lunedì 3 gennaio 2011

“Decollo ed atterraggio” 3a puntata

di Giuseppe Marazzini
03.01.2011


Riprendiamo il filo dei ragionamenti sul PGT legnanese con alcuni appunti di carattere generale su cui riflettere per poi costruire proposte alternative.
In Italia per ogni nato si costruiscono 47 vani,
il rapporto più alto in Europa

(argomento trattato dall’ex rettore della Normale di Pisa Salvatore Settis, ospite da Fabio Fazio sabato 18.12.2010).

Il patrimonio edilizio italiano, costruito negli anni ‘50, ‘60, ‘70 e ‘80 è in condizioni pessime e non solo dal punto di vista energetico. Legnano non sfugge a questa realtà.

Nella bozza del PGT del comune di Legnano non è previsto un piano che preannuncia un percorso di autosufficienza energetica della città, non è prevista una mappatura del fabbisogno energetico della città, ma si prevedono solo interventi di risparmio energetico.

Legnano arriverà a crescere fino a 3800 abitanti a kmq. contro i 2500 di Busto Arsizio e i 2269 di Rho.
L’ulteriore concentrazione di insediamenti comporterà notevoli problemi se non vi è un accurato studio della viabilità e dei servizi (il 30,8% degli spostamenti motorizzati avviene su tragitti inferiori a due chilometri).

Nel comune di Legnano le abitazioni non occupate sono circa 2.000 (dato stimato nel 2010 raccolto presso le agenzie di vendita). Nell’anno 2001 le abitazioni non occupate, secondo i dati disponibili, erano 1.618 (1° Rapporto Ambiente Comune di Legnano - 2006).
Significativa la voce “vendita o affitto” (dal 44% al 38%) ed altri “motivi” che resta stabile al 48% (anno dei censimenti 1991 e 2001).

Il territorio adibito a servizi a Legnano ha una incidenza sempre inferiore a quella media provinciale, ed in due casi anche a quella legnanese: le aree ad impianti e servizi pubblici e privati (ospedali, strutture scolastiche, uffici e strutture pubbliche, impianti tecnologi, cimiteri, ecc.) hanno una quota del 1% mentre si registra un 1,5% nel legnanese ed un 3,3% provinciale; le aree a verde urbano (parchi e giardini, verde incolto interno all’urbanizzato) in Legnano sono pari al 5,9%, valore superiore a quello del legnanese con 3,8% ma inferiore alla media provinciale che registra un 7,2%; le aree sportive e ricreative in Legnano coprono una quota del 1,8% sull’urbanizzato complessivo mentre nel legnanese si registra un 2,3% e la media provinciale è pari al 4,2% (1° Rapporto Ambiente Comune di Legnano - 2006).

Legnano ha medie strutture di vendita alimentare pari a 215 mq. per abitante (il dato provinciale è di 99 mq. per abitante), sono troppe e mal distribuite nella città. Le medie strutture non alimentari sono pari a 638 mq. per abitante (il dato provinciale è di 358 mq. per abitante).
A Legnano è concentrata una offerta doppia rispetto alla domanda, è inutile e controproducente programmare tante altre strutture di vendita di medie e grandi dimensioni.
La programmazione di insediamento di eventuali strutture di vendita deve essere strettamente collegata al bisogno reale della popolazione; uno sviluppo incontrollato contribuirebbe a mettere in crisi il piccolo commercio e la mobilità legnanese.

La destinazione di suolo naturale da destinare ad insediamenti industriali deve essere contenuta il più possibile e deve essere finalizzata a progetti credibili ed essenzialmente per tre scopi:
1. permettere alle aziende legnanesi che hanno manifestato l’esigenza di espandere la loro attività;
2. permette a nuove attività produttive di insediarsi nel territorio e di creare nuovi posti di lavoro.
3. permettere ad attività insediate nel centro cittadino, magari in aree non più adatte ad attività industriali, di delocalizzarsi in periferia.
Bisogna in seguito valutare attentamente tutti i progetti, evitando gli interventi speculativi in cui vengono costruiti capannoni che poi rimarranno vuoti.

Le aree industriali senza infrastrutture efficienti difficilmente hanno successo, quindi legare lo sviluppo industriale legnanese verso Dairago senza la presenza di una efficiente rete viaria (la realizzazione del Sempione bis per ora è un terno al lotto), difficilmente il nuovo polo industriale risulterà competitivo.
Per questa ragione è opportuno proporre di ridurre il consumo di suolo naturale previsto per questa area da 280mila mq. a 200mila mq.

Infine un esempio di partecipazione concreta: in Germania a 3 km da Friburgo, a Vauban, è nato il quartiere car free più grande d’Europa, 6.000 abitanti e 2.000 edifici. Piste ciclabili, spazio limitato per i posti auto, bus e ferrovia leggera efficienti.
Uno schema che a Vauban è partito dal basso, ovvero dall’associazione “Forum Vauban” che ha partecipato a tutti i progetti di edificazione del quartiere.


Legnano - Gli anni delle scuole e dei servizi per i cittadini
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Equipe 84 – Tutta mia la città (1969)

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