di Giuseppe Marazzini
17.09.2010
Le casse del comune piangono e i conti non tornano.
Il primo cittadino si è dovuto recare in quel di Mazzafame, non per parlare del contratto di quartiere o per annunciare l’apertura del tanto agognato negozio alimentare, ma per fare la “questua”.
La campagna di riscossione “dei diritti di superficie in diritti di proprietà” non va: i potenziali acquirenti sono gente del popolo e quei quattro soldi che ancora si ritrovano in tasca se li tengono ben stretti e poi, perché deve pagare sempre il povero “pantalone”? Che la crisi la paghi anche chi evade le tasse (basta scovarli), o le elude, o chi vende le case con parcelle in nero.
Dove si è realizzata la più grossa speculazione edilizia della storia cittadina le cose non vanno bene.
Il grande centro Cantoni per ora è un flop.
Doveva essere, secondo la propaganda politica di Cozzi e Vitali, il nuovo centro della città invece è un luogo senza appeal, freddo ed impersonale, nonostante qualche esperto si sia lasciato andare a paragonarlo alla Potsdamer Platz di Berlino.
I commercianti della galleria sono disperati, gli affari sono scarsi e le spese di gestione sono consistenti, quindi hanno pensato bene di bussare alla porta del Sindaco per chiedergli: ci dai una mano?
Il Sindaco un po’ scocciato fa sapere che lui amministra i soldi pubblici e non può farsi carico di problemi dei privati; come dire “… ci avete creduto nel nuovo centro cittadino?…Ora sono fatti vostri!”.
Forse è il caso che questi commercianti cambino interlocutore.
Errori lì ne sono stati fatti tanti ed il principale è stato quello di non aver coinvolto la città nel suo insieme nelle scelte di riqualificazione del centro cittadino. Si è voluto fare il passo più lungo della gamba e in questo i commercianti hanno le loro responsabilità.
Dopo la partenza, quasi da marcia trionfale, del PGT non si parla più. La data di presentazione della bozza continua a slittare in avanti.
Risulta che siano sorte, nella elaborazione dei PGT, diatribe di carattere legale che coinvolgono alcuni comuni della Lombardia con ricorsi al TAR ed al Consiglio di Stato. Il comune di Legnano per evitare di incorrere in eventuali penalizzazioni sta aspettando i giudizi definitivi di questi organi amministrativi.
Nell’attesa, però, nessuno può proibire che si possa aprire una discussione anche di carattere informale sullo stato dei lavori, anzi, si potrebbe sfruttare questa attesa per correggere delle imprecisioni o per esaminare proposte integrative.
Ho la sensazione che questo silenzio non lasci presagire nulla di buono. Non vorrei che, con qualche gioco di prestigio, sia già stata definita la zona industriale (600 mila metri quadrati ai margini del parco alto milanese). Se così fosse, comincino col dire chi sono i proprietari delle aree interessate: solo così sarà possibile valutare se i nostri amministratori sono stati dei bravi prestigiatori.
In tempi di vacche magre non è sempre facile prendere delle decisioni, lo ammetto, ma tra fare il teatro o la biblioteca, due realizzazioni per così dire “nobili”, io avrei iniziato con la biblioteca.
Vitali ha scelto il teatro, dice che è stata una scelta quasi obbligata data l’offerta dello stabile in concordato d’uso gratuito da parte di un privato cittadino, comunque una scelta socialmente di classe, che costerà quattro milioni di euro e che accontenterà l’èlite altolocata legnanese, una piccola minoranza cittadina.
La nuova biblioteca (costo preventivato sei milioni di euro), necessaria per migliaia di studenti e cittadini di vario ceto sociale, per ora non verrà fatta, scontentando la parte maggioritaria della città.
Un vero peccato, perché Legnano ha urgente bisogno di un luogo ben congegnato ed attrezzato per diffondere la conoscenza e il sapere, per il confronto delle esperienze culturali, scientifiche e tecniche, per discutere del domani dei nostri giovani e, perché no, anche per ricercare vie di uscita da una condizione di vita sempre più precaria.
Una risorsa fondamentale per la città.
Il colpevole del misfatto è già stato individuato: è il patto di stabilità, mentre le scelte politiche di chi comanda non sono mai errate.
Ricordo la presentazione a palazzo Malinverni dell’esito del concorso di progettazione vinto dallo Studio Lombardi di Brescia: era il 27 giugno 2008, un bel progetto, grande enfasi politica, ma, di fatto, poca concretezza.
Il Sindaco abbia il coraggio di mettere alla prova il suo elettorato e di sfidare anche chi non l’ha votato, lanci una campagna di azionariato popolare per raccogliere almeno un terzo della somma necessaria a realizzare la nuova biblioteca comunale.
È un modo anche per capire se Legnano è ancora nel cuore dei suoi cittadini.
1 commento:
Leggo dal tuo blog dell'attesa dei cittadini di Mazzafame per l'apertura di un negozio alimentare.
Perchè non proporre loro di costituire un GAS?
Come sai benissimo, queste organizzazioni hanno fatto passi da gigante.
Peppe
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