di Giuseppe Marazzini
30.01.2011
Nulla di fatto, nel prossimo Consiglio Comunale di Legnano che si terrà il prossimo 3 febbraio, la mozione per la revoca della nomina di Pezzano a direttore generale della ASL n° 1 Provincia di Milano non è all'ordine del giorno. L'intesa tra le forze di opposizione Pd, IdV e Sinistra Legnanese era che giovedì 25 gennaio entro le ore 12, termine ultimo di presentazione, si sarebbe protocollata alla segreteria comunale la mozione “Pezzano”, ma un'ora prima della scadenza del termine arriva lo stop da parte del coordinatore cittadino del Partito Democratico che comunica il ritiro della mozione per ragioni di opportunità politica. A questo punto mi si sono posti due problemi: presentare la mozione come sinistra legnanese oppure tentare in extremis una soluzione alternativa condivisa tra le forze dell'opposizione.
Di fatto l'iniziativa di presentare in ogni Comune della Provincia una mozione contro la nomina di Pezzano era partita dai vertici del Pd regionale con tanto di tam tam mediatico. La rinuncia arrivata all'ultimo minuto mi faceva anche capire che non avrei avuto il sostegno fattivo nel dibattito che ne sarebbe seguito in aula consiliare con il rischio di trasmettere all'opinione pubblica la sensazione che sulla questione Pezzano esiste una forte divisione fra le forze di opposizione. In seguito apprendo dagli organi di stampa locale che il Pd legnanese non intende presentare la mozione neppure più avanti.
Gli sviluppi mi inducono a pensare che lo stop sia stato un atto conseguenziale ad un “inciucio” sanitario con Formigoni, visto che in queste ultime ore sono state ratificate le nomine dei Direttori sanitari ed amministrativi delle Aziende ospedaliere e delle Asl e alcuni di questi vengono accreditati in area Pd. Sono del parere che il ritiro della mozione nel secondo comune più popoloso della Provincia non sia stata una buona mossa politica perchè mette in difficoltà quelle figure istituzionali, come il sindaco di Vanzago, Roberto Nava che si sono esposte sulla vicenda fino a dimettersi per protesta dalla conferenza dei sindaci.
E' vero anche che la magistratura farà il suo corso ma nel frattempo alla Sinistra seria e coerente spetta reagire.
Riprendiamo il filo dei ragionamenti sulla legalità, cerchiamo il modo di spiegare ai cittadini come reagire alla lottizzazione della sanità come di altri importanti settori di rilevanza pubblica (scuola, trasporti, energia), come reagire al malcostume politico e alla presenza della criminalità organizzata.
La mozione va quindi presentata dopo un serrato confronto con la società civile, laica e religiosa, e credo che questa modalità possa trovare d'accordo molte persone compresi quei militanti dei partiti che hanno a cuore gli interessi dei cittadini e non quello della
partitocrazia.
IL TESTO DELLA MOZIONE NON PRESENTATA
MOZIONE PER RICHIEDERE A REGIONE LOMBARDIA LA REVOCA DEL PROVVEDIMENTO DI NOMINA DEL DIRETTORE DELLA ASL MILANO 1
Il CONSIGLIO COMUNALE
PREMESSO CHE
con delibera n. 1095 del 23/12/2010 la Giunta Regionale ha provveduto a nominare Pietrogino Pezzano direttore dell’ASL Milano 1 nella quale è inserito il Comune di ;
CONSIDERATO CHE
· la maxi inchiesta Infinito della Procura di Milano ha fatto emergere la ramificata presenza della ‘ndrangheta in Lombardia, operante attraverso strutture territoriali dette “locali”, una delle quali attiva nel territorio del Legnanese
· l’arresto del Direttore Generale della Asl di Pavia, Chiriaco Carlo Antonio, evidenzia come la Sanità costituisca un settore di interesse per le attività della ‘ndrangheta;
RILEVATO CHE
· il nome di Pezzano è comparso nelle carte della maxi inchiesta Infinito come soggetto nominato in alcune intercettazioni dei boss della ‘ndrangheta pavese Pino Neri ed inoltre risulta essere stato fotografato in compagnia dei boss della ‘ndrangheta Saverio Moscato e Candeloro Polimeni;
· risultano esserci altre intercettazioni che confermano i contatti del Direttore Generale Pezzano con i malavitosi Candeloro Polimeni e Giuseppe Sgrò, fratello di Eduardo Sgrò arrestato ex art. 416 bis c.p.;
CONSIDERATO INOLTRE CHE
· nel territorio afferente alla Asl Milano 1, in questi giorni, si sono svolte manifestazioni, raccolte di firme promosse da amministratori, forze politiche e cittadini che denunciano ciò che è stato evidenziato e richiedono la rimozione del nuovo direttore generale;
· lo stesso Consiglio Regionale ha esaminato in data 18 gennaio 2011 una mozione in merito che, pur non approvata, ha raccolto il consenso di ben 31 consiglieri su 63 votanti, indice di una diffusa preoccupazione ;
RITENUTO CHE
è indispensabile contrastare fermamente qualsiasi tipo di infiltrazione della criminalità organizzata soprattutto all’interno delle istituzioni e degli enti pubblici e ribadire la necessità che non vi siano ombre relativamente ai soggetti chiamati a dirigere enti di particolare importanza quali le Aziende sanitarie in Lombardia;
con voti ___ favorevoli, ___ contrari e ____ astenuti su ___ consiglieri presenti e votanti
DELIBERA
per i motivi indicati in premessa che si intendono integralmente richiamati
· di invitare il Presidente della Giunta della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, nonché la Giunta Regionale Lombarda affinché, alla luce della situazione e dei fatti sopra descritti, provvedano a revocare il provvedimento di nomina di Pietrogino Pezzano a direttore generale della ASL Milano 1 anche in base a quanto previsto dalla delibera della Giunta Regionale n. 304 del 21 luglio 2010 che prevede la possibilità di revoca dell’incarico di direttore generale in caso in cui si manifestino gravi incompatibilità e/o conflittualità tra le istituzioni locali e il direttore generale;
· di dare mandato al Sindaco affinché inoltri la presente mozione al Presidente della Regione Lombardia, ai componenti della Giunta Regionale e a tutti i gruppi consiliari.
Il prefetto toglie la scorta a Cavalli, il marito lavora per l'amico dei boss
di Nicola Biondo - L'Unità 28 gennaio 2011
Il manager della sanità nomina direttore sanitario il marito del prefetto. Detta così non è una notizia. Ma se quel manager risulta in stretti rapporti con boss della 'ndrangheta e il prefetto è lo stesso che voleva togliere la scorta al principale accusatore del manager, la vicenda assume ben altro peso. È quello che sta accadendo in queste ore a Milano, uno scandalo pronto a scoppiare. Il primo protagonista è PietroGino Pezzano, potente ras della sanità lombarda, nominato nel dicembre scorso direttore dell'Asl Milano 1 dal governatore Roberto Formigoni.
Nomina inopportuna perché Pezzano era finito in una brutta storia per le sue frequentazioni con alcuni boss della 'ndrangheta. A chiedere per primo la revoca dell'incarico a Pezzano è stato il consigliere IDV Giulio Cavalli - secondo protagonista - che da anni vive sotto scorta per le numerose minacce ricevute dai clan calabresi. Tutela che Cavalli si è visto revocare la scorsa settimana dal prefetto di Lodi - dove vive - Peg Strano. Una decisione che però il Viminale, dopo una serie di segnalazioni, ha deciso di non accogliere. E arriviamo ad oggi: il marito del Prefetto Strano, Giovanni Materia, è stato nominato proprio da quel Gino Pezzano, frequentatore di boss come denunciato da Cavalli, direttore sanitario della Asl Milano 1. Una nomina di garanzia - secondo l'entourage del governatore Formigoni - uno scandalo secondo altri. Tant'è che sono state annunciate sul caso due interrogazioni parlamentari urgenti dal Pd e da Antonio Di Pietro.
I rapporti di Pezzano con esponenti mafiosi è emerso nelle carte dell'inchiesta Infinito, conclusa lo scorso dicembre con 175 decreti di giudizio immediato. Il manager 63enne, originario di Palizzi, in provincia di Reggio Calabria, è stato fotografato dai carabinieri mentre era in compagnia di due affiliati della cosca di Desio, Candeloro Polimeno e Saverio Moscato. Di lui parla, in un'intercettazione, anche l'avvocato tributarista Pino Neri, considerato il reggente della 'ndrangheta in Lombardia. In questi termini: «Tu lo conosci a Gino Pezzano? È un pezzo grosso della Brianza, della Sanità. Fa favori a tutti». Oppure: «Uno che si muove bene, con Abelli [ex-assessore alla Sanità] sono grandi amici, l'ho presentato io a Gino».
Ufficialmente Pezzano non risulta oggi indagato. Ma sulla sua nomina la maggioranza Lega-Pdl al Pirellone è andata in pezzi lo scorso 18 gennaio quando una mozione promossa dall'opposizione e votata da settori leghisti per sollevare Pezzano dall'incarico non è passata per un solo voto. Ma se fino a quel momento la vicenda Pezzano era una questione di opportunità politica, oggi assume ben altro significato. Ne è conscio proprio Cavalli, l'altro protagonista, suo malgrado, di questa storia: "Il contesto della lotta politica alle mafie al nord è sempre più avvelenato. La tutela non sono solo uomini armati ma riguarda anche la vivibilità politica e oggi mi sembra che questa sia sempre più minacciata".
28 gennaio 2011
01 febbraio 2011
La bacheca del post – Salvatore Forte, Coordinatore del Circolo legnanese del PD
Caro Marazzini, permettimi poche doverose precisazioni sulla questione Pezzano. E' vero che lo stop alla presentazione della mozione è arrivato da me ma non per "opportunità politica", solo per difficoltà organizzative interne al circolo che avrebbero potuto causare qualche disagio non certo opportuno. Se poi ho dato l'impressione che le ragioni erano politiche me ne scuso ma ribadisco che politiche non erano e non sono. Sei libero di sospettare e scrivere che dietro ci possa essere un "inciucio sanitario" con Formigoni: così per fortuna non è, né da parte del circolo né da parte del partito a livello provinciale e/o regionale. Del resto se così fosse non si spiegherebbe il ruolo di primo piano che invece il partito sta tenendo in questa iniziativa.
Infine la non presentazione non può essere paragonata ad un ritiro. Non è stata una buona mossa politica? E' possibile ma l'azione politica e il coinvolgimento del circolo non mancherà.
Grazie dell'ospitalità
Salvatore Forte
Qualunquemente (Onda Calabra) - Cetto La Qualunque
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