spesso risultano essere degli emeriti sconosciuti al Fisco - sta raggiungendo punte da record. In genere sono prestanome che vivono in magioni dorate a un passo dal mare. Spesso risultano essere proprietari di barche da sogno, pur evitando accuratamente di presentare uno straccio di dichiarazione dei redditi.

I dati forniti dall'associazione sono impressionanti: quasi la metà (il 47%) dei contratti di locazione per le ville più ricercate e invidiate di Porto Cervo, Forte dei Marmi, Capri, Sabaudia, Positano, Ravello, Panarea, Portofino, Taormina e Amalfi sono intestati a semplici nullatenenti o a pensionati con la social card. Ancora più impressionante il dato relativo agli yacht: il 64% delle barche di lusso che circolano in Italia, sono intestate a nullatenenti, a prestanome ultraottantenni, a società di comodo, italiane o estere. Lo scopo? È sempre lo stesso: spostare l'attenzione del Fisco dal nome del vero proprietario che - in molti casi - si nasconde dietro gli affittuari o proprietari ufficiali.

Secondo lo studio di Contribuenti.it, elaborato su dati dello "sportello del contribuente" e del ministero delle Finanze, è emerso che la metà degli italiani dichiara non oltre 15.000 euro annui e circa due terzi non più di 20.000. Solo l'1% dichiara oltre 100 mila euro e lo 0,2% più di 200mila euro. Una fotografia che stride con i dati relativi ai consumi dei beni di lusso, in crescita in Italia del 2,4% nel 2009 e del 4,8% nel primo semestre 2010: i "ricchi nullatenenti" ed i "poveri possidenti", del resto, continuano a spendere in beni di lusso tradizionali come auto di grossa cilindrata, yachts, gioielli e oggetti d'arte. E questo nonostante l'introduzione del nuovo redditometro da parte del Fisco.

Articolo e foto da la Repubblica.it del 12 luglio 2010

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