venerdì 11 novembre 2011

Anne Frank. Una storia attuale.


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“... In maggio del 1940 i bei tempi finirono: prima la guerra, poi la capitolazione, l’invasione tedesca e l’inizio delle sofferenze di noi ebrei. Le leggi antisemite si susseguivano all’infinito e la nostra libertà fu molto limitata.

Gli ebrei devono portare la stella giudaica; gli ebrei devono consegnare le biciclette; gli ebrei non possono prendere il tram; gli ebrei non possono andare in auto, neanche se è di loro proprietà; gli ebrei non possono fare acquisti dalle 15 alle 17; gli ebrei possono andare solo dai parrucchieri ebrei; gli ebrei non possono uscire per strada dalle 20 alle 6 di mattina; gli ebrei non possono andare al teatro, al cinema e in altri luoghi di divertimento; gli ebrei non possono frequentare la piscina né i campi di tennis e di hockey e quelli per gli altri sport; gli ebrei non possono andare in barca; gli ebrei non possono praticare nessuno sport all’aperto; gli ebrei non possono trattenersi nel proprio giardino né in quello di conoscenti dopo le otto di sera; gli ebrei non possono andare a casa dei cristiani; gli ebrei devono frequentare scuole ebraiche, e altre simili. Cosí vivacchiavamo senza poter fare questo e quello. Jacque mi dice sempre: «Non oso piú fare niente perché ho paura che sia proibito».

Nell’estate del 1941 la nonna si ammalò gravemente. Dovette farsi operare e il mio compleanno passò in sordina. Proprio come nel 1940, perché in Olanda la guerra era appena finita. La nonna morí in gennaio del 1942. Nessuno sa quanto io penso a lei e quanto bene le voglio. Quest’anno però abbiamo festeggiato il mio compleanno per recuperare; c’era anche la candelina per la nonna. Noi quattro tiriamo avanti. Cosí sono arrivata alla data di oggi: qui inauguro solennemente il mio diario il giorno 20 giugno 1942. ...”

Anne Frank – Il diario

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