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domenica 27 novembre 2011
AUTOPRESENTAZIONE
appunti di Giuseppe MARAZZINI usati per la sua autopresentazione del 25.11.2011
25.11.2011 - Giuseppe Marazzini, a destra, insieme a Basilio Rizzo, Presidente del Consiglio Comunale di Milano
1. Richiamo alla storia moderna di Legnano.
La storia moderna di Legnano non è solo la storia di grandi capitani d’industria (Bernocchi, Dell’Acqua, Tosi, Cantoni, Gianazza etc.) e di benefattori e filantropi, ma è stata fatta anche da questa grande umanità rappresentata nelle foto, costituita da operaie ed operai, da giovani studenti, poi diventati tecnici, artigiani o piccoli industriali (è il mio mondo). Poi non bisogna mai dimenticare le figure di alta eticità e moralità del nostro secondo risorgimento, cioè coloro che hanno sacrificato la propria vita per darci la nostra bella Costituzione: sono i martiri della resistenza antifascista e antinazista come Mauro Venegoni e Giuseppe Bollini e tutti i partigiani caduti nei campi di sterminio nazisti o in combattimento; i deportati della Franco Tosi e della Comerio, così come tutti gli altri deportati (andate a visitare le mostre di Music e Anna Frank). Non vanno nemmeno dimenticate altre figure di alta eticità e moralità, come il primo sindaco di Legnano Anacleto Tenconi, lo storico presidente dell’Anpi Franco Landini, la giovane volontaria Silvia Oldrini, i preti schierati in difesa degli ultimi e quelli schierati per l’interreligiosità e poi i tantissimi volontari, che si danno da fare per alleviare sofferenze e tribolazioni dei nostri concittadini caduti in cattive condizioni di salute ed economiche. L’elenco potrebbe continuare ancora a lungo.
2. Perché mi sono autocandidato.
Da tempo avevo maturato la convinzione che, per uscire dall’immobilismo politico, di cui soffre la città di Legnano, bisognava superare la vecchia liturgia dei “tavoli”, che non si ricompongono mai, e dei veti incrociati delle segreterie. Sulla mia decisione ha influito anche il dato storico: dopo “legnanopoli”, nessuno dei candidati sindaci del centro-sinistra ha vinto le elezioni. Solo Stefano Landini del PDS, sostenuto da Rifondazione Comunista (1993), e Salvatore Forte per i DS (1997), anche lui sostenuto da Rifondazione Comunista, sono arrivati al ballottaggio. Mentre Ardo e la Rotondi, quest’ultima sostenuta anche dai Comunisti Italiani, furono sconfitti al primo turno. Mentre “Insieme per Legnano”, nelle ultime amministrative, si è presentata come lista “alternativa” ai DS. Quindi mi sono detto: usciamo dai vecchi schemi e proviamo con un nuovo percorso, cioè quello della autocandidatura (nessuna indicazione partitica). Inoltre, la percezione che molti cittadini legnanesi si siano adagiati all’idea che al centro-destra non c’è alternativa mi ha convinto ad agire direttamente. Ho dunque pensato che le “strategie” alternative al ventennio del centro-destra vanno cercate attraverso un rapporto diretto con i cittadini. Da ciò la conseguente azione di recupero di tale rapporto mediante l’informazione, il dialogo e il confronto. Gli incontri avuti nei quartieri, da maggio fino a qualche settimana fa, mi hanno permesso di capire che il rapporto fra cittadini e istituzioni, mediato dalla politica, è molto precario.
3. Un’occasione mancata.
La mia autocandidatura, salvo un incontro con l’IDV, non è stata presa in considerazione dai responsabili politici della futura alleanza “amministrativa”, perchè, nonostante la mia disponibilità a chiarire il mio passo, è stata classificata fuori dalle regole. “Ma quali regole?” mi sono chiesto, “e scritte da chi? E poi, chi ha stabilito i confini del centro sinistra?” Risultato, chiusura totale ad una alternanza all’interno del centro sinistra legnanese. Ma, penso io, probabilmente alcune decisioni erano già maturate a prescindere della mia autocandidatura.
4. Unità nella diversità.
E’ un principio mutuato dalla resistenza e stabilisce che le questioni vanno affrontate con apertura e franchezza, senza ipocrisie. Questo principio, però, non mette in discussione il diritto-dovere di rivendicare il proprio convincimento. Il PD, non c’è bisogno che lo dica io, è una forza politica nazionale importante del nostro Paese, alla quale va dato il merito di iniziative lodevoli. A volte, però, a livello locale, assume indirizzi poco convincenti. Nel sostenere la candidatura di Centinaio, persona alla quale porto stima ed affetto, leggo nella rinuncia da parte del PD locale la paura di aprirsi ad un modo nuovo di far politica. Con la scelta di una coalizione “amministrativa”, scelta legittima, ovviamente, ho avuto la sensazione che si stesse cercando di mettere fuori gioco la sinistra istituzionale, in modo tale da poter marciare, senza impedimenti, verso il centro. E le dichiarazioni del coordinatore del PD, rilasciate alla stampa, non lasciano dubbi: “Centinaio non è il candidato del PD ma di una coalizione che vuole andare oltre il centro-sinistra”. Se si sono sacrificate le primarie per una esclusiva alleanza al centro, che lo si dica apertamente.
5. Chiarezza con gli elettori.
Agli elettori bisogna dire chiaramente come stanno le cose: gli elettori non vanno presi in giro. La mia autocandidatura parte da sinistra dentro il centro sinistra. Se Centinaio rappresenta l’anima “centrista” del centro sinistra, io rappresento l’anima “di sinistra” del centro sinistra. Quindi, anche per il dato storico richiamato prima, non sono un candidato di bandiera, come ha scritto impropriamente Polis. Io e le forze chi mi sostengono, SEL, RC e PdCI, siamo a pieno titolo collocati nell’area del centro sinistra. Al punto in cui siamo, saranno gli elettori a premiare una tesi o l’altra.
6. Il programma.
Io propongo un percorso di eticità, moralità e dignità. Legnano ha bisogno di un profondo processo di rigenerazione. Vanno rigenerate le istituzioni, va rigenerata la qualità urbana e va rigenerata la qualità delle relazioni sociali. Quattro sono le direttrici portanti per fare questo: solidarietà sociale, responsabilità sociale, giustizia sociale e partecipazione diretta. Un lavoro impegnativo! Per questo chiedo alle forze politiche ancora in attesa di una scelta, alle associazioni organizzate, ai singoli individui e a tutti coloro che vogliono dare una spinta reale al cambiamento, di mettere assieme le nostre forze. Questa sera si apre la “Bottega di Giuseppe”, la bottega sarà un po’ il centro di confronto, di elaborazione e di finitura del programma elettorale.
7. Linee guida del programma.
Per ora posso solo anticipare le linee guida di riferimento, che faranno un po’ da traccia alla stesura del programma definitivo, anche se diverse questioni sono già state sollevate durante le fasi di adozione ed approvazione del PGT. Lavoro, casa, salute, istruzione e precariato sono i 5 fattori di rischio sui quali intervenire con azioni mirate e fondi specifici. Penso, inoltre, che la proposta di un piano energetico per la città possa, oltre ai benefici ambientali, rimettere in marcia con molto pragmatismo la filiera del distretto della termomeccanica: istruzione, ricerca, produzione, mercato e, mi auguro, tanta occupazione, magari realizzando già un punto di produzione di energia da fonti alternative, recuperando un luogo simbolo della città: la ex colonia elioterapica. Sulla stessa scia la proposta del parco agricolo ovest, con la realizzazione di un vasto orto per la produzione orticola per la città. Questa proposta non è solo in funzione di risparmiare suolo (cosa non da poco vista la densità abitativa di Legnano), ma sarà occasione di sviluppo economico e di contenimento dei costi di alcuni alimenti fondamentali per la nostra vita. La questione del cibo, costi e reperimento, fra non molto diventerà una problematica prioritaria anche per il nostro Paese.
8. Il nostro futuro.
Il comune di Legnano è definito virtuoso: finora ha rispettato il patto di stabilità, ma il futuro si presenta molto problematico. È ancora troppo presto per dire se il nuovo Governo riuscirà a dare più “ossigeno” alle amministrazioni locali. Quello che è sicuro è che questa virtuosità la sta pagando il ceto medio-basso in primo luogo, con l’aumento generalizzato delle tariffe di tutti i servizi. Cercare di uscire dal tunnel dell’immobilismo locale vuol dire, secondo me, guardare a Milano, perché è l’unica città italiana che può giocare un ruolo europeo. Legnano e Milano non devono essere antagoniste, ma dovrebbero lavorare in sinergia, altrimenti, in una logica di indifferenza, Legnano rischia di rimanere al palo. E mi pare di cogliere che da parte di Milano ci sia un forte interesse nell’affermare un “metodo” nei processi di cooperazione con i Comuni circostanti, ad esempio, cominciando con accordi bilaterali o multilaterali (un governo del territorio con accordi).
9. Ringraziamenti.
25.11.2011 - Giuseppe Marazzini, a destra, insieme a Basilio Rizzo, Presidente del Consiglio Comunale di Milano
1. Richiamo alla storia moderna di Legnano.
La storia moderna di Legnano non è solo la storia di grandi capitani d’industria (Bernocchi, Dell’Acqua, Tosi, Cantoni, Gianazza etc.) e di benefattori e filantropi, ma è stata fatta anche da questa grande umanità rappresentata nelle foto, costituita da operaie ed operai, da giovani studenti, poi diventati tecnici, artigiani o piccoli industriali (è il mio mondo). Poi non bisogna mai dimenticare le figure di alta eticità e moralità del nostro secondo risorgimento, cioè coloro che hanno sacrificato la propria vita per darci la nostra bella Costituzione: sono i martiri della resistenza antifascista e antinazista come Mauro Venegoni e Giuseppe Bollini e tutti i partigiani caduti nei campi di sterminio nazisti o in combattimento; i deportati della Franco Tosi e della Comerio, così come tutti gli altri deportati (andate a visitare le mostre di Music e Anna Frank). Non vanno nemmeno dimenticate altre figure di alta eticità e moralità, come il primo sindaco di Legnano Anacleto Tenconi, lo storico presidente dell’Anpi Franco Landini, la giovane volontaria Silvia Oldrini, i preti schierati in difesa degli ultimi e quelli schierati per l’interreligiosità e poi i tantissimi volontari, che si danno da fare per alleviare sofferenze e tribolazioni dei nostri concittadini caduti in cattive condizioni di salute ed economiche. L’elenco potrebbe continuare ancora a lungo.
2. Perché mi sono autocandidato.
Da tempo avevo maturato la convinzione che, per uscire dall’immobilismo politico, di cui soffre la città di Legnano, bisognava superare la vecchia liturgia dei “tavoli”, che non si ricompongono mai, e dei veti incrociati delle segreterie. Sulla mia decisione ha influito anche il dato storico: dopo “legnanopoli”, nessuno dei candidati sindaci del centro-sinistra ha vinto le elezioni. Solo Stefano Landini del PDS, sostenuto da Rifondazione Comunista (1993), e Salvatore Forte per i DS (1997), anche lui sostenuto da Rifondazione Comunista, sono arrivati al ballottaggio. Mentre Ardo e la Rotondi, quest’ultima sostenuta anche dai Comunisti Italiani, furono sconfitti al primo turno. Mentre “Insieme per Legnano”, nelle ultime amministrative, si è presentata come lista “alternativa” ai DS. Quindi mi sono detto: usciamo dai vecchi schemi e proviamo con un nuovo percorso, cioè quello della autocandidatura (nessuna indicazione partitica). Inoltre, la percezione che molti cittadini legnanesi si siano adagiati all’idea che al centro-destra non c’è alternativa mi ha convinto ad agire direttamente. Ho dunque pensato che le “strategie” alternative al ventennio del centro-destra vanno cercate attraverso un rapporto diretto con i cittadini. Da ciò la conseguente azione di recupero di tale rapporto mediante l’informazione, il dialogo e il confronto. Gli incontri avuti nei quartieri, da maggio fino a qualche settimana fa, mi hanno permesso di capire che il rapporto fra cittadini e istituzioni, mediato dalla politica, è molto precario.
3. Un’occasione mancata.
La mia autocandidatura, salvo un incontro con l’IDV, non è stata presa in considerazione dai responsabili politici della futura alleanza “amministrativa”, perchè, nonostante la mia disponibilità a chiarire il mio passo, è stata classificata fuori dalle regole. “Ma quali regole?” mi sono chiesto, “e scritte da chi? E poi, chi ha stabilito i confini del centro sinistra?” Risultato, chiusura totale ad una alternanza all’interno del centro sinistra legnanese. Ma, penso io, probabilmente alcune decisioni erano già maturate a prescindere della mia autocandidatura.
4. Unità nella diversità.
E’ un principio mutuato dalla resistenza e stabilisce che le questioni vanno affrontate con apertura e franchezza, senza ipocrisie. Questo principio, però, non mette in discussione il diritto-dovere di rivendicare il proprio convincimento. Il PD, non c’è bisogno che lo dica io, è una forza politica nazionale importante del nostro Paese, alla quale va dato il merito di iniziative lodevoli. A volte, però, a livello locale, assume indirizzi poco convincenti. Nel sostenere la candidatura di Centinaio, persona alla quale porto stima ed affetto, leggo nella rinuncia da parte del PD locale la paura di aprirsi ad un modo nuovo di far politica. Con la scelta di una coalizione “amministrativa”, scelta legittima, ovviamente, ho avuto la sensazione che si stesse cercando di mettere fuori gioco la sinistra istituzionale, in modo tale da poter marciare, senza impedimenti, verso il centro. E le dichiarazioni del coordinatore del PD, rilasciate alla stampa, non lasciano dubbi: “Centinaio non è il candidato del PD ma di una coalizione che vuole andare oltre il centro-sinistra”. Se si sono sacrificate le primarie per una esclusiva alleanza al centro, che lo si dica apertamente.
5. Chiarezza con gli elettori.
Agli elettori bisogna dire chiaramente come stanno le cose: gli elettori non vanno presi in giro. La mia autocandidatura parte da sinistra dentro il centro sinistra. Se Centinaio rappresenta l’anima “centrista” del centro sinistra, io rappresento l’anima “di sinistra” del centro sinistra. Quindi, anche per il dato storico richiamato prima, non sono un candidato di bandiera, come ha scritto impropriamente Polis. Io e le forze chi mi sostengono, SEL, RC e PdCI, siamo a pieno titolo collocati nell’area del centro sinistra. Al punto in cui siamo, saranno gli elettori a premiare una tesi o l’altra.
6. Il programma.
Io propongo un percorso di eticità, moralità e dignità. Legnano ha bisogno di un profondo processo di rigenerazione. Vanno rigenerate le istituzioni, va rigenerata la qualità urbana e va rigenerata la qualità delle relazioni sociali. Quattro sono le direttrici portanti per fare questo: solidarietà sociale, responsabilità sociale, giustizia sociale e partecipazione diretta. Un lavoro impegnativo! Per questo chiedo alle forze politiche ancora in attesa di una scelta, alle associazioni organizzate, ai singoli individui e a tutti coloro che vogliono dare una spinta reale al cambiamento, di mettere assieme le nostre forze. Questa sera si apre la “Bottega di Giuseppe”, la bottega sarà un po’ il centro di confronto, di elaborazione e di finitura del programma elettorale.
7. Linee guida del programma.
Per ora posso solo anticipare le linee guida di riferimento, che faranno un po’ da traccia alla stesura del programma definitivo, anche se diverse questioni sono già state sollevate durante le fasi di adozione ed approvazione del PGT. Lavoro, casa, salute, istruzione e precariato sono i 5 fattori di rischio sui quali intervenire con azioni mirate e fondi specifici. Penso, inoltre, che la proposta di un piano energetico per la città possa, oltre ai benefici ambientali, rimettere in marcia con molto pragmatismo la filiera del distretto della termomeccanica: istruzione, ricerca, produzione, mercato e, mi auguro, tanta occupazione, magari realizzando già un punto di produzione di energia da fonti alternative, recuperando un luogo simbolo della città: la ex colonia elioterapica. Sulla stessa scia la proposta del parco agricolo ovest, con la realizzazione di un vasto orto per la produzione orticola per la città. Questa proposta non è solo in funzione di risparmiare suolo (cosa non da poco vista la densità abitativa di Legnano), ma sarà occasione di sviluppo economico e di contenimento dei costi di alcuni alimenti fondamentali per la nostra vita. La questione del cibo, costi e reperimento, fra non molto diventerà una problematica prioritaria anche per il nostro Paese.
8. Il nostro futuro.
Il comune di Legnano è definito virtuoso: finora ha rispettato il patto di stabilità, ma il futuro si presenta molto problematico. È ancora troppo presto per dire se il nuovo Governo riuscirà a dare più “ossigeno” alle amministrazioni locali. Quello che è sicuro è che questa virtuosità la sta pagando il ceto medio-basso in primo luogo, con l’aumento generalizzato delle tariffe di tutti i servizi. Cercare di uscire dal tunnel dell’immobilismo locale vuol dire, secondo me, guardare a Milano, perché è l’unica città italiana che può giocare un ruolo europeo. Legnano e Milano non devono essere antagoniste, ma dovrebbero lavorare in sinergia, altrimenti, in una logica di indifferenza, Legnano rischia di rimanere al palo. E mi pare di cogliere che da parte di Milano ci sia un forte interesse nell’affermare un “metodo” nei processi di cooperazione con i Comuni circostanti, ad esempio, cominciando con accordi bilaterali o multilaterali (un governo del territorio con accordi).
9. Ringraziamenti.
domenica 20 novembre 2011
CANAZZA «SCOPRE» MARAZZINI
Settegiorni – Alto Milanese 18/11/2011
di Maura Giunta
Tante le persone che hanno partecipato a un confronto molto acceso
Legnano - Pubblico «tosto» più del solito a Legnano, questa volta, per Giuseppe Marazzini , consigliere comunale della Sinistra Legnanese, nonché auto candidato sindaco alle elezioni del 2012, che ha incontrato nei giorni scorsi i residenti del quartiere Canazza. Nel corso di una nuova uscita pubblica, «Il Rione Canazza cambia. Guidiamo il cambiamento», organizzata in un bar di via Girardi, di quelle per avviare un confronto sulle problematiche della città direttamente nei quartieri interessati, Marazzini è stato accolto da una sessantina di persone che hanno acceso con lui un particolare dibattito, dimostrando interesse per l'iniziativa e un'autentica volontà di imporsi ad alcune novità che riguardano la zona. In seguito all'adozione del nuovo Pgt, in Piano di Governo del Territorio, numerose trasformazioni urbanistiche riguardano proprio questa parte di Legnano. Tra i temi toccati nel corso della serata, le sorti del bosco dei Ronchi, destinato ad essere a breve completamente raso al suolo, secondo un progetto che prevede al suo posto delle edificazioni; il vecchio ospedale, la caserma di via Cadorna, la ex Gianazza, la ex colonia elioterapica. Con l'aiuto della proiezione di diverse slide, Marazzini ha illustrato cosa prevede per il Pgt per quelle strutture, la maggior parte di loro dismesse.
La serata è stata caratterizzata da due aspetti evidenti e fondamentali: la presenza di Marazzini preparato, disponibile, motivato e coinvolgente nel suo scopo informativo, discreto sulla presentazione della propria candidatura; la gente di Canazza stanca, sfiduciata, preoccupata. Che potere abbiamo sulle scelte del Pgt? Da trent'anni ci battiamo per avere un quartiere vivibile, cosa possiamo fare?», hanno chiesto i presenti. Marazzini ha sostenuto alcune tesi dell'Amministrazione comunale, dicendo però che «in alcuni casi è mancato il confronto con i cittadini. Con loro forse si sarebbero potute trovare delle soluzioni migliori». Marazzini ha sottolineato l'importanza dei meccanismi di difesa e di reazione alle scelte considerate sbagliate: «è importante cominciare ad attuarli. Io vedo la necessità di avere un orientamento comune tra chi subisce le conseguenze delle scelte sbagliate di altri». Sono stati toccati anche i temi della responsabilità sociale delle istituzioni e della solidarietà . Alla serata hanno partecipato anche alcuni simpatizzanti di Marazzini del quartiere Mazzafame.
di Maura Giunta
Tante le persone che hanno partecipato a un confronto molto acceso
Legnano - Pubblico «tosto» più del solito a Legnano, questa volta, per Giuseppe Marazzini , consigliere comunale della Sinistra Legnanese, nonché auto candidato sindaco alle elezioni del 2012, che ha incontrato nei giorni scorsi i residenti del quartiere Canazza. Nel corso di una nuova uscita pubblica, «Il Rione Canazza cambia. Guidiamo il cambiamento», organizzata in un bar di via Girardi, di quelle per avviare un confronto sulle problematiche della città direttamente nei quartieri interessati, Marazzini è stato accolto da una sessantina di persone che hanno acceso con lui un particolare dibattito, dimostrando interesse per l'iniziativa e un'autentica volontà di imporsi ad alcune novità che riguardano la zona. In seguito all'adozione del nuovo Pgt, in Piano di Governo del Territorio, numerose trasformazioni urbanistiche riguardano proprio questa parte di Legnano. Tra i temi toccati nel corso della serata, le sorti del bosco dei Ronchi, destinato ad essere a breve completamente raso al suolo, secondo un progetto che prevede al suo posto delle edificazioni; il vecchio ospedale, la caserma di via Cadorna, la ex Gianazza, la ex colonia elioterapica. Con l'aiuto della proiezione di diverse slide, Marazzini ha illustrato cosa prevede per il Pgt per quelle strutture, la maggior parte di loro dismesse.
La serata è stata caratterizzata da due aspetti evidenti e fondamentali: la presenza di Marazzini preparato, disponibile, motivato e coinvolgente nel suo scopo informativo, discreto sulla presentazione della propria candidatura; la gente di Canazza stanca, sfiduciata, preoccupata. Che potere abbiamo sulle scelte del Pgt? Da trent'anni ci battiamo per avere un quartiere vivibile, cosa possiamo fare?», hanno chiesto i presenti. Marazzini ha sostenuto alcune tesi dell'Amministrazione comunale, dicendo però che «in alcuni casi è mancato il confronto con i cittadini. Con loro forse si sarebbero potute trovare delle soluzioni migliori». Marazzini ha sottolineato l'importanza dei meccanismi di difesa e di reazione alle scelte considerate sbagliate: «è importante cominciare ad attuarli. Io vedo la necessità di avere un orientamento comune tra chi subisce le conseguenze delle scelte sbagliate di altri». Sono stati toccati anche i temi della responsabilità sociale delle istituzioni e della solidarietà . Alla serata hanno partecipato anche alcuni simpatizzanti di Marazzini del quartiere Mazzafame.
giovedì 17 novembre 2011
Metà delle famiglie italiane non riesce a far quadrare i conti
La Repubblica Economia & Finanza - 17/11/2011
Il 15 % dei nuclei familiari deve intaccare ogni mese i propri risparmi, mentre oltre il 6 % è costretto a chiedere aiuti e prestiti. "La povertà arriva nelle situazioni che fino a cinque anni fa erano il presidio della nostra ricchezza", dice Giuseppe De Rita. E tra i minori uno su cinque vive il rischio della povertà. Il rapporto di Save the Children.
MILANO - Metà delle famiglie italiane riesce "appena a far quadrare i conti", secondo uno studio del Forum Ania-Consumatori in collaborazione con l'Università di Milano, presentata oggi. Il 15% dei nuclei è in maggiori difficoltà e ogni mese deve intaccare i propri risparmi per sopravvivere e il 6,1% è costretto a chiedere aiuti e prestiti. "E' arrivata la povertà in un soggetto come la famiglia che fino a quattro-cinque anni fa era il presidio della nostra ricchezza", ha commentato il presidente del Censis, Giuseppe De Rita. Peggiorano soprattutto le condizioni di vita dei bambini e i minori sembrano pagare il prezzo più alto della crisi. Sono 10 milioni 229 mila i minori in Italia, il 16,9% del totale della popolazione: uno su cinque (24,4%) è a rischio povertà, il 18,3% vive in povertà (1.876.000 Minori, in famiglie che hanno una capacità di spesa per consumi sotto la media), il 18,6% in condizione di deprivazione materiale e il 6,5% (653.000 ragazzi) in condizione di povertà assoluta, privi dei beni essenziali per il conseguimento di uno standard di vita minimamente accettabile.
È L'allarme lanciato da Save the children nel secondo "Atlante dell'infanzia a rischio" pubblicato oggi alla vigilia della giornata dell'infanzia. Secondo l'associazione, dal 2008 ad oggi sono proprio le famiglie con minori ad aver pagato il prezzo più alto della recessione mondiale: negli ultimi anni la percentuale delle famiglie a basso reddito con un minore è aumentata dell'1,8%, e tre volte tanto
(5,7%) quella di chi ha due o più figli.
Dal dossier emerge che nel nostro paese due minori su tre che sono in povertà relativa e più di un minore su due che è in povertà assoluta vivono nel mezzogiorno. In particolare è la Sicilia ad avere la quota più elevata di minori poveri (il 44,2%), seguita dalla Campania (31,9%) e Basilicata (31,1%), mentre Lombardia (7,3%), Emilia Romagna (7,5%) e Veneto (8,6%) sono le regioni con la percentuale inferiore di minori in povertà relativa. Per quanto riguarda i bambini in povertà assoluta, anch'essi si concentrano nel sud Italia dove rappresentano il 9,3% di tutta la popolazione minorile.
Inoltre il 18,6% di minori italiani versa in condizione di deprivazione materiale: nel nord est il 7% delle famiglie con minori dichiara di aver difficoltà a fare un pasto adeguato almeno ogni due giorni e al sud il 14,7% di famiglie con minori non ha avuto soldi per cure mediche almeno una volta negli ultimi 12 mesi.
Il 15 % dei nuclei familiari deve intaccare ogni mese i propri risparmi, mentre oltre il 6 % è costretto a chiedere aiuti e prestiti. "La povertà arriva nelle situazioni che fino a cinque anni fa erano il presidio della nostra ricchezza", dice Giuseppe De Rita. E tra i minori uno su cinque vive il rischio della povertà. Il rapporto di Save the Children.
MILANO - Metà delle famiglie italiane riesce "appena a far quadrare i conti", secondo uno studio del Forum Ania-Consumatori in collaborazione con l'Università di Milano, presentata oggi. Il 15% dei nuclei è in maggiori difficoltà e ogni mese deve intaccare i propri risparmi per sopravvivere e il 6,1% è costretto a chiedere aiuti e prestiti. "E' arrivata la povertà in un soggetto come la famiglia che fino a quattro-cinque anni fa era il presidio della nostra ricchezza", ha commentato il presidente del Censis, Giuseppe De Rita. Peggiorano soprattutto le condizioni di vita dei bambini e i minori sembrano pagare il prezzo più alto della crisi. Sono 10 milioni 229 mila i minori in Italia, il 16,9% del totale della popolazione: uno su cinque (24,4%) è a rischio povertà, il 18,3% vive in povertà (1.876.000 Minori, in famiglie che hanno una capacità di spesa per consumi sotto la media), il 18,6% in condizione di deprivazione materiale e il 6,5% (653.000 ragazzi) in condizione di povertà assoluta, privi dei beni essenziali per il conseguimento di uno standard di vita minimamente accettabile.
È L'allarme lanciato da Save the children nel secondo "Atlante dell'infanzia a rischio" pubblicato oggi alla vigilia della giornata dell'infanzia. Secondo l'associazione, dal 2008 ad oggi sono proprio le famiglie con minori ad aver pagato il prezzo più alto della recessione mondiale: negli ultimi anni la percentuale delle famiglie a basso reddito con un minore è aumentata dell'1,8%, e tre volte tanto
(5,7%) quella di chi ha due o più figli.
Dal dossier emerge che nel nostro paese due minori su tre che sono in povertà relativa e più di un minore su due che è in povertà assoluta vivono nel mezzogiorno. In particolare è la Sicilia ad avere la quota più elevata di minori poveri (il 44,2%), seguita dalla Campania (31,9%) e Basilicata (31,1%), mentre Lombardia (7,3%), Emilia Romagna (7,5%) e Veneto (8,6%) sono le regioni con la percentuale inferiore di minori in povertà relativa. Per quanto riguarda i bambini in povertà assoluta, anch'essi si concentrano nel sud Italia dove rappresentano il 9,3% di tutta la popolazione minorile.
Inoltre il 18,6% di minori italiani versa in condizione di deprivazione materiale: nel nord est il 7% delle famiglie con minori dichiara di aver difficoltà a fare un pasto adeguato almeno ogni due giorni e al sud il 14,7% di famiglie con minori non ha avuto soldi per cure mediche almeno una volta negli ultimi 12 mesi.
domenica 13 novembre 2011
MARAZZINI TOUR, TOCCA ANCORA A CANAZZA
Nuova uscita pubblica per l'autocandidato sindaco a Legnano Giuseppe Marazzini, che ha incontrato giovedì 10 novembre sera, i cittadini del Rione Canazza. Titolo della serata: «Il Rione Canazza cambia - Guidiamo il cambiamento», con appuntamento al bar “Tgarba” di via Girardi, per un caffè conviviale e uno scambio di opinioni sui disagi sofferti ogni giorno da chi vive nel quartiere. Un confronto aperto con i cittadini presenti, del candidato in corsa per le prossime elezioni amministrative di primavera 2012, sul Piano di Governo del Territorio, il PGT a pochi giorni dalla sua adozione definitiva.
Alcune aree del Rione Canazza sono coinvolte, infatti, nel Piano, più precisamente sono interessate da quella che appare una profonda trasformazione: il vecchio ospedale, la caserma Cadorna, la ex Gianazza di viale Cadorna, la ex Colonia Elioterapica, e il Parco Bosco dei Ronchi tornato tristemente alla ribalta in questi giorni, per lo scempio totale di cui sarà molto probabilmente vittima. Un occhio attento e approfondito anche alla componente sociale del quartiere: le esigenze della popolazione anziana, anche per la presenza di una nuova casa di riposo nel rione, che Marazzini si augura rimanga pubblica.
Dai marciapiedi sicuri e protetti, per permettere passeggiate tranquille con l'abbattimento delle barriere architettoniche, all'installazione degli ascensori nelle case comunali di viale Cadorna, chiesti più volte da Marazzini, attuale capogruppo di Sinistra Legnanese, anche in Consiglio comunale. Una serata molto bella, interessante e intensa dove spiegazioni e domande sono state al centro del vivo dibattito, conclusosi poco dopo la mezzanotte. Marazzini si è già mosso sul territorio per incontrare i cittadini in Oltrestazione, per la casa di riposo Accorsi sempre in Canazza, al quartiere Mazzafame, alla Ponzella e in Oltresaronnese.
MG – RAL 13.11.2011
Alcune aree del Rione Canazza sono coinvolte, infatti, nel Piano, più precisamente sono interessate da quella che appare una profonda trasformazione: il vecchio ospedale, la caserma Cadorna, la ex Gianazza di viale Cadorna, la ex Colonia Elioterapica, e il Parco Bosco dei Ronchi tornato tristemente alla ribalta in questi giorni, per lo scempio totale di cui sarà molto probabilmente vittima. Un occhio attento e approfondito anche alla componente sociale del quartiere: le esigenze della popolazione anziana, anche per la presenza di una nuova casa di riposo nel rione, che Marazzini si augura rimanga pubblica.
Dai marciapiedi sicuri e protetti, per permettere passeggiate tranquille con l'abbattimento delle barriere architettoniche, all'installazione degli ascensori nelle case comunali di viale Cadorna, chiesti più volte da Marazzini, attuale capogruppo di Sinistra Legnanese, anche in Consiglio comunale. Una serata molto bella, interessante e intensa dove spiegazioni e domande sono state al centro del vivo dibattito, conclusosi poco dopo la mezzanotte. Marazzini si è già mosso sul territorio per incontrare i cittadini in Oltrestazione, per la casa di riposo Accorsi sempre in Canazza, al quartiere Mazzafame, alla Ponzella e in Oltresaronnese.
MG – RAL 13.11.2011
venerdì 11 novembre 2011
Anne Frank. Una storia attuale.
Per ingrandire cliccare sull'immagine
“... In maggio del 1940 i bei tempi finirono: prima la guerra, poi la capitolazione, l’invasione tedesca e l’inizio delle sofferenze di noi ebrei. Le leggi antisemite si susseguivano all’infinito e la nostra libertà fu molto limitata.
Gli ebrei devono portare la stella giudaica; gli ebrei devono consegnare le biciclette; gli ebrei non possono prendere il tram; gli ebrei non possono andare in auto, neanche se è di loro proprietà; gli ebrei non possono fare acquisti dalle 15 alle 17; gli ebrei possono andare solo dai parrucchieri ebrei; gli ebrei non possono uscire per strada dalle 20 alle 6 di mattina; gli ebrei non possono andare al teatro, al cinema e in altri luoghi di divertimento; gli ebrei non possono frequentare la piscina né i campi di tennis e di hockey e quelli per gli altri sport; gli ebrei non possono andare in barca; gli ebrei non possono praticare nessuno sport all’aperto; gli ebrei non possono trattenersi nel proprio giardino né in quello di conoscenti dopo le otto di sera; gli ebrei non possono andare a casa dei cristiani; gli ebrei devono frequentare scuole ebraiche, e altre simili. Cosí vivacchiavamo senza poter fare questo e quello. Jacque mi dice sempre: «Non oso piú fare niente perché ho paura che sia proibito».
Nell’estate del 1941 la nonna si ammalò gravemente. Dovette farsi operare e il mio compleanno passò in sordina. Proprio come nel 1940, perché in Olanda la guerra era appena finita. La nonna morí in gennaio del 1942. Nessuno sa quanto io penso a lei e quanto bene le voglio. Quest’anno però abbiamo festeggiato il mio compleanno per recuperare; c’era anche la candelina per la nonna. Noi quattro tiriamo avanti. Cosí sono arrivata alla data di oggi: qui inauguro solennemente il mio diario il giorno 20 giugno 1942. ...”
Anne Frank – Il diario
martedì 8 novembre 2011
«Basta consumo di suolo Sì al Parco agricolo ovest»
La proposta è di ridurre l'area industriale al confine con Dairago:
"Imprese nelle aree dismesse"
LEGNANO - Nel maggio di quest'anno, in occasione della prima adozione del Pgt, aveva presentato un emendamento per la costituzione del "Parco agricolo ovest" come ampliamento del già esistente parco dell'Alto Milanese. Ora Giuseppe Marazzini (nella foto), consigliere comunale della Sinistra ed autocandidato sindaco alle elezioni di primavera, torna a intervenire sulla questione e precisa che il tema sarà inserito nel suo programma. In buona sostanza Marazzini propone di modificare il Pgt togliendo spazi alla prevista area industriale di 280mila metri quadrati al confine con Dairago, e di fare lì il parco. Viceversa, gli spazi per le attività industriali si potrebbero ugualmente reperire nelle aree dismesse, vedi il comparto sud della Franco Tosi. Il consigliere della Sinistra ha già peraltro aderito al forum verde "Salviamo il territorio" ed è convinto che a Legnano non si debba consumare neppure un metro quadrato in più di nuovo suolo.
Il perché del parco agricolo viene in particolare motivato in quattro punti: «Offrirebbe nuove opportunità per l'insediamento di aziende agricole, di attività agrituristiche, attività di vendita diretta e attività didattiche. Una destinazione simile dell'area permetterebbe inoltre di stabilire un rapporto equilibrato tra insediamento urbano e conservazione del territorio». Il terzo punto riguarda la possibilità di destinare parte della produzione agricola al consumo locale "in una logica di distribuzione a chilometri zero". Infine la realizzazione del parco agricolo "rientra pienamente nel tema dell'Expo 2015 dal quale potrebbe attingere le risorse necessarie per in-astrutture e promozione delle attività". Un orto cittadino insomma, collegato al Parco Alto Milanese che sorge a nord di via Novara. Anche il quartiere San Paolo si era espresso per ridurre la zona industriale a vantaggio del verde. Ma per dare corso a queste idee occorre rivedere il Pgt che è stato approvato in via definitiva appena due settimane fa.
Luca Nazari
La Prealpina 08.11.2011 pag.35
"Imprese nelle aree dismesse"
LEGNANO - Nel maggio di quest'anno, in occasione della prima adozione del Pgt, aveva presentato un emendamento per la costituzione del "Parco agricolo ovest" come ampliamento del già esistente parco dell'Alto Milanese. Ora Giuseppe Marazzini (nella foto), consigliere comunale della Sinistra ed autocandidato sindaco alle elezioni di primavera, torna a intervenire sulla questione e precisa che il tema sarà inserito nel suo programma. In buona sostanza Marazzini propone di modificare il Pgt togliendo spazi alla prevista area industriale di 280mila metri quadrati al confine con Dairago, e di fare lì il parco. Viceversa, gli spazi per le attività industriali si potrebbero ugualmente reperire nelle aree dismesse, vedi il comparto sud della Franco Tosi. Il consigliere della Sinistra ha già peraltro aderito al forum verde "Salviamo il territorio" ed è convinto che a Legnano non si debba consumare neppure un metro quadrato in più di nuovo suolo.
Il perché del parco agricolo viene in particolare motivato in quattro punti: «Offrirebbe nuove opportunità per l'insediamento di aziende agricole, di attività agrituristiche, attività di vendita diretta e attività didattiche. Una destinazione simile dell'area permetterebbe inoltre di stabilire un rapporto equilibrato tra insediamento urbano e conservazione del territorio». Il terzo punto riguarda la possibilità di destinare parte della produzione agricola al consumo locale "in una logica di distribuzione a chilometri zero". Infine la realizzazione del parco agricolo "rientra pienamente nel tema dell'Expo 2015 dal quale potrebbe attingere le risorse necessarie per in-astrutture e promozione delle attività". Un orto cittadino insomma, collegato al Parco Alto Milanese che sorge a nord di via Novara. Anche il quartiere San Paolo si era espresso per ridurre la zona industriale a vantaggio del verde. Ma per dare corso a queste idee occorre rivedere il Pgt che è stato approvato in via definitiva appena due settimane fa.
Luca Nazari
La Prealpina 08.11.2011 pag.35
PARCO BOSCO DEI RONCHI, LO SCEMPIO CONTINUA.
Dichiarazioni del Consigliere Giuseppe Marazzini alla stampa locale.
Queste le ultime dichiarazioni fatte alla stampa locale dal consigliere di Sinistra Legnanese Giuseppe Marazzini, che dando la sua lettura dei fatti, parla senza mezzi termini «dell’evidente volontà della proprietà del bosco di punire il Comune che non ha voluto concedere l’edificabilità dell’area». «Solo che in questo modo – aggiunge Marazzini - non si punisce questa o quella amministrazione, ma tutti i legnanesi». Il consigliere invita quindi il Comune a darsi da fare: «Fratus dice che l’amministrazione ha le mani legate - afferma - e questo è vero. Ma oltre che a portare il problema all’attenzione dell’Ufficio Parchi provinciale il Comune può anche chiedere un intervento della Regione Lombardia: il taglio sarà eseguito nel rispetto di una legge regionale, forse il Pirellone può fare qualcosa per impedire lo scempio».
E se l'assessore al Territorio Gianbattista Fratus non può fare altro che annunciare l’intenzione di «vigilare perché le regole siano rispettate», «chi abita in Canazza - dichiara Marazzini -, e ha presente come nel novembre 2009 fu condotto il primo disboscamento di circa 2 mila metri quadrati, ora non può fare altro che mettersi le mani nei capelli». L’idea che tra un anno al posto dei Ronchi ci siano solo rovi non piace a nessuno. Almeno non a coloro che in qualche modo hanno a cuore la città e chi ci abita.
ACCADEVA VENT'ANNI FA ...
Pagina 41 (19 marzo 1992) - Corriere della Sera
NASCE IL PARCO RONCHI
Legnano recupera 258 mila metri quadrati di verde in abbandono da anni. ora si passera' alla fase progettuale per il parco " Bosco dei Ronchi "
------------------------- PUBBLICATO ------------------------------ Delibera del consiglio comunale, previsto anche l' esproprio di alcuni terreni privati TITOLO: Nasce il Parco dei Ronchi Legnano recupera 258 mila metri quadrati di verde in abbandono da anni - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
- LEGNANO. Un parco di quasi 260 mila metri quadrati, che vanta alberi ed essenze da valorizzare, da "restituire" alla citta' dopo anni di degrado. Un luogo, spesso scelto dai tossicodipendenti per iniettarsi la dose quotidiana di droga, da trasformare invece in oasi di verde, con vialetti e panchine. Il primo passo concreto verso l' istituzione del "Parco Bosco dei Ronchi" e' stato fatto nel corso dell' ultimo consiglio comunale, quando e' passata (con l' astensione del Movimento sociale) la delibera dell' assessorato all' Ambiente.
Dalle intenzioni si dovra' ora passare alla pratica, attraverso un progetto che delinei esattamente il perimetro della nuova area verde alla periferia di Legnano, tra le vie Ronchi, Colli di Sant' Erasmo e Barbara Melzi, fino ad arrivare al confine con la statale saronnese. E un' area di 258.760 metri quadrati, che il piano regolatore cittadino aveva comunque gia' riservato a verde, tranne una piccola frazione (5.020 metri quadrati) con destinazione residenziale a basso indice di edificabilita' . Oggi chi si addentra nel futuro Parco dei Ronchi trova solo una brughiera abbandonata, dove qua e la' spuntano mattoni, rifiuti ed erbacce da estirpare. Eppure, nel primo sopralluogo, i botanici hanno individuato "un numero notevole di essenze arboree e arbustive": ce ne sono almeno trenta tipi, dai cedri ai tigli, dalle querce rosse a meli e noccioli. Non tutto il territorio preso in esame e' pero' di proprieta' del Comune: per questo l' amministrazione si prepara a espropriare la parte ancora appartenente a privati, meno del 30 per cento della superficie totale.
All' interno del nuovo parco si trovano gia' alcune strutture pubbliche, come le scuole elementari "Giovanni Pascoli", la casa di riposo comunale "Luigi Accorsi" e l' asilo.nido "Salvo D' Acquisto". Sulla stessa area verra' realizzato un istituto per anziani malati e non autosufficienti. La nuova struttura sara' costruita sull' area dell' ex "Centro motulesi", ormai abbandonato da anni. Tra non molto, i confini del nuovo parco saranno individuabili, grazie a una serie di cartelli segnaletici .
Francesco Sanfilippo
Queste le ultime dichiarazioni fatte alla stampa locale dal consigliere di Sinistra Legnanese Giuseppe Marazzini, che dando la sua lettura dei fatti, parla senza mezzi termini «dell’evidente volontà della proprietà del bosco di punire il Comune che non ha voluto concedere l’edificabilità dell’area». «Solo che in questo modo – aggiunge Marazzini - non si punisce questa o quella amministrazione, ma tutti i legnanesi». Il consigliere invita quindi il Comune a darsi da fare: «Fratus dice che l’amministrazione ha le mani legate - afferma - e questo è vero. Ma oltre che a portare il problema all’attenzione dell’Ufficio Parchi provinciale il Comune può anche chiedere un intervento della Regione Lombardia: il taglio sarà eseguito nel rispetto di una legge regionale, forse il Pirellone può fare qualcosa per impedire lo scempio».
E se l'assessore al Territorio Gianbattista Fratus non può fare altro che annunciare l’intenzione di «vigilare perché le regole siano rispettate», «chi abita in Canazza - dichiara Marazzini -, e ha presente come nel novembre 2009 fu condotto il primo disboscamento di circa 2 mila metri quadrati, ora non può fare altro che mettersi le mani nei capelli». L’idea che tra un anno al posto dei Ronchi ci siano solo rovi non piace a nessuno. Almeno non a coloro che in qualche modo hanno a cuore la città e chi ci abita.
ACCADEVA VENT'ANNI FA ...
Pagina 41 (19 marzo 1992) - Corriere della Sera
NASCE IL PARCO RONCHI
Legnano recupera 258 mila metri quadrati di verde in abbandono da anni. ora si passera' alla fase progettuale per il parco " Bosco dei Ronchi "
------------------------- PUBBLICATO ------------------------------ Delibera del consiglio comunale, previsto anche l' esproprio di alcuni terreni privati TITOLO: Nasce il Parco dei Ronchi Legnano recupera 258 mila metri quadrati di verde in abbandono da anni - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
- LEGNANO. Un parco di quasi 260 mila metri quadrati, che vanta alberi ed essenze da valorizzare, da "restituire" alla citta' dopo anni di degrado. Un luogo, spesso scelto dai tossicodipendenti per iniettarsi la dose quotidiana di droga, da trasformare invece in oasi di verde, con vialetti e panchine. Il primo passo concreto verso l' istituzione del "Parco Bosco dei Ronchi" e' stato fatto nel corso dell' ultimo consiglio comunale, quando e' passata (con l' astensione del Movimento sociale) la delibera dell' assessorato all' Ambiente.
Dalle intenzioni si dovra' ora passare alla pratica, attraverso un progetto che delinei esattamente il perimetro della nuova area verde alla periferia di Legnano, tra le vie Ronchi, Colli di Sant' Erasmo e Barbara Melzi, fino ad arrivare al confine con la statale saronnese. E un' area di 258.760 metri quadrati, che il piano regolatore cittadino aveva comunque gia' riservato a verde, tranne una piccola frazione (5.020 metri quadrati) con destinazione residenziale a basso indice di edificabilita' . Oggi chi si addentra nel futuro Parco dei Ronchi trova solo una brughiera abbandonata, dove qua e la' spuntano mattoni, rifiuti ed erbacce da estirpare. Eppure, nel primo sopralluogo, i botanici hanno individuato "un numero notevole di essenze arboree e arbustive": ce ne sono almeno trenta tipi, dai cedri ai tigli, dalle querce rosse a meli e noccioli. Non tutto il territorio preso in esame e' pero' di proprieta' del Comune: per questo l' amministrazione si prepara a espropriare la parte ancora appartenente a privati, meno del 30 per cento della superficie totale.
All' interno del nuovo parco si trovano gia' alcune strutture pubbliche, come le scuole elementari "Giovanni Pascoli", la casa di riposo comunale "Luigi Accorsi" e l' asilo.nido "Salvo D' Acquisto". Sulla stessa area verra' realizzato un istituto per anziani malati e non autosufficienti. La nuova struttura sara' costruita sull' area dell' ex "Centro motulesi", ormai abbandonato da anni. Tra non molto, i confini del nuovo parco saranno individuabili, grazie a una serie di cartelli segnaletici .
Francesco Sanfilippo
sabato 5 novembre 2011
"A proposito di difesa del territorio ..."
Lo scempio
Radono al suolo i Ronchi
Nessuna protezione legale: la proprietà disbosca 18mila metri quadrati del parco.
Legnano - Un anno fa avevano tagliato circa duemila metri quadrati di bosco, ora sono pronti per completare l’opera. Cioè per radere al suolo circa 18 mila metri quadrati della parte del Parco Bosco dei Ronchi, il polmone verde che dalla Canazza domina i ronchi di Legnano. Approvato il Pgt e messo nero su bianco che l’area non diventerà mai edificabile, la proprietà risponde annunciando l’intenzione di procedere al disboscamento così come previsto dal regolamento regionale: e il Comune non può fare altro che stare a guardare, perché di fatto il parco istituito vent’anni fa oggi non è protetto da alcun regolamento.
La Prealpina.it - 04.11.2011
Radono al suolo i Ronchi
Nessuna protezione legale: la proprietà disbosca 18mila metri quadrati del parco.
Legnano - Un anno fa avevano tagliato circa duemila metri quadrati di bosco, ora sono pronti per completare l’opera. Cioè per radere al suolo circa 18 mila metri quadrati della parte del Parco Bosco dei Ronchi, il polmone verde che dalla Canazza domina i ronchi di Legnano. Approvato il Pgt e messo nero su bianco che l’area non diventerà mai edificabile, la proprietà risponde annunciando l’intenzione di procedere al disboscamento così come previsto dal regolamento regionale: e il Comune non può fare altro che stare a guardare, perché di fatto il parco istituito vent’anni fa oggi non è protetto da alcun regolamento.
La Prealpina.it - 04.11.2011
venerdì 4 novembre 2011
“Difendiamo i territori”
di Giuseppe Marazzini
04.11.2011
Sabato 29 ottobre più di 600 persone si sono radunate sotto gli alberi del parco comunale “Fabrizio De Andrè” di Cassinetta di Lugagnano per costituire il Forum nazionale “Salviamo il paesaggio - Difendiamo i territori”. L’obiettivo principale del Forum è quello di proporre una legge di iniziativa popolare concernente: “Principi e azioni per la tutela, il governo e la pianificazione pubblica del territorio e per la salvaguardia dei suoli liberi e del paesaggio”.
Diversi ed importanti interventi hanno interessato e vivacizzato la giornata, dai contadini del magentino a Carlo Petrini Presidente di Slow Food, dall’Assessore all’ambiente della provincia di Torino Roberto Ronco, all’Assessore all’urbanistica di Napoli Luigi De Falco, fino a Stefano Boeri Assessore alla cultura di Milano, per il quale “quella di Cassinetta di Lugagnano è una rivoluzione culturale che dobbiamo introdurre nella politica italiana e nel Pd”.
Una giornata importante dove cultura, impegno ambientale e sociale e politica sinergicamente hanno gettato le basi per una concreta tutela e salvaguardia di beni tanto essenziali per tutti.
04.11.2011
Sabato 29 ottobre più di 600 persone si sono radunate sotto gli alberi del parco comunale “Fabrizio De Andrè” di Cassinetta di Lugagnano per costituire il Forum nazionale “Salviamo il paesaggio - Difendiamo i territori”. L’obiettivo principale del Forum è quello di proporre una legge di iniziativa popolare concernente: “Principi e azioni per la tutela, il governo e la pianificazione pubblica del territorio e per la salvaguardia dei suoli liberi e del paesaggio”.
Diversi ed importanti interventi hanno interessato e vivacizzato la giornata, dai contadini del magentino a Carlo Petrini Presidente di Slow Food, dall’Assessore all’ambiente della provincia di Torino Roberto Ronco, all’Assessore all’urbanistica di Napoli Luigi De Falco, fino a Stefano Boeri Assessore alla cultura di Milano, per il quale “quella di Cassinetta di Lugagnano è una rivoluzione culturale che dobbiamo introdurre nella politica italiana e nel Pd”.
Una giornata importante dove cultura, impegno ambientale e sociale e politica sinergicamente hanno gettato le basi per una concreta tutela e salvaguardia di beni tanto essenziali per tutti.
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