domenica 29 gennaio 2012

Contro la distruzione del Memoriale italiano di Auschwitz

di Gregorio Carboni Maestri

Siamo un gruppo collettivo di giovani ventenni e trentenni che, assieme a ex detenuti dei campi, professori, studenti, ricercatori, sindacalisti (e sempre più persone, anche dall'estero), si batte per impedire che il memoriale italiano di Auschwitz venga spostato (e dunque irreversibilmente distrutto). Cerchiamo una soluzione condivisa, che sia occasione di dialogo fra tutte le comunità che sono state vittime dell'olocausto, in un intento di fraternità italiana e internazionale.



Il Memoriale italiano di Auschwitz è un monumento alla memoria dei deportati italiani inaugurato nel 1980 all'interno del Blocco 21 del campo di sterminio. È un'opera multimediale ideata da Primo Levi: una grande spirale progettata da BBPR crea un tunnel interamente dipinto da Pupino Samonà, dove risuonano le musiche di Luigi Nono e la regia di Nelo Risi. Primo Levi scelse di narrare l'ascesa dei nazifascismi, il valore della resistenza, la storia della deportazione delle vittime italiane: la sua stessa esperienza a monito universale per le generazioni future. I dipinti di Samonà catturano la testimonianza della persecuzione politica e razziale. Nel corso del tempo il Memoriale è stato abbandonato all'incuria, le tele sbiadite e lacere, il suono ridotto a silenzio. Il 1° luglio 2011 l'opera è stata chiusa per ordine del direttore del Museo di Auschwitz: "arte per l'arte senza valore educativo", questa la motivazione ufficiale.

Troppi riferimenti alla resistenza partigiana? Nel disinteresse generale questo monumento alla memoria non si può più visitare perché vittima di un lotta di simboli e significati che sembra senza uscita. È stato proposto il suo trasferimento a Milano. Decontestualizzare è de-significare: spogliare l'opera del suo diritto di essere è davvero l'unica soluzione? Noi proponiamo un'alternativa. È il Progetto Glossa, che intende restaurare il Memoriale e integrarlo con nuovi contenuti elaborati da un comitato capace di esprimere tutte le anime delle vittime dell'olocausto, compreso chi nel monumento non ha ancora avuto rappresentanza, come gli omosessuali. Il progetto prevede anche la creazione di una nuova sala, Sala 21: ventuno, il binario di partenza da Milano Centrale, il blocco di Auschwitz, il nostro secolo; 21, simbolo del dramma e del rinnovamento della memoria.

Frammenti di binari fusi si trasformano in tante strisce d'acciaio che scorrono lungo le pareti. Discretamente, nascoste dietro le spirali, simbolo della continuità della memoria - quella contemporanea - che viene a sostegno di una memoria in pericolo di estinzione. In queste strisce ci potrebbero essere testi, immagini, frutto di un lavoro condiviso, fatto da un vasto comitato nazionale, aperto al dibattito democratico, che superi i conflitti di memoria per arrivare a una memoria condivisa, nazionale, laica, in nome di una Repubblica unita. Questo il nostro progetto. Lo sottoponiamo, come contributo scientifico e di cittadinanza, all'ANED, proprietaria dell'area, per poter superare un'impasse senza essere obbligata a smontare il nostro memoriale italiano e permettendone la riapertura.

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Luigi Nono : “Ricorda cosa ti hanno fatto in Auschwitz”.
Parte iniziale della musica trasmessa nel memoriale italiano di Auschwitz, quando ancora aperto al pubblico.

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