giovedì 31 ottobre 2013

Migranti a Legnano, tra storia e cronaca; incontro con Giuseppe Marazzini, (seconda parte)


Si conclude con questa seconda parte, la lunga intervista di Massimo Daviddi sociologo e poeta italo-svizzero, a Giuseppe Marazzini sulle tematiche dei Rom e della clandestinità. Uno sguardo vivo sulle emergenze di persone sottoposte a condizioni di vita rischiose e disumane.
La prima parte dell’intervista è stata pubblicata sempre su questo Blog, nel post “Legnano, Marazzini e i Rom. Prima parte” di martedì 30 luglio 2013.



Dopo la pausa estiva degli ultimi mesi, riprendiamo il discorso con “Cittadinanze” e il dialogo con Giuseppe Marazzini, figura di spicco della sinistra legnanese , vero e proprio artefice di un lavoro sul territorio con i Rom e altri immigrati.

C’eravamo lasciati con la nascita di Maria all’ospedale di Legnano e il suo ritorno alla baraccopoli costruita all’interno della ex Pensotti; qui, si apre un fronte di nuova solidarietà. Vogliamo ora, accennare al ruolo avuto dalla Croce Rossa?
La Sezione femminile della Croce Rossa di Legnano ha svolto un ruolo fondamentale nel predisporre i presidi sanitari necessari a prevenire il diffondersi di eventuali malattie contagiose e tutelare la salute degli immigrati: un’ottantina di persone presenti nella ex fonderia sono state ripulite, visitate, sfamate e ascoltate. Azioni di questo tipo verranno ripetute in altre occasioni. Ma nel freddo pungente, l’ipotesi di un ‘rifugio provvisorio’ all’interno della ex Pensotti, pensiamo soprattutto alle famiglie con i bambini, tramonta poco dopo perché le baracche degli immigrati vengono distrutte da persone ignote. I romeni scappano spaventati. L’azione di sciacallaggio causa la diaspora dei rom attorno alla città, che tra uno sgombero e l’altro durerà fino al 2007.

In seguito?
Alcune famiglie rom per un paio di settimane troveranno rifugio notturno presso la parrocchia di Santa Teresa del Bambin  Gesu’, mentre i ragazzi tunisini saranno costretti a occupare altre fabbriche dismesse. A fine anno, nella stessa parrocchia verranno ospitati un gruppo di ragazzi quasi tutti provenienti da Kasserine, (Tunisia), arrivati a Legnano da pochi mesi. Impauriti e morsi dal freddo non sanno cosa fare e dove andare. In tale ambito, nasce “Emergenza freddo”, vale a dire approntare un rifugio per i mesi piu’ duri: nasce una collaborazione attiva tra la Caritas decanale, la sezione femminile della Croce Rossa e il contributo della pubblica amministrazione.


Come si struttura questa esperienza?
Nel quartiere San Paolo, in Canazza, vengono collocati quattro moduli abitativi con una capienza di 32 posti letto; a occupare buona parte di questi posti sarà un gruppo di tunisini che a Natale ha trovato ospitalità dai Padri Carmelitani. L’esperienza “Emergenza freddo”, vedrà aggiungersi le associazioni Exodus e City Angels e verrà ripetuta in seguito: di fatto sancisce la prima, fattiva opera di sostegno che sorge da un rapporto di collaborazione tra associazioni, volontariato, pubblica amministrazione.

Si è quasi sempre in un contesto di crisi, nonostante tutto.
Certo. Pensiamo alle situazioni precarie e alle morti. In una radura fra via Novara e via Sardegna, il ghiaccio è attaccato alle  lamiere delle baracche: Rosaela Maria, nata a Pisa, dormiva su un materasso appoggiato su assi di legno, avvolta in quattro, cinque,  maglie di lana. Muore in una notte con dieci gradi sotto zero. Aveva 27 giorni. Restano in mente le tragedie e i drammi legati alla povertà, le cinque persone bruciate alla cantoni, l’uccisione di un ragazzo tunisino da parte di un connazionale; quella di un altro ragazzo travolto dal treno mentre si recava al suo rifugio.

In ogni caso, il grande lavoro che lei ha svolto sul territorio, insieme ad altri attori, ha dato anche qualche  frutto, aprendo alla speranza e a una nuova visione della problematica.
Si oscilla sempre tra sgomberi, tensioni e atti positivi, ma qualcosa nel tempo è cambiato. Penso al progetto d’inclusione nel nostro contesto sociale di alcune famiglie rom, a cominciare dai bambini, una relazione tra il volontariato e alcune  famiglie che ha un discreto successo. Cinque bambini vengono inseriti nella scuola elementare Toscanini e, nel 2008, due famiglie rom sono ospitate in moduli abitativi, in tutto otto persone di cui tre bambini e una ragazza di 12 anni. Per tutti inizia un percorso nuovo tutt’ora in corso che, pur a piccoli passi, sta dando i suoi frutti. Significativa per il raggiungimento degli obiettivi, l’azione svolta dalla Scuola Pinocchio e il contributo dell’Amministrazione Comunale.


Massimo Daviddi

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